Clown trampoliera, performer in installazioni, vestita da Barbie fetish in una confezione trasparente, con ostensorio e gomma da masticare in bocca, al limite della provocazione, immobile per ore, addormentata in una valigia rossa come la bambolina di porcellana di un carillon, Roberta Carrieri ama trasformarsi, ma soprattutto cantare e scrivere canzoni.

Quando hai scoperto la tua passione per la musica?

Mio papà suonava la chitarra e cantava, quindi l'ho scoperta prestissimo! Mi hanno raccontato che a tre anni cantavo la ballata di Lazy Boy girando intorno al divano. Mio padre mi ha instradata alla buona musica, facendomi ascoltare da bambina i dischi di Beatles, Yardbirds, De Gregori e Lucio Dalla. Mi ricordo che cantavamo insieme in cucina mentre mia madre cucinava. Era molto fico. Un'abitudine che abbiamo ripristinato dopo tanti anni questo Natale.

Sei una trasformista, ti piace cambiare look, sei molto scenografica e hai una grande presenza, dove finisce la persona e inizia il personaggio?

Quale personaggio? Ah ah ah! In realtà sono tutti aspetti della mia personalità che mi diverto a mostrare di volta in volta (essendo in primis una grande esibizionista). Anche quando facevo l'attrice a teatro mi capitava spesso di cambiare tanti personaggi in pochissimo tempo.

Nel 2009 è uscito il tuo primo album Dico a tutti così, cos'è che dici a tutti?

Come spesso dico durante i concerti, per me scrivere canzoni è un po' come scrivere un diario segreto, e quando canto queste canzoni è come se rileggessi il mio diario segreto ad alta voce... quindi praticamente dico a tutti i miei segreti. Questo è anche il titolo di una canzone che nella seconda strofa fa: “Se ti dico ti amo non crederci, dico a tutti cosi”. In realtà quando canto è come se facessi una dichiarazione d'amore al mio pubblico (dandogli così tanta fiducia da raccontargli i miei segreti). Crederci o non crederci vuol dire lasciarsi trasportare dall'emozione o no. Infatti la canzone continua con “quando in silenzio dirò ciò che hai sempre voluto non sarà vero, se però chiudi gli occhi ed immagini ancora, lo vedi il ghiaccio si scioglie un po', si versa su di noi”. Sempre meglio crederci dico io, altrimenti che gusto c'è...

In_ Non ci sei mai_, uno dei brani di questo album, parli di un amore assente, sofferto, che abbandona. Vivi davvero così l'amore?

Solo una volta... quella! Il prossimo disco in uscita avrà come titolo Relazione Complicata ed è un concept sulle storie sentimentali complicate; in questo lavoro approfondisco il tema accennato in Non ci sei mai a seguito della lettura del libro Donne che amano troppo, un saggio sulle dipendenze affettive della psicoterapeuta americana Robin Norwood, che ho trovato molto interessante.

Nell'album c'è anche una canzone dedicata a tua madre, che sa sempre “quello che manca”... che tipo di rapporto hai con lei?

Ho un rapporto bellissimo con mia madre... che dopo aver ascoltato la canzone non solo ha imparato a “mandare i messaggi col telefono” ma anche a chattare, zippare, inviare file! In quella canzone, in realtà, mi sono divertita a dipingere una madre che potrebbe essere in qualche modo un po' la mamma di quelli della mia generazione, quelle mamme che hanno difficoltà con le cose tecnologiche e che, se hanno perso qualche opportunità nella loro vita, incoraggiano te a coglierla, e a “prendere quel treno” che loro non hanno saputo (o voluto) prendere.

Cosa rappresentano quelle “foglie mosse dal vento come una scossa” (altra canzone dell'album) che canti con Giovanardi de La Crus?

I miei cambiamenti di umore e d'idea repentini, ma anche le grandi svolte nella mia vita, che spazzano via le cose vecchie per portarne di nuove. Nello stesso tempo, la volubilità di certi sentimenti che durano solo una stagione, poi ingialliscono e cadono. È stato molto emozionante sentirla cantare da Joe con la sua voce calda e avvolgente. Gliene sono debitrice...

In questo album oltre ai testi e alla tua splendida voce, un grande valore è dato dall'arrangiamento, è così?

