Il momento della giornata che in assoluto preferisco è la sera, quando finalmente, dopo una lunga giornata, poso la testa sul cuscino e mi lascio avvolgere dal piumone. Anche in estate. (Sì, lo so, sono freddolosa). Tuttavia, il momento in cui ho maggiori energie è la mattina. Sono sempre stata un tipo mattiniero, fin dai tempi della scuola quando avevo capito che potevo studiare di mattina appena sveglia, perché riuscivo a concentrare maggiormente le mie energie e a ottenere risultati più vantaggiosi.

Con il tempo però, il mio metabolismo è cambiato e si è adattato a uno stile di vita più pigro e “pomeridiano” (non riuscendo più a ottenere gli stessi benefici). Durante gli anni di università, mi alzavo piuttosto tardi la mattina e iniziavo la giornata in fretta e furia, ingurgitando un croissant e bevendo un caffè, lamentandomi di non avere mai abbastanza tempo per fare tutto ciò che avevo programmato di fare.

Non solo il mio fisico non aveva il tempo di adattarsi a una nuova giornata, ma iniziavo a bombardare il mio cervello con emozioni negative (Non ho abbastanza tempo, non ce la farò mai a superare quest'esame...). Appena aprivo gli occhi, allungavo la mano sul comodino, afferravo il mio smartphone e iniziavo a navigare su Instagram, a controllare Facebook o a leggere gli ultimi pettegolezzi della rete. I questo modo, il mio cervello veniva costantemente inondato di notizie negative, catastrofi nel mondo e paesi in procinto di dichiararsi guerra. Attenzione, non sto affatto dicendo che non bisogna documentarsi o ascoltare le notizie al telegiornale, solo non bisogna farlo appena svegli, come facevo io.

Come per la casa, anche per cambiare la mia routine mattutina è servito un punto di svolta. In questo caso è stato un esercizio che Sara, la mia insegnante di yoga, mi ha affidato. Per una settimana avrei dovuto modificare il mio atteggiamento (a partire dalla mattina) e appuntare le sensazioni su un taccuino: avrei dovuto prendermi del tempo e fare le cose con calma (anche se ciò significava puntare la sveglia mezz'ora prima), creare una lista di cose da fare durante la giornata e spuntare, a fine serata, quelle svolte; avrei dovuto scollegare la tecnologia e limitare l'uso del telefono e del computer a un'ora al giorno; avrei dovuto assaporare le sensazioni che mi arrivavano e prestare attenzione ai miei gesti, a ciò che facevo. E avrei dovuto farlo con lentezza. Successivamente, avrei dovuto riprendere le mie pratiche abituali, e scrivere anche qui, le sensazioni sul taccuino.

Non vi nascondo che non è stato affatto facile: per quanto mi sforzassi, mi ritrovavo a correre di qua e di là, a lamentarmi di non farcela, di non essere abbastanza magra o abbastanza alta e a non assaporare il momento. Tuttavia sono riuscita a concludere l'esercizio e con mia grande sorpresa, quando Sara mi ha chiesto di leggere le pagine del mio taccuino, ho ritrovato due Ilaria completamente differenti.

Una, quella della prima settimana, era allegra, spensierata, positiva, aveva avuto il tempo di fare tutto ciò che aveva stabilito di fare e un giorno si era addirittura soffermata a guardare un uccellino che beccava qualche briciola di pane sul terreno. L'altra Ilaria, quella della seconda settimana, era cupa, frenetica, nervosa e non aveva avuto il tempo di fare assolutamente niente; anzi, molto spesso era giunta a fine serata senza terminare le incombenze che aveva programmato, ad eccezione dell'uso del telefono: quella settimana avevo postato foto su Instagram, condiviso articoli su Facebook e navigato su Internet. Non avevo avuto il tempo di fare le cose per me, ma sapevo tutto di gossip, guerre e crisi nucleari.

Durante la prima settimana avevo addirittura fatto delle associazioni di colore: avevo associato un colore a ogni gesto (dall'infilare le pantofole la mattina, a spazzolare i capelli la sera) e indovinate un po'? Erano tutti colori accesi, brillanti e luminosi. Se vi state chiedendo quali fossero i colori della seconda settimana, vi dico subito che non li ho scritti. Non ne ho avuto il tempo. Perché? Semplice: perché le mie giornate iniziavano con il “piede sbagliato”. No, non si tratta di una sciocca superstizione, ma di realtà. Un'antica teoria afferma che l'Universo è in grado di ascoltare e risponde esattamente a ciò che gli chiediamo. Se iniziamo la giornata affollando la nostra mente di pensieri negativi, otterremo esattamente questo: negatività.

Oggi la mia routine du matin è estremamente diversa da quella di un tempo (come potete immaginare). Sono una donna che lavora in casa e quindi posso gestire come meglio preferisco il mio tempo. Tuttavia, punto sempre la sveglia relativamente presto e appena apro gli occhi faccio cinque respiri profondi. È il mio modo per salutare il mio corpo e dare la sveglia al mio cervello. L'esercizio di Sara mi ha insegnato l'importanza di assaporare ogni momento, concentrandomi su ciò che sto facendo: per cui ogni mattina apro le finestre, mi lascio accarezzare dall'aria rigida che entra, e sorrido. Calzo le ciabatte, godendomi la loro morbidezza, mi dirigo in cucina. E sorrido. Non abbiate timore di sembrare sciocche a sorridere al vuoto: dovete pensare che lo state facendo per voi, per dare un tocco di positività e di allegria alla mattina.

La colazione è uno dei pasti più importanti della giornata, perché offre all'organismo la giusta dose di energia per affrontare la giornata. Che sia dolce (magari a base di croissant caldi e cappuccino) o salata (con un toast di bresaola o prosciutto crudo e succo d'arancia), fate sempre in modo che sia rilassata e assaporate ciò che state mangiando. Prima dell'esercizio di Sara, la mia colazione era frettolosa, in piedi davanti al bancone di un bar, a base di caffè e cornetto. Mangiavo con avidità mentre navigavo su Facebook e controllavo le email ritrovandomi a non assaporare il cibo e ad avere di nuovo fame nel giro di qualche ora.

Oggi, la mia colazione è molto diversa: per prima cosa bevo un bicchiere d'acqua tiepida con il succo di mezzo limone spremuto (questa bevanda va preparata al momento): lo sorseggio con calma mentre preparo il caffè e apparecchio la tavola. Se mi capita di organizzare una colazione con le amiche (o con mia madre, cosa che adoro fare) e decidiamo di andare in un bar, cerco sempre di avere il tempo necessario per sedermi al tavolino e sorseggiare il mio caffè. Non pensate (come facevo io) di non avere il tempo perché, vi assicuro, tutto si può fare. Il mio fidanzato ama ripetere: “Puoi fare tutto in questa vita, se davvero lo desideri” e se prima lo deridevo o mi innervosivo per la sua calma nel far le cose (e vi assicuro che la sua giornata è molto più frenetica e pesante della mia), adesso so che ha perfettamente ragione.

Provate a cambiare la vostra routine du matin e vedrete che risultati! Non solo in termini di allegria, serenità e postività, ma anche (e soprattutto) in termini di bellezza. Una donna serena e positiva, infatti, è una donna più bella. E voi siete belle. Ora. Così come siete.

Tratto da Uno stile Parigino. Come imparare l'arte di una Femme Chic, Ed. Cultura e dintorni, in uscita a marzo 2016.
www.culturaedintorni.it