Durante i nove mesi passati in Asia tra l’estate 2023 e primavera 2024 ho vissuto per ben 4 mesi (con uno stop di un mese in Cambogia) a Chiang Mai, seconda città più popolosa della Thailandia, situata nel nord del paese. Lì ho vissuto momenti indimenticabili, tra visite ai templi, parchi nazionali, bagni nelle piscine naturali, serate ai mercatini nel centro città e legami forti con persone che porto ancora nel cuore.
Perché proprio Chiang Mai?
Chiang Mai è un po’ la “capitale” dei nomadi digitali in Asia. È economica, piena di coworking e caffè super accoglienti, ha una comunità internazionale molto viva e, cosa che ho adorato, è circondata da natura, templi e piccoli villaggi che sembrano usciti da una fiaba.
All’inizio pensavo di restarci solo un mese… poi sono rimasta quasi cinque. E ne è valsa ogni singola giornata.
Vita da nomade digitale: routine e sorprese
Le mie giornate iniziavano presto, con una sessione gratuita di yoga nel parco e poi lavoro nella gigantesca stanza d’hotel poco fuori dalla città vecchia, che mi costava solo circa 150€ al mese. La sera ero principalmente fuori in compagnia di tre ragazze con cui ho creato un rapporto molto stretto durante la mia permanenza a Chiang Mai: Laura, spagnola, Cristina, brasiliana e Greta, canadese. Con loro ho passato momenti indimenticabili, tra uno smoothie al cocco e un pad thai e sabati sera a Zoe in Yellow e altri club notturni situati nella città vecchia. Ma non solo, abbiamo anche esplorato insieme la bellissima regione del nord della Thailandia, ricca di foreste in cui si trova anche un villaggio abitato da una comunità New Age chiamato Pai.
Esplorando la città: templi, cascate e vista dall’alto
Chiang Mai è piena di templi, e anche se all’inizio sembrano tutti simili, ognuno ha qualcosa di unico. I miei preferiti? Sicuramente Wat Phra Singh, con le sue decorazioni dorate incredibili, e Wat Chedi Luang, che mi ha colpito per la sua struttura imponente e un po’ decadente. Anche il piccolo Wat Chiang Man è una chicca, soprattutto per la sua atmosfera tranquilla.
A qualche ora da Chiang Mai si possono visitare le Sticky Waterfalls (Bua Thong Waterfalls), delle cascate fatte di una roccia calcarea che ti permette letteralmente di scalarle a piedi nudi, senza scivolare. Sembrava una palestra naturale, alla fine della quale è possibile rilassarsi in delle piscine naturali prima di risalire all’inizio del parco e gustare uno smoothie rinfrescante alla frutta e cibo locale, il tutto a pochissimi Baht, la valuta thailandese.
Durante la mia permanenza a Chiang Mai ho anche visitato Doi Suthep, il suggestivo tempio sulla montagna che domina la città.
Avventure nel Nord della Thailandia
Oltre Chiang Mai, ho voluto esplorare un po’ il nord. Prima tappa: Doi Inthanon, il punto più alto della Thailandia. Lì fa freschino (ho messo il giubbotto, cosa che non succede spesso in Thailandia!), e ci sono dei sentieri immersi nella nebbia, cascate giganti e due pagode dedicate alla famiglia reale.
Poi ho fatto un’escursione a Chiang Rai, famosa per due templi spettacolari e completamente diversi tra loro: il White Temple (Wat Rong Khun), tutto bianco e surreale, come uscito da un sogno, e il Blue Temple (Wat Rong Suea Ten), con un’atmosfera quasi mistica, ricco di dettagli e colori profondi.
Ma il posto che più mi ha affascinata è stato Pai. Una piccola cittadina hippie tra le montagne, a tre ore di strada panoramica (e piena di curve!) da Chiang Mai. Lì il tempo sembra rallentare: colline verdi, canyon da esplorare, hot springs dove rilassarsi, e tramonti da cartolina. A Pai ho capito quanto il nord della Thailandia sia pieno di sorprese.
Loy Krathong e Yi Peng: la magia delle lanterne
Uno dei momenti più emozionanti del mio soggiorno a Chiang Mai è stato senza dubbio il festival delle lanterne, che in realtà è una combinazione di due celebrazioni: Loy Krathong e Yi Peng. Si tengono solitamente a novembre, in corrispondenza della luna piena, e trasformano tutta la città in un luogo da sogno.
Durante Loy Krathong, la tradizione vuole che si lascino andare piccoli cestini galleggianti (i krathong), decorati con fiori, incenso e una candela, lungo i fiumi o i laghi. È un gesto simbolico per lasciare andare le negatività e fare spazio a nuovi inizi. Il mio krathong l’ho lasciato nel fiume Ping, dopo aver espresso un desiderio. È stato un momento molto intimo, anche se ero circondata da tantissime persone.
Ma la parte più spettacolare è Yi Peng, la celebrazione delle lanterne volanti. In certe zone della città (tipo nei templi o nei grandi spazi aperti) si radunano centinaia di persone, ognuna con la propria lanterna di carta di riso, e al segnale… tutte in cielo insieme.
Ci sono eventi organizzati (anche a pagamento, un po’ turistici), ma io ho preferito viverlo in maniera più spontanea, vicino ai templi della Old Town e lungo il fiume. Ho condiviso quel momento con sconosciuti, amici conosciuti sul posto e un gruppo di monaci giovani che sorridevano felici mentre lanciavano le loro lanterne.
È uno di quei momenti che ti fanno capire perché viaggiare cambia le persone. Un mix di bellezza, emozione e connessione.
Cosa mi porto a casa
Vivere a Chiang Mai è stato più di un semplice “lavorare in viaggio”. È stato rallentare, immergermi in una cultura diversa, scoprire luoghi incredibili e anche un po’ di me stessa. Non è tutto perfetto (sì, l’aria a volte non è il massimo e ci sono i motorini ovunque), ma il bilancio è decisamente positivo. Consiglio a tutti e a tutte coloro che hanno la fortuna di poter lavorare in remoto di vivere in questa suggestiva città per qualche mese, per rigenerarsi e scoprire un lato più autentico di questo paese solare, pacifico e spirituale.