Il conte Gino Augusti fu un valorosissimo ufficiale dei bombardieri e di cavalleria, la cui storia viene, oggi, narrata in un’ampia biografia grazie al ricco e prezioso archivio documentale e memorialistico del nipote Giovanni Martines Augusti. Il libro, arricchito da oltre trecento immagini, è curato in concerto con lo scrittore Roberto Roseano, il quale ce ne svela la genesi nella nostra intervista.

Parto col chiederti qual è stata la genesi del libro e com’è nata la vostra collaborazione.

Credo che una mano invisibile abbia fatto incrociare due traiettorie esistenziali assai differenti e distanti, la mia e quella di Giovanni Martines Augusti, nipote dell’Arditissimo Conte, come lo definì Gabriele d’Annunzio. Da alcuni anni realizzo libri sui Reparti d’assalto italiani costituiti durante la Grande guerra, i cosiddetti Arditi (ormai ho pubblicati ben 17 titoli e altri due sono in lavorazione). A tal fine, ricerco i discendenti di quei combattenti nella speranza che abbiano foto, documenti e storie da raccontare. In questo caso, cercando online una foto del comandante del XXX Reparto d’assalto, conte Umberto Augusti, ho fatto due interessanti scoperte.

La prima è che aveva un fratello, Gino, anch’egli pluridecorato eroe di guerra e protagonista della carica di cavalleria di San Pietro Novello, vicino a Monastier di Treviso, durante la Battaglia del Solstizio (giugno 1918). La seconda è che il nipote, Giovanni, era particolarmente attivo su Instagram nel narrare le gesta del nonno. Inutile dire che mi sono messo subito in contatto. Era il novembre del 2024. Già alla prima telefonata, a dir poco torrenziale da parte sua, avendo appreso la quantità di vicende in cui era stato coinvolto suo nonno gli ho proposto di realizzare un libro. Proposta accolta con grande entusiasmo. In seguito, ho scoperto che anche Giuseppe Prezzolini (1882-1982), celebre scrittore, giornalista ed editore, era intenzionato a scrivere la biografia di Gino Augusti, ma il progetto non aveva avuto seguito a causa della morte del Conte nel 1963. Sin da gennaio abbiamo iniziato a lavorare intensamente sul libro con l’obiettivo, poi raggiunto, che fosse pronto entro il 10 maggio 2025, data in cui il Conte avrebbe compiuto 138 anni.

Una vita straordinaria come quella di Gino Augusti non lascia indifferenti. Come immaginate venga percepito il Conte dal lettore che ne approccia le gesta per la prima volta?

Il conte Gino Augusti è stato testimone diretto e protagonista di molti eventi che hanno caratterizzato il cosiddetto “secolo breve”, dalle gare ippiche a un duello alla sciabola a Milano, dalla guerra italo-turca in Libia alla Grande guerra sul Carso e sul Piave, dalle vicissitudini del primo dopoguerra alle trame ordite da Maria José per abbattere il regime nel settembre 1938, dal richiamo alle armi nel secondo conflitto mondiale all’incontro nel 1944 con Churchill nel suo Palazzo vicino a Senigallia. Credo che attraverso la biografia del Conte molti lettori possano scoprire i grandi avvenimenti della prima metà del XX Secolo. Per altri, già appassionati di storia, costituisce non solo un utile ripasso, ma anche l’occasione per apprendere fatti poco noti o addirittura segreti.

L’apparato iconografico è fondamentale nel vostro, splendido lavoro. Come vi siete mossi nella ricerca e nella scelta del materiale definitivo?

Il libro è ricchissimo di testo e di immagini, circa 300. Molte di queste provengono dall’archivio fotografico familiare, raccolto e conservato dal nipote. Altre sono relative ai tanti regali che il Conte ricevette da eminenti personalità militari, politiche e artistiche dell’epoca.

Tra quegli oggetti spiccano senz’altro la sella e il frustino di Francesco Baracca, che fu suo compagno di collegio e di Scuola Militare a Modena; numerosi doni e libri con dedica di Gabriele d’Annunzio, oltre ad una serie di foto della guerra italo-turca con sue didascalie autografe; la guida di Berlino, donatagli nel 1914 da Manfred von Richthofen, il “Barone Rosso”; varie foto con dedica di Italo Balbo oltre a un mappamondo dopo la sua trasvolata atlantica; un orologio da muro regalato da Giacomo Puccini in occasione del suo matrimonio; un bastone da passeggio, una bomba a mano, foto e libri con dedica di Ernest Hemingway, conosciuto sul Piave nel 1918; last but not least, una guida di Londra ricevuta da sir Winston Churchill, contenente la lettera che il Conte avrebbe dovuto consegnare a Mussolini a Salò. In altre parole, piuttosto che operare una scelta, abbiamo giudicato opportuno inserire nel libro tutti quegli straordinari memorabilia.

Nella parte dedicata alle “aristocratiche amicizie” spicca, ovviamente, quella con Gabriele d’Annunzio. Come si dispiegò il loro rapporto?

La prima parte del libro è dedicata alla biografia del Conte, mentre la maggioranza delle pagine della seconda parte è riservata alle sue “aristocratiche amicizie”, nell’accezione greca di “migliori”. Il rapporto di amicizia con d’Annunzio fu di lunghissima durata. Nacque intorno al 1913 e si prolungò sino alla sua morte nel 1938. Coerente col suo motto “io ho quel che ho donato”, il Vate fu prodigo di regali. Quasi ogni anno nella ricorrenza della carica di San Pietro Novello (19 giugno) fece pervenire al Conte un dono, ricordando ed esaltando quell’eroica impresa. Il rapporto si strinse ulteriormente quando nel 1931 Gino Augusti divenne tenente colonnello dei Lancieri di Novara, ovvero parigrado di d’Annunzio nello stesso reggimento di cavalleria. Alcune volte, sempre a sorpresa, d’Annunzio si recò a fargli visita a Brugnetto di Trecastelli, facendo una deviazione dal percorso Gardone-Pescara. Certamente il poeta-soldato ammirava con sincerità quel nobile cavaliere. Tuttavia, pur non avendo prove al riguardo, non è da escludere che dal Conte abbia avuto degli aiuti economici diretti e/o indiretti.

Posso chiedervi se state lavorando a progetti futuri?

Ora che il libro è pronto, è necessario farlo conoscere. Lo abbiamo presentato il 10 maggio scorso in quella che fu la dimora del Conte, il famoso “Palazzo dalle 100 finestre” a Brugnetto di Trecastelli, e il 17 maggio a Bologna, nella prestigiosa Sala degli Specchi del Palazzo Pepoli Campogrande. È stato poi presentato alla fiera di antiquariato “Militaria alla Torre” (7 giugno) e al Museo Baracca di Lugo (16 giugno). Seguiranno altre presentazioni, in via di definizione, in varie città italiane. Location e date verranno comunicate su Instagram nella pagina “locandadellacavalleria” e sulla mia pagina Facebook.