La malattia diverticolare è una patologia molto diffusa, che causa disturbi fastidiosi e può aggravarsi se trascurata. Il prof. Cuomo ci spiega come gestirla e curarla nella maniera ottimale.

Cosa è la malattia diverticolare e quali sono i sintomi?
La malattia diverticolare (MD) è una condizione clinica caratterizzata dalla presenza di sintomi associati alla diverticolosi del colon. I diverticoli insorgono con maggiore frequenza nel colon sinistro e sono caratterizzati da una estroflessione di mucosa e sottomucosa attraverso loci di minore resistenza ed in particolare nel sito dove le arterie rette, rami periferici del circolo mesenterico, penetrano nella sottomucosa. I sintomi della MD sono molto simili a quelli della sindrome dell’intestino irritabile con dolore addominale specialmente al quadrante inferiore sinistro, una defecazione spesso alterata, flatulenza e gonfiore addominale. La sovrapponibilità delle due condizioni, la MD e la sindrome dell’intestino irritabile, deve essere analizzata sia per la possibile coesistenza legata alla elevata prevalenza delle due condizioni, sia per una possibile presenza di un meccanismo patogenetico comune tra le due condizioni morbose.

Quanti pazienti ne soffrono all'incirca in Italia?
La malattia diverticolare (MD) è la quinta malattia gastrointestinale in termini di costi sanitari nei paesi occidentali. La MD è comunemente diffusa nei paesi sviluppati, leggermente più prevalente negli Usa che in Europa, mentre rappresenta una condizione rara in Africa. La prevalenza è largamente dipendente dall’età. Infatti è poco comune nei giovani con una prevalenza inferiore al 5% nei soggetti al disotto dei 40 anni, mentre aumenta al disopra del 65% in quelli che hanno un’età superiore ai 65 anni.

Come è possibile effettuare una diagnosi di malattia diverticolare?
La diagnosi di malattia diverticolare deve tener conto della coesistenza di sintomi e della presenza di diverticolosi. I diverticoli possono essere osservati alla radiografia con contrasto del grosso intestino e/o con la colonscopia. E’ importante sottolineare che la presenza di diverticoli non necessariamente significa malattia diverticolare, perché vi è un gran numero di soggetti, forse il 75% di tutti i portatori di diverticoli, che non manifesta sintomi. Quindi è necessario distinguere in maniera chiara la diverticolosi asintomatica da quelle sintomatica, che poi è definita come malattia diverticolare.

E' corretto dire che spesso questa malattia viene confusa per appendicite acuta o cancro del colon o dell'ovaio?
E’ necessario operare una buona diagnosi differenziale, soprattutto nei casi di malattia diverticolare complicata in cui alcuni sintomi possono essere confondenti. In caso di sintomatologia acuta con dolore localizzato a destra, febbre e leucocitosi, è indispensabile porre diagnosi differenziale con alcune patologie acute come l’appendicite. In questi casi può essere utile una ecografia intestinale e meglio ancora la TC che rappresenta il “gold standard” come esame strumentale. In caso di stenosi post diverticolite, frequentemente localizzata al sigma, una diagnostica differenziale importante è quella con il cancro del colon, ed in questo può essere d’aiuto la colonscopia.

Quali sono le possibili complicanze della malattia diverticolare?
La complicanze più tipiche della malattia diverticolare sono la diverticolite e l’emorragia diverticolare. Entrambe le condizioni sono frequentemente ad andamento acuto e con una certa propensione all’auto-risoluzione, ma possono essere recidivanti. La diverticolite acuta viene definita semplice o non complicata quando è caratterizzata dalla presenza di un piccolo ascesso peri-diverticolare con drenaggio spontaneo nel lume colico e guarigione spontanea o con terapia medica. La diverticolite acuta complicata è invece caratterizzata dalla presenza di ascessi a distanza dal punto di insorgenza, con formazione anche di tramiti fistolosi, o da peritonite purulenta o stercoracea per perforazione franca nel cavo peritoneale.

Che tipo di terapia viene adottata rispettivamente per i pazienti non settici e per quelli più gravi?
Non è codificata ancora una terapia per la malattia diverticolare non complicata. Alcuni studi clinici non controllati hanno dimostrato un certo vantaggio degli antibiotici non assorbibili come la rifaximina e di farmaci come la mesalazina, che viene utilizzata nelle malattie croniche infiammatorie. Anche i probiotici sono stati utilizzati ed hanno, in alcuni casi, dimostrato vantaggi sul piano sintomatologico. Tuttavia questi studi non essendo controllati, e soprattutto considerando parametri clinici che sono sovrapponibili a quelli della sindrome dell’intestino irritabile, non possono costituire elementi utili alla strutturazione di linee guida terapeutiche. Un quadro più certo è quello del trattamento della malattia diverticolare complicata in cui, il trattamento antibiotico, con farmaci per via orale o parenterale, rappresenta la prima tappa negli stadi di gravità meno severi (diverticolite con interessamento di parete colica e piccolo ascesso confinato alla sede di perforazione). Nel caso di presenza di ascesso esteso, oltre alla terapia antibiotica, può essere associato il drenaggio ascessuale sotto guida ecografica o TC. Negli altri casi è indicata la chirurgia.

In quali casi è opportuno ricorrere all'intervento chirurgico?
L’intervento chirurgico è sicuramente indicato nei casi più severi in cui è presente un ascesso contaminato dalla presenza di feci nel suo interno ed il cui il drenaggio percutaneo risulta insufficiente. Anche la presenza di fistole tra il lume del colon ed organi vicini, come l’intestino tenue e la vescica, rappresenta indicazione all’intervento chirurgico. Inoltre, episodi ripetuti di diverticolite possono determinare fenomeni cicatriziali, in corrispondenza della sede della perforazione o nelle sue vicinanze. Questo processo che porta alla sub stenosi o alla stenosi del viscere rappresenta un’altra indicazione all’intervento.