Sono da sempre appassionata di tarocchi, mi piace il loro linguaggio visivo, espresso tramite il potere evocativo di un'immagine, e anche i loro significati, li trovo autentici e immediati. Hanno qualcosa in comune con il Focusing, sono dei lampi di consapevolezza e di creatività… nessuno è a caso.

Nel metodo del Focusing le immagini, le metafore, contano molto: racchiudono il nostro pensiero più intimo e potente. La descrizione dell’arcano, cioè l’interpretazione dell’immagine aiuta il processo intuitivo di attribuzione dei significati e la nostra fantasia può, così, permettersi di scovare nell’inconscio, dando vita a un processo innovativo e creativo. Per questo ho deciso di dedicare, tramite la scrittura, un processo personale di Focusing a ogni arcano maggiore prendendo spunto dalle immagini facenti parte della mia collezione privata di mazzi di tarocchi.

L’articolo con il quale apro questa serie si riferisce all’arcano maggiore il Bagatto o il Mago, e mi soffermo da subito sul numero 1 che rappresenta l’arcano: un numero di inizio, propositivo, di lancio, portatore di nuovi cicli e di nuove idee come appunto questa serie di articoli. L’uno rappresenta la totalità, la capacità di comprendere più aspetti e cioè un mentale che viene evocato dalle immagini. Il Bagatto è conosciuto anche come il Mago, il Giocoliere, l'Artigiano. In genere è una figura giovane con accanto gli attrezzi del suo mestiere che ricordano i quattro semi degli arcani minori o i quattro elementi: la moneta è la terra, la coppa è l'acqua, la spada è l'aria e il bastone è il fuoco.

La polarità che esprime questa carta è quella dell’abilità e dell’inganno, altre parole chiave possono essere la volontà, lo spirito d’iniziativa, la capacità di comunicare, la diplomazia, la manipolazione… la direzione dello sguardo o la postura delle mani del “mago” potrebbero servire a sviare l’attenzione dell’ascoltatore. Nei tarocchi della Nuova Visione l’uomo è di spalle e mostra il suo aspetto nascosto e intimo: una scimmia dallo sguardo attento e furbo, che tiene in pugno il suo padrone, come quegli aspetti di noi che se non attentamente considerati possono pregiudicare l’esito delle più buone intenzioni. Sono due facce della stessa medaglia e questa carta ci mostra l’altro lato, quello sconosciuto, quasi per ribadire l’importanza della polarità che si esprime nel simbolo dell’infinito sopra la testa del “mago”.

Nei tarocchi di Klimt l’uomo ha uno sguardo teso a destra, ed è poco empatico. La bacchetta a forma di serpente rappresenta il possibile inganno nascosto dietro le parole di un abile comunicatore, i colori affascinano gli occhi come il senso di regalità che trapela dalla carta. Nei tarocchi di Leonardo l’uomo è ben definito, il suo sguardo è frontale ma indica con il dito indice la destra, quasi a confondere l’interlocutore riguardo la sua volontà, l'iniziativa e la chiarezza di intenti. I quattro elementi sono ben rappresentati e tutta l’immagine si presenta pulita e chiara. Nei tarocchi di Dante il “bagatto” ha un atteggiamento risoluto, di colui che conosce e dirige grazie all’utilizzo degli strumenti: guarda a sinistra e gesticola in modo persuasivo verso l’alto. Gli strumenti di lavoro fanno da cornice a questa imponente figura bianca.

In sintesi questo primo arcano rappresenta la possibilità di conferire forma a tutto ciò che è ancora vagante e in attesa di essere realizzato, come le idee.