La Mamounia ieri
Il nome La Mamounia risale alla Marrakech del XVIII secolo. La sua storia ebbe inizio con il re Sidi Mohammed Ben Abdellah, che aveva l’abitudine di offrire ai propri figli, in dono di nozze, una casa con giardino situati fuori dalla Kasbah. È così che Abdessalam, Mamoun, Moussa e Hassan sono divenuti i nomi dei giardini che il re regalò loro. Questi giardini, “Arsats”, sono noti a tutt’oggi, ma solo Arsat al-Mamoun era destinato a divenire famoso e ispirare il nome di La Mamounia. Si racconta che il principe amasse divertirsi tenendo delle straordinarie feste di giardino (chiamate “nzaha” in arabo) nel proprio parco, un’abitudine ancora in uso in molte città marocchine. Il piacere provato dagli ospiti nel visitare il magnifico giardino rimasto a testimonianza di tali festeggiamenti regali, viene accresciuto non solo dalle sue dimensioni (8 acri), ma anche dalla particolare flora che lo caratterizza. Dal giorno della sua creazione, La Mamounia si è affermato come un vero monumento, il risultato dell’intreccio tra l’architettura tradizionale marocchina e l’Art Déco.

Fin dall'inizio della sua storia, La Mamounia ha ricevuto più richieste di ospitalità di quante fosse in grado di soddisfare. Alla fine degli anni '30 l’hotel contava 50 stanze; nel 1946 venne ampliato e portato a 100 stanze, quindi ristrutturato in momenti successivi nel 1950, 1953, 1986 e infine fra il 2006 e il 2009, quando ha riaperto con un totale di 214 stanze.

La Mamounia ospita visitatori che vanno e vengono dai quattro angoli del globo. Prima della seconda guerra mondiale, gli ospiti di origine europea o statunitense avevano l’abitudine di portare con sé persino il mobilio, in modo da poter godere dell’atmosfera esotica pur sentendosi a casa nella propria stanza. Ancora oggi si racconta di cene sontuose a cui i signori partecipavano in frac e cilindro, e di signore, ornate di gioielli di squisita fattura, che vestivano lunghi abiti da sera.

Molti personaggi famosi hanno visitato La Mamounia. Winston Churchill era solito stabilirvisi per l’inverno. Amava passeggiare sul balcone, seguendo il percorso giornaliero del sole per poter rendere i colori dei suoi dipinti con il maggior realismo possibile. Molti dei suoi dipinti raffiguranti i giardini dell'hotel sono esposti al Churchill Museum in Inghilterra. “È il luogo più incantevole nel mondo intero”, disse Winston Churchill a Franklin D. Roosvelt a proposito di Marrakech nel 1943, nell’invitarlo a far visita al suo rifugio preferito. Churchill pronunciò questa frase ammirando uno dei meravigliosi tramonti per cui la città è tanto famosa. Un altro aneddoto tratto dalla ricca tradizione di La Mamounia racconta del Generale Charles de Gaulle, che passò una notte all’hotel in quel medesimo periodo: sembra che il direttore dell’hotel abbia dovuto preparare un letto speciale per accomodare l’altezza del politico.

Negli anni la reputazione di Marrakech e di La Mamounia ha richiamato l’attenzione di cineasti francesi e americani. Nel 1953, Eric Von Strohein vi girò Alerte au Sud. Anche Moroco, con Marlene Dietrich, fu girato lì, così come L’uomo che sapeva troppo di Hitchcock. Nel 1955, Charlie Chaplin fu accolto all’hotel con calore, e così è accaduto successivamente a Kirk Douglas, Charlton Heston, Yul Brynner, Omar Cherif, Joan Collins, Nicole Kidman, Silvester Stallone, Richard Gere, Susan Sarandon, Tom Cruise, Sharon Stone, Kate Winslet, Charles Aznavour, Jean Paul Belmondo, Catherine Deneuve, Alain Delon, Ornella Muti, Claudia Cardinale, Sophie Marceau, nonché ad altri personaggi del mondo del cinema.

Alle star del cinema si unirono i protagonisti del mondo della moda, come Yves Saint Laurent e Pierre Balmain, che continuarono a frequentare l’hotel anche dopo aver acquistato casa nei dintorni. Nel 1968, con l’affermarsi dei gruppi rock, Marrakech ospitò i Rolling Stones e ispirò la canzone Marrakech Express al gruppo Crosby, Stills, Nash & Young. Altri famosi musicisti in visita furono Jaques Brel, che affermò “La Mamounia è quel sogno di civiltà che si desidererebbe incontrare più frequentemente...”; Dalida, Barbara Hendrix, Andrea Boccelli, Julio Iglesias, Julien Clerc, Johnny Halliday ed Elton John.

Tra gli ospiti regali e i capi di governo che frequentarono l’hotel regolarmente si ricordano Theodor Roosvelt, Ronald e Nancy Reagan, il principe delle Asturie e l’infanta Elena di Spagna, la principessa Carolina di Monaco, il Principe Nahurito del Giappone, Nelson Mandela, Desmond Tuttu, Valery Giscard D’Estaing, Jacques Chirac e Helmut Khol. La lista è lunga e il libro degli ospiti riporta le impressioni e le emozioni di queste celebrità. Ogni commento esprime con intensità il medesimo sentimento d'amore per La Mamounia e Marrakech.

La Mamounia – oggi
Dopo tre anni di ristrutturazione, La Mamounia riapre le porte con un nuovo stile, più dinamico e contemporaneo, che ben si coniuga con la tradizione marocchina. L'architetto e interior designer incaricato della ristrutturazione di quest'antico palazzo è il francese Jacques Garcia, che la descrive come "Una vera e propria favola moderna, un rifugio che raramente si trova, un'esperienza così unica da divenire parte integrante del mito che la definisce". Ricreando le lussuose atmosfere dei palazzi delle Mille e una Notte, lo stile di Garcia ripropone architetture moresche, attraverso luci e colori che si combinano a viste bellissime e teatrali. Colonne in marmo, materiali raffinati, velluti e ricchi tessuti, arredi dalle linee morbide e colorate si coniugano a mosaici, specchi, fontane e luci soffuse.

Il nuovo La Mamounia dispone di 136 camere, suddivise in classic, superior e deluxe, 71 suite, di cui 7 suite d'exception e 3 riad, composti da tre camere da letto, un salotto marocchino e una piscina privata.

Quattro magnifici ristoranti uniscono in modo impeccabile lifestyle e gastronomia, vantando un'eccellenza stellata Michelin nel ristorante L'Italien by Don Alfonso Iaccarino e nel ristorante Le Français by Jean-Pierre Vigato. La cucina tradizionale trova spazio nel panoramico ristorante Le Marocain, con vista spettacolare sulla Medina e sui Monti Atlas, e la cucina mediterranea spicca nel ristorante Le Pavillon.

Sono inoltre presenti cinque bar per cinque diverse esperienze sensoriali, sala da tè, biblioteca e sale meeting multifunzionali con capacità massima di 300 persone. Completano il servizio 2.500 mq di spa con hammam, cabine per i trattamenti benessere, piscine interne ed esterne per l'ozonoterapia e una sala fitness.

Ristorazione
Don Alfonso 1890, 2 stelle Michelin. Miglior Chef Relais & Châteaux.
Le Français - Apicius, 2 Stelle Michelin. Grand Chef Relais & Châteaux. Chef francese dell’anno nel 1988.

Le Mamounia Hotel
Avenue Bab Jdid
Marrakech, Marocco
www.lhw.com