Nella ricorrenza del primo centenario della morte di Umberto Boccioni (1882-1916), il Comune di Milano, celebra l’artista con una mostra che ne evidenzia, alla luce anche di inediti documenti riemersi, il percorso artistico e la levatura internazionale con particolare riguardo per la sua attività milanese.

La mostra, frutto di un progetto di ricerca curato dalla Soprintendenza del Castello Sforzesco in collaborazione con il Museo del Novecento, e prodotta e organizzata da Palazzo Reale e dalla casa editrice Electa, presenta 250 opere tra disegni, dipinti, sculture, incisioni, fotografie d’epoca, libri, riviste e documenti.

L’iniziativa è sostenuta da prestiti e collaborazioni di importanti istituzioni museali e collezioni private di tutto il mondo. Tra essi la Pinacoteca di Brera, le Gallerie d’Italia di Milano, la Camera di Commercio di Milano, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la collezione Gianni Mattioli, la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, la Collezione Barilla di Arte Moderna, il Museo Cantonale d’Arte di Lugano, il Metropolitan Museum of Art di New York, e Getty Foundation di Los Angeles, il Musée Picasso e il Musée Rodin di Parigi, l’Osaka City Museum of Modern Art, il Kunsthistorisches Museum di Vienna. Il progetto si avvale inoltre della collaborazione scientifica dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

Umberto Boccioni. Genio e memoria è una mostra ricca di novità, concepita con un inedito taglio critico che offre sia agli specialisti che al pubblico più vasto un percorso selettivo rivolto a far emergere le fonti visive che hanno contribuito alla formazione artistica e all’evoluzione dello stile di Boccioni.

L’esposizione, sviluppata in ordine cronologico e per nuclei tematici, fonda la sua struttura sull’eccezionale corpus di 60 disegni di Boccioni del Castello Sforzesco e su scritti e documenti inediti riscoperti di recente. In essi il percorso stilistico dell’autore è ripercorribile in tutte le sue fasi di maturazione, dalla formazione divisionista, simbolista ed espressionista, che guarda nel contempo alla tradizione classica, rinascimentale e barocca e alle coeve correnti figurative europee, fino all’affermazione del Futurismo.

I disegni preparatori e i documenti esposti sono affiancati alle opere pittoriche e plastiche di Boccioni e ad alcuni modelli che li hanno influenzati, esempi talvolta singolari e inaspettati di una cultura figurativa che spazia dal XV secolo alla contemporaneità (Giovanni Ambrogio De Predis, Albrecht Dürer, Sir Frederic Leighton, Jacques Emile Blanche, Giacomo Balla, Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Carlo Fornara e altri ancora). Non a caso apre la mostra una serie di emblematiche opere guida quali il celebre Autoritratto della Pinacoteca di Brera, esposto al centro della prima sala per rendere visibile anche l’Autoritratto presente sul retro, quasi a rappresentare simbolicamente Boccioni stesso che racconta al visitatore il percorso della mostra.

Mostra a cura di Francesca Rossi e Agostino Contò