Sì, ma è merito in primis di Matteo Curallo che ha curato gli arrangiamenti di_ Dico a tutti così_. È stato un vero e proprio colpo di fulmine musicale tra me e Curallo, capitava che mi capisse al volo senza bisogno di parlare e realizzasse, concretizzandole, le idee che io non riuscivo a spiegare e avevo ancora embrionali nella mia testa. Ho imparato molto da lui, e ne ho fatto tesoro per il nuovo disco che sta per uscire.

Hai trovato finalmente il tuo “angolino” dove rifugiarti?

Ehm... no. “Faccio tana ovunque” per citare Mariangela Gualtieri, una delle mie poetesse preferite.

Ti accompagni spesso con la chitarra, che tipo di legame c'è con questo strumento?

È successo che me ne hanno regalata una anni fa in cambio della promessa che ci avrei scritto delle canzoni. L'ho mantenuta. La chitarra è uno strumento facile da portare in giro ed è per questo che fa per me, che sono un po' nomade. Pensa se mi avessero regalato un contrabbasso! Ora ne ho presa una piccola piccola, così piccola che a volte mi ritrovo che sto cucinando con la chitarra a tracolla senza rendermene conto. Mi piacciono gli strumenti piccoli, infatti sto imparando anche l'ukulele.

Quando canti sembra tu voglia sussurrare un segreto che alla fine non sveli mai, quale è?

Non te lo dirò mai. Eppure lo dico ogni volta. In realtà il sussurrato è la caratteristica vocale del disco Dico a tutti così, perché ho voluto sperimentare per l'occasione una modalità espressiva più intima, visto che dal vivo tendevo a cantare sempre tutto molto forte. Per mettermi in gioco, dato che il mezzo lo permetteva. In studio infatti ci si può permettere dei pianissimo che dal vivo sono piu difficili da gestire. L'effetto che fa, da quello che mi dici, è che sembra che io sussurri un segreto. E questo mi fa felice visto che era proprio quello che volevo.

Hai avuto importanti collaborazioni con artisti come Fiamma Fumana, Tre Allegri Ragazzi Morti, Federico Fiumani, Davide Van de Sfroos. Cosa puoi dirci di ognuno di loro?

Beh, dei Fiamma Fumana sono stata la cantante per un po' di anni e quindi è stata, tra tutte, l'esperienza piu lunga e intensa. Per la prima volta sono stata a suonare all'estero e grazie a loro ho avuto la possibilità di conoscere, essere sul palco e affezionarmi a quelle fantastiche donne che sono le Mondine di Novi, con le quali siamo stati in tour negli USA e in Canada e abbiamo girato il documentario Di Madre in Figlia prodotto da Davide Ferrario. I Fiamma erano un gruppo per la maggior parte costituito da donne (ahimè, cosa rara) e per me era la prima volta che giravo in una situazione del genere. Si era sviluppata tra noi una bellissima amicizia che persiste ancora oggi, anche se siamo un po' tutti sparsi per il mondo. Con I Tre Allegri Ragazzi Morti sono stata in tour per qualche data, visto che aprivo i loro concerti, quindi mi sperimentavo di fronte a un pubblico diverso e molto giovane. Un bellissimo pubblico direi. Io e Davide Toffolo, per un periodo, abbiamo messo in scena uno spettacolino a due, dove io cantavo e suonavo e lui disegnava in tempo reale, proiettando i suoi disegni su uno schermo alle nostre spalle. Era una performance legata alla presentazione del graphic novel Tres. Era molto bello veder nascere i suoi disegni e ascoltarsi a vicenda in questo strano scambio tra musica e disegno. Con Fiumani ho condiviso il palco solo una volta in Toscana (divertentissimo), poi mi ha chiesto di reinterpretare_ Labbra Blu_ e ne sono stata tanto lusingata perché mi piaceva molto quella canzone. Con Davide Van de Sfroos invece sono stata in tour per due anni come ospite dei suoi concerti, fino a ottobre scorso, in vari ruoli. Cantavo, suonavo chitarra, ukulele e percussioni (tra cui il Bodhran, un tamburo tipico irlandese) e facevo piccole buffe performance legate ai testi delle sue canzoni. Ogni tanto suonavo qualche mia canzone all'interno del suo show. Il tour più divertente con lui è stato quello teatrale, dove interpretavo il ruolo di una segretaria imbranata; era esilarante perché ci divertivamo a pizzicarci tra di noi, seguendo un canovaccio e dando molto spazio all'improvvisazione. Poco prima della fine dell'ultimo tour Davide ha voluto farmi un bellissimo regalo e ha scritto per me la canzone S. Pietro che sarà l'ultima traccia di Relazione Complicata. L'ho fatta mia seguendo anche i suoi consigli ed è proprio una bella canzone. Ne sono tanto contenta. Per me Davide è stato un maestro per molte cose.

Sei vittima dell'emozione prima di salire su un palco?

Tantissimo. Sempre. Da sempre. Anche quando non sono io ad andare sul palco! Mi capita di emozionarmi al posto degli altri... tipo quando si tratta di amici mi agito tantissimo, in maniera positiva naturalmente, e mi faccio ridere da sola.

Le tue esperienze all'estero?

Sono cominciate coi Fiamma Fumana, coi quali suonavamo quasi esclusivamente negli USA, in Canada e Nord Europa. Poi, visto che ci avevo preso gusto, perché il pubblico è molto curioso delle novità all'estero (e io ero molto curiosa di loro), quando è uscito il mio primo disco sono tornata per un mese negli Stati Uniti a cantare le mie canzoni, girando da sola in New Mexico, Arizona, California e Yutah. In seguito ho voluto sperimentare anche la Francia. La cosa bella è vedere il pubblico che apprezza e interagisce con le canzoni in lingua originale, in italiano (o dialetto emiliano nel caso dei Fiamma Fumana) e a volte canta anche, magari sbagliando le parole, ma lasciandosi andare completamente. È molto gratificante. Per questo ci torno volentieri. Una volta ho tenuto un workshop nella scuola superiore della riserva indiana Navajo a Shiprock (N.M.) di cui su youtube c'è un simpatico video: alla fine gli studenti Navajo cantano con me una canzone in dialetto salentino! Fra qualche giorno invece sarò in concerto con Peppe Voltarelli a Bruxelles al Theatre Poeme. Per me sarà la prima volta in Belgio.

Cosa ti piace fare oltre a cantare?

Mi piace andare al mare e scorrazzare per la città (o la campagna) in bicicletta. Mi piace ballare e vedere ballare. Spesso guardo tutorial di danza su youtube e cerco di imitare (con scarsi risultati!) ... ultimamente la danza di Bollywood... una volta anche il Reggaeton... non ridete! Poi mi piace parlare e imparare lingue straniere, conosco l'inglese, il francese, lo spagnolo, il greco moderno e sto imparando lo scozzese (che ha pronuncia ed espressioni diversissime dall'inglese): è per questo che mi piace guardare film in lingua originale. Sto imparando a ballare il Jive. Vado pazza per la musica Rebetika e Nisiotika greca. Mi piace mangiare in compagnia. Soprattutto il pesce. Mi piace leggere le biografie dei personaggi famosi.

Alcuni ti vedono come l'antagonista di Cristina Donà, cosa ne pensi?

Nessun antagonismo con la Donà, anzi reciproca simpatia. Abbiamo avuto modo di frequentarci per un periodo e io la stimo molto sia come persona che come artista. Credo che questa falsa visione derivi dal fatto che entrambe in momenti diversi abbiamo reinterpretato la bellissima canzone di Federico Fiumani_ Labbra blu_. Quando Fiumani me l'ha proprosta sono stata super contenta, proprio perché avevo sentito la versione di Cristina e mi era piaciuta tantissimo. Ne sono stata lusingata a dire il vero. E poi ci ho messo del mio.

Tra poco uscirà il tuo nuovo album, dacci qualche anticipazione.

È in uscita il 26 febbraio con distribuzione Self e si intitola Relazione Complicata, come dicevo prima è un concept, sono tutte canzoni che raccontano, a volte in maniera ironica e un po' buffa, storie sentimentali difficili. Non solo tra uomo e donna, visto che l'amore è un sentimento non facilmente catalogabile, ma per esempio legate al proprio luogo di appartenenza ( una “relazione complicata” anche quella!). Ci sarà anche una canzone d'amore di una donna verso un'altra donna. Visto che di solito nelle canzoni non se ne parla mai, ho voluto dar voce a questo sentimento poco raccontato.

Crediti foto: Stefano Ruzzante, Moris Dallini, Cauboi64, Gloria Baldelli, Lucia Meazza, Antonio Viscido.