Non so quale mettere!?
Ti prego me la presti? Starebbe benissimo con il mio vestito.
Devo comprarne una!
Sono tutte affermazioni, che sono sicura abbiate sentito o detto al meno una volta nella vita. A me capita di ripeterle molto spesso, ma forse io non faccio troppo testo, essendo un’amante pazza delle borse. Le adoro, in tutte le loro forme, piccole, grandi, borsette, pochette, baguette, a momenti anche a brioche…
Ma senza ulteriori battute, o forse no, lo scopriremo insieme nel corso di questo articolo, in questi giorni pensavo a una cosa. Cos’è davvero una borsetta? E soprattutto perché ci piace così tanto averne una, addosso?
Prima di cominciare a raccontarvi cosa ho scoperto e anche, nello specifico, cosa penso di questo devastante e fantastico accessorio, voglio darvi la definizione che il dizionario Treccani ci elargisce della parola borsa.
Borsa: In origine la borsa era un sacchetto di pelle o di stoffa, di varia forma e grandezza, usato per portare con sé denaro o altri oggetti. Attualmente il termine indica sia una borsa piccola con manici o tracolla, importante accessorio dell’abbigliamento femminile (detta anche borsetta), sia una borsa più grande, usata per portare libri, carte, documenti, indumenti e così via (b. portadocumenti, portacomputer; b. da viaggio).
Ecco, giusto per non confonderci questo è la borsa: un sacchetto o un accessorio. Infatti, al contrario di cosa pensiamo, nasce come accessorio maschile, nella preistoria, quando all’uomo preistorico, serviva “un posto” dove mettere all’interno i suoi utensili. Per crearla, iniziò a ripiegare su sé stessa della pelle animale e mettici dentro tutto ciò che poteva servigli. Questa pelle utilizzata prendeva il nome di byrsa, da essa infatti deriva il nome borsa, che utilizziamo tutt’ora.
Da quel momento, prese diversi nomi, in base alla zona del corpo in cui si indossava. Un po’ come adesso se ci pensate, noi le distinguiamo in base alla forma o a dove le indossiamo (es. baguette con una forma stretta e allungata, borsa a spalla se la indossiamo sopra una delle nostre spalle).
Nel passato, al meno inizialmente, si distinguevano tre differenti categorie: a “zona”, che si portava alla cintura, a “crumena”, che si portava a tracolla e a “manticula”, da portare a mano.
Successive a queste, ne sono nate molte altre, per citare alcune abbiamo: “aumonière sarrazinoise” cioè borsa alla saracena, dove il nome ne ricordava l’origine orientale, aveva la forma quadrata o trapezoidale.
Oppure, per citarne altre, troviamo tutte una serie di borse diffuse in Italia, che non occupavano le mani e rendevano liberi di muoversi coloro che le indossavano; alcuni esempi sono la “tascapane” o la “bisaccia”.
Solo successivamente, a partire dal Rinascimento, iniziamo ad avere borse dedicate al genere femminile, che servivano come piccoli portaoggetti o borse da viaggio, molto grosse, come le attuali valigie, utilizzando anche altri tipi di materiali come seta, velluto, broccati, rasi, fiocchi e ricami.
Ma avendo parlato di cosa fosse nel passato, da grande amante delle borse, mi sono chiesta, oggi, cosa rappresentasse. Fino a qualche anno fa, avrei dato una risposta completamente diversa da quella che sto per dare. Credevo che fossero, sicuramente, un accessorio utile e che desse all’outfit indossato un tocco in più.
Invece mi sono resa conto, soprattutto ultimamente, che parliamo di vere e proprie opere d’arte e icone del mondo della moda. Potrebbero essere minuscole, dove all’interno non ci entra assolutamente nulla, e noi continueremmo a volerle indossare. Pensate a marchi di ultra lusso come “La Pochette Salon” di Jaquemus, ma anche a brand più commerciali come “La Pilage Original” di Longchamp.
Credo che il focus si sia completamente spostato. Prima, volere una borsa era semplicemente volere qualcosa di bello da indossare, che rendesse gli outfit più accattivanti o più eleganti a seconda delle situazioni. Mentre adesso, vogliamo una vera e propria opera d’arte da indossare e da portare in giro, quasi facendo andare in secondo piano l’outfit indossato e ponendo al centro solo lei.
Perché lei è sufficiente a mostrare chi siamo.
Se ci pensate, molti accessori non vengono più utilizzati totalmente per lo scopo per cui sono stati inventati. Pensate banalmente agli occhiali da vista, che con il tempo sono diventati portatori di stile, avvenenza e intelletto, che sono stati modificati, per far sì che tutti li potessero indossare, cambiando semplicemente le lenti. Oppure pensiamo ai foulard e alle sciarpe; non servono più per coprirsi e sentire meno freddo, ma sono messaggeri di stile ed eleganza. Tra l’altro, non sempre indossati come dovrebbero, ma legati alle borse, diventando un accessorio di un accessorio.
Pensate anche solo all’evoluzione che stanno avendo i portachiavi dell’ultimo periodo; un po’ come era già successo negli anni 2000, sono sempre più grandi, sempre più colorati e attaccati ovunque, diventando qualcosa di più di un modo semplice per trovare le proprie chiavi.
La moda fa questo, evolve in continuazione, assorbente ciò che il mondo sta comunicando, e le borse fanno lo stesso. Non abbiamo più solo stilisti che creano le borse, ma artisti di ogni tipologia che fanno collaborazioni con brand famosi in tutto il mondo, per dar vita a design innovativi e sconvolgenti.
Ecco, le borse hanno preso sempre più quella strada, ma il loro potenziale, a parere mio, è talmente alto e inesplorato che essere opere d’arte è solo l’inizio.
Pensate alle meraviglie che ha creato Coperni, dando vita a borse realizzate con materiali assurdi e variegati, partendo dalla sua classica borsa in pelle, fino ad arrivare a quelle create con aria, come se si stesse guardando una nuvola, semitrasparente, fluttuare, o con acqua, dando vita all’Ariel Swipe Bag, creata in collaborazione con Disneyland Paris, essendo stata la location della sfilata per quella collezione. Le iconiche Swipe Bag di Coperni, hanno cambiato il mondo della moda e il modo di osservarla e concepirla, dando il via a esperimenti e innovazioni inimmaginabili per il mondo della moda e del Bag Design.
Per concludere, credo vivamente che una borsa non sia solo una borsa, ma il recipiente di chi siamo, non per le cose che riusciamo a infilarci dentro, cercando di schiacciare le nostre cose il più possibile per farla chiudere, come facciamo con i bagagli a mano prima di salire sull’aereo. Ma sia il recipiente dei nostri valori, delle cose in cui crediamo, delle emozioni che sentiamo e del modo in cui vediamo il mondo.
Ecco, credo che le borse possano diventare simbolo di innovazione, arte e tecnologia, credo che possano essere qualcosa di mai realizzato prima. Mettendo al centro un accessorio, ovvero qualcosa di secondario e rendendolo protagonista.