Prada nasce a Milano nel 1913.

In pieno fermento liberty, i fratelli Mario e Martino aprono una raffinata bottega in Galleria Vittorio Emanuele II.

Vendono bauli artigianali, argenterie, bastoni da passeggio, portagioie, borse in pelle pregiata come elefante e coccodrillo.

Poi ci sono gli oggetti in ceramica, porcellane, orologi, argenteria e cristallo.

Nel 1919 ricevono l’onore di diventare fornitori ufficiali di Casa Savoia, acquisendo così il diritto di fregiarsi dello stemma reale all’interno del proprio logo.

Da quel momento, diventano un punto di riferimento per una clientela raffinata ed esigente: coloro che, dopo una serata alla Scala, passeggiano tra le vetrine della Galleria, che attraversano l’oceano in viaggi transatlantici, che cercano bauli eleganti e pratici necessaire per accompagnare ogni spostamento, anche il più’ breve.

Mario è un innovatore: investe nella pubblicità, conosce bene il marketing e brevetta la pelle “Saffiano”, che ancora oggi rappresenta lo stile di Prada.

Si tratta di una pelle di vitello lavorata con una particolare incisione a trama incrociata, che le dona un aspetto unico e la rende resistente a graffi e macchie.

È caratterizzata da una finitura cerata.

Intanto il periodo storico è complesso, siamo nuovamente a ridosso della guerra mondiale e l’attenzione del mercato si sposta dai beni di lusso a quelli più’ pratici e funzionali.

In questo contesto “I fratelli Prada” presentano una valigia pieghevole, progettata per chiudersi completamente su se stessa fino a diventare piatta e facilmente trasportabile.

Terminata la guerra, Mario e Martino si danno da fare per ridare vita al negozio, pur tra mille ostacoli. Martino, però, si allontana a poco a poco dal commercio per intraprendere il cammino della politica. Nel 1958 muore nonno Mario.

L’attività viene affidata alle figlie, Luisa e Nanda, gli affari perdono slancio, ma l’anima del progetto resta viva, in attesa di chi saprà farla propria e riportarla a fiorire

Quel qualcuno è Miuccia, nipote del fondatore.

Nasce nel 1949 a Milano, cresce tra Porta Romana e la scuola cattolica, studia scienze politiche, ama il cinema francese e studia mimo alla scuola del Piccolo Teatro di Milano.

È anticonformista, curiosa, intellettuale, sogna di essere indipendente, e crede che: “Guadagnare i propri soldi renda liberi”.

Tende a considerare il mondo della moda come qualcosa di leggero, quasi effimero, eppure non può fare a meno di rimanere affascinata dalla bellezza.

Ma poi succede qualcosa: il richiamo del negozio di famiglia si fa sentire. Vi entra, con passo silenzioso negli anni Settanta.

image host Miuccia Prada e Marta Wojcicka in una foto di Cory M. Grenier nel 2011.

Osserva, assorbe, riflette … e pian piano inizia a rivoluzionare ogni cosa, seguendo una visione tutta sua. Quel negozio, fondato dal nonno, è ancora un punto di riferimento per lo shopping in città.

Poco dopo, a sostenerla nel percorso arriverà Patrizio Bertelli, imprenditore Toscano, aretino fino al midollo nato ad Arezzo nel 1946, si conoscono alla fiera di Milano nel 1977.

I due iniziarono a conoscersi in un contesto professionale, ma presto scoprono una forte affinità. È l’epoca in cui prende forma il concetto di Made in Italy, Miuccia e Patrizio si trovano esattamente nel luogo e nel momento più favorevoli.

Lei era alla ricerca di una mente imprenditoriale in grado di dare concretezza alle sue idee innovative, lui desiderava un marchio solido per valorizzare e far crescere la sua produzione d’eccellenza.

Nel 1978 Miuccia ridisegna l’identità del marchio, l’originario logo a triangolo con la scritta “Fratelli Prada” viene capovolto, dando risalto a “PRADA”, Milano nella parte centrale e lo stemma dei Savoia per chiudere. Bertelli, con la sua “Pellettieri d’Italia” diventa unico distributore esclusivo dei prodotti.

Introduce anche il nylon, brevettato nel 1937 dalla multinazionale Statunitense DuPont, usato fino ad allora per paracaduti, zaini militari e impermeabili.

Un materiale economico, decide di inserirlo in passerella rivoluzionando la percezione tradizionale del lusso; lo rielabora, lo nobilita.

Il risultato è un tessuto tecnico lucido, resistente.

Nasce il leggendario zainetto nero, minimalista e pratico… all’inizio spiazza: non sembra di lusso… ma proprio li sta la forza di Prada.

Lo zainetto non è un accessorio qualsiasi, lo indossano le modelle, le manager, le casalinghe, le ragazze in movimento.

È leggero, moderno, è la nuova eleganza metropolitana, come i bauli del nonno, lo zaino accompagna i viaggi... diventa un must have.

Nel 1988 si debutta con il Pret à Porter, Bertelli incoraggia Miuccia a fare di più, dopo borse e scarpe, lei porta in passerella tutto quello che le piace, ma che non riesce a trovare in giro.

Gli abiti non inseguono la sensualità esplicita o lo sfarzo, raccontano donne reali, complesse, ironiche. Nel frattempo, Bertelli struttura l’azienda in modo esemplare: controllo della filiera, produzione interna, selezione dei punti vendita monomarca che aprono nelle capitali della moda, sempre in location strategiche, spesso affidati ad architetti e artisti di fama.

Prada non è solo moda, ma anche architettura, arte e pensiero.

image host

Siamo nel 1993.

A meno di 5 anni dalla prima sfilata della collezione donna, nasce l’idea di ampliare Prada introducendo anche una linea maschile.

Nello stesso anno prende vita un secondo brand: Miu Miu.

Pensato come uno spazio creativo dove dare libero sfogo alla sperimentazione più audace, Miu Miu incarna il lato più ribelle e indipendente di Miuccia Prada.

Se il marchio principale riflette la sua vera essenza, con Miu Miu la stilista immagina e disegna la donna che sogna di essere.

Si arriva al 2006, ma il viaggio è tutt’altro che finito.

L’onda lunga del suo stile e della sua visione ha ormai superato i confini della moda, travolgendo anche il mondo della cultura, dello sport e del cinema.

Nasce infatti la Fondazione Prada, un‘istituzione culturale che riflette la stessa voglia di sperimentazione e ricerca che ha sempre guidato il marchio, diventando punto di riferimento internazionale per l’arte contemporanea.

Nel frattempo, Prada lascia il segno anche nel mondo della nautica, diventando sponsor di “Luna Rossa”, il celebre team di vela che incarna eleganza, sfida e innovazione.

E come se non bastasse, proprio in quell’anno arriva sul grande schermo Il diavolo veste Prada: con un budget di 35 milioni di dollari e un incasso globale di 326 milioni, il film diventa un fenomeno mondiale, contribuendo a rendere il nome Prada familiare anche a chi non segue la moda.

Diciamocelo: anche se vivete sotto a un sasso (senza connessione internet), in qualche modo Prada vi avrà raggiunti. Che sia per l’iconica passerella, la virata in barca a vela o quella scena memorabile sul grande schermo, resistere al suo status di icona è come provare a non respirare. Praticamente impossibile.