Vissi d'arte, vissi d'amore,
non feci mai male ad anima viva!
Con man furtiva
quante miserie conobbi, aiutai.
Sempre con fe' sincera,
la mia preghiera
ai santi tabernacoli salì.
Sempre con fe' sincera
diedi fiori agli altar.
Nell'ora del dolore
perché, perché Signore,
perché me ne rimuneri così?

(Puccini, Tosca)

Qualche tempo fa, qualcuno mi inviò un link che rinviava ad un video: “Libiamo, libiamo ne' lieti calici”. Fu in quell’occasione che ebbi modo di sentire per la prima volta la voce melodiosa di Daria Davidova, il soprano franco-russo innamorata della musica e dell’opera dei maestri italiani. Proprio in quell’istante, mi resi conto in modo del tutto particolare di quanto fosse importante l’Italia nel mondo - e, soprattutto, in Russia - la sua cultura, la sua musica, la sua arte, la sua Opera. Ma è ascoltando “Be my love” di Brodsky che rimasi folgorato. La delicatezza e l’intensità della voce di Daria raggiungevano il loro apice, facendo vibrare l’anima della medesima forza espressiva del suo canto. Esaminando poi alcuni brani del suo repertorio, mi imbattei in una bellissima cantata di Vivaldi: “Cessate, omai cessate”, interpretata superbamente da Daria insieme alla Imperialis Orchestra. Qui ebbi la conferma di quanto presagivo: uno spirito profondo che anima e guida una voce unica, frutto di «molto lavoro e tecnica vocale italiana», come mi disse.

La bellezza - scrisse Dostoevskij - salverà il mondo. Ed è proprio dalla musica, dall’arte, dalla poesia che divampa la salvezza, che è «una carica di amore, armonia, desiderio di creazione, misericordia e generosità». L’Opera come strumento di trasmissione dell’amore per il creato e per l’umanità, strumento che si incarna e si sviluppa nello spirito profondo dell’umanità, di un’umanità che ancora sa meravigliarsi dinnanzi ad un tramonto, al canto di un uccello, che sa assaporare l’odore del mare e il dolce tepore del sole.

Chi è Daria Davidova?

Sono una cantante d'opera, un soprano. L'appartenenza a questa professione implica un certo modo di vivere e pensare. La mia vita è totalmente dedicata allo spettatore attraverso l'arte della musica.

Il tuo lavoro ti fa viaggiare molto: Germania, Francia, Austria, Polonia, Danimarca, Finlandia, Repubblica Ceca, Italia, Portogallo, USA, Libano, Slovenia e Tanzania. Senti mai la nostalgia di casa, della tua famiglia, dei tuoi amici?

Vivo “con la valigia in mano", viaggiando tra città e continenti. In totale, ho contato che sono 56 i paesi in cui ha risuonