Grande attesta per uno degli eventi cinematografici più significativo in Svizzera e più importante in Europa: il Locarno Film Festival. La settantottesima edizione si preannuncia come una delle più ricche e ambiziose degli ultimi anni. “Un cinema giocoso e pericoloso, che si assume molti rischi, ma anche un cinema che non dimentica di ridere e di irridere, e di interrogare la storia in tutti i suoi aspetti”, ha affermato Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Locarno Film Festival. In cartellone sono previsti quattordici film, tra cui quattro in anteprima mondiale e due in prima internazionale, proiettati ogni sera nella celebre cornice di Piazza Grande, cuore pulsante del festival. Anche quest’anno Swatch sarà sponsor principale del Festival, abbiamo intervistato per l’occasione Carlo Giordanetti, CEO della Swatch Art Peace Hotel di Shanghai.

Il documentarista cambogiano che guiderà la giuria del Festival di Locarno, Rithy Panh, ha dichiarato “Il cinema ci dà la possibilità di scoprire prospettive, culture e storie nuove, richiede pazienza, ma ci ricompensa con la bellezza. Il cinema ha la capacità di preservare la memoria e di aprire spazi per la riflessione e l'evasione”. Una riflessione sull’imminente apertura del Festival di quest’anno?

Carlo Giordanetti: Come ogni anno abbiamo voglia che il Festival inizi! Credo che il cinema sia rimasto uno dei linguaggi artistici che ci invita, e in un certo senso ci “obbliga”, all’attenzione – un atteggiamento divenuto raro in un mondo in cui la quantità di stimoli che riceviamo e la velocità a cui li processiamo sono all’ordine del quotidiano. In tal senso il cinema è prezioso, è affascinante, è “kalòs kai agathòs”, “bello e buono”, per la sua capacità di farci viaggiare, di raccontarci una storia, quanto è confortante questo suo aspetto, di portarci via con sè. Se poi pensiamo alla complessità che l’atto artistico cinematografico richiede, il cinema ci lascia senza parole: per questo sarebbe quasi sempre un dovere aspettare i titoli di coda! E quando hai la fortuna di poter dedicare del tempo non solo ad una proiezione ma addirittura al programma che un Festival può offrire, è come se ogni giorno ti aspettasse un viaggio nuovo.

Dal 2023 Swatch è main sponsor del Festival di Locarno, come è nata questa sinergia?

Carlo Giordanetti: In realtà la relazione di Swatch con il Festival del Cinema di Locarno è iniziata molti piu’ anni fa, per poi consolidarsi nel 2023 nel ruolo di main partner. Lo spirito “indipendente” del Festival, la sua incredibile ed affascinante platea all’aperto, così evocativa di un cinema “aperto a tutti”, la ricerca di un programma non solo di grandi star ma soprattutto di grandi talenti, capaci con il loro lavoro di porre domande interessanti e talvolta provocatorie, la sua orgogliosa “svizzeritudine”, sono tutti elementi che da sempre rispecchiano lo spirito di Swatch – tanto è vero che negli anni abbiamo spesso sviluppato un orologio dedicato al Festival ed al suo iconico Pardo, abbiamo invitato artisti residenti dello Swatch Art Peace Hotel di Shanghai a partecipare alle accademie, abbiamo insomma instaurato un vero dialogo con il Festival ed i suoi straordinari fautori.

Per la settantottesima edizione del Festival, vi siete affidati al talento del fotografo tedesco Wolfgang Tillmans che ha realizzato uno swatch in special edition con un motivo leopardato sfumato e multicolore sul quadrante e sul cinturino, catturando lo spirito del festival e il suo iconico Pardo d’Oro in pieno stile. Considerato uno degli artisti più influenti degli anni Novanta, la sua opera ci invita a riflettere sulla bellezza dell’oggetto, sullo stato delle cose e sulle infinite modalità di sperimentazione. Come azienda, Swatch è da sempre leader nella sperimentazione e nella creatività che si rinnova ogni anno nelle vostre collezioni. Personalmente che valore attribuisce alla creatività? Concorda con Tillmans, quando definisce “gli occhi un grande strumento sovversivo perché tecnicamente non sottostanno a nessun controllo e sono liberi di attribuire valore alle cose nel modo che ognuno vuole, quando vengono usati liberamente”?

Carlo Giordanetti: Ci siamo ispirati, per lo Swatch Locarno 78, alla bellissima immagine creata da Wolfgang Tillmans per il Festival, creando così un omaggio sia al Pardo che al grande artista che Tillmans. E’ un atto emozionante e una piccola sfida, come sempre è quella vòlta a catturare un gesto artistico in un orologio Swatch. Il valore che attribuiamo alla creatività è immenso, è il valore fondante di Swatch, fin dai giorni in cui il signor Hayek ha immaginato questa rivoluzione da polso! Ogni giorno in Swatch ci sfidiamo ad immaginare nuovi scenari, nuovi linguaggi, innovazioni tecniche e di materiali, in maniera del tutto organica poiché è di questo spirito che il marchio si nutre. Non conoscevo la frase di Tillmans e non posso che essere d’accordo: ovvio che i cinque sensi debbano sempre essere all’erta per un creativo, ma gli occhi aperti al mondo, sia fisicamente che metaforicamente, sono sicuramente lo strumento di ricerca, di apprendimento, di libertà più significativo.

Con lo Swatch First Feature Award mettete in primo piano il cinema audace, celebrando il debutto più straordinario presentato al Festival. Cosa vi aspettate dai cineasti emergenti quest’anno?

Carlo Giordanetti: Che ci aprano gli occhi a nuovi modi di vedere, che ci pongano domande interessanti, che facciano sì che usciamo dal cinema con una voglia pazza di discutere! Che ci facciano sentire il profumo della libertà!

All’apertura del Festival vedremo il film, In the land of Arto, con la regia di Tamara Stepanyan, ambientato in Armenia. La regista ha dichiarato che pur non vivendo più in Armenia, quella realtà vive dentro di lei come un fantasma, perseguitandola come un arto amputato, animando in lei il desiderio di continuare a filmare ancora lì. Personalmente e professionalmente hai dei desideri che ti porti dentro e vorresti realizzare?

Carlo Giordanetti: Per fortuna sì! In questo momento, il desiderio più forte che ho in me è quello di trovare la chiave per portare nel mondo, nel mondo intorno a me, una leggerezza consapevole.

La Swatch Group è stata fondata da Nicolas Hayek nel 1998 e si è sempre basata sull’idea che l’orologio non sia un semplice strumento per misurare il tempo, bensì un modo per comunicare la propria personalità. Quante personalità si aspetta di incontrare a Locarno per il Film Festival?

Carlo Giordanetti: Una precisazione: è vero che Swatch Group nasce nel 1998, ma il gruppo SMH esiste ben da prima, in quell’anno il gruppo infatti cambiò nome; Swatch nasce nel 1983 già in seno al gruppo SMH. È vero che ogni Swatch ha una sua personalità e un suo nome proprio e quindi è per chi lo sceglie ben più che un segnatempo, è anche un significante di stile e di personalità. Potrei dire che al Festival sogniamo di incontrare tante personalità quanti Swatch esistono, ognuna diversa ed unica, ma tutte appassionate!

Un augurio per questa edizione del Festival?

Carlo Giordanetti: Buio in sala, lasciamoci trasportare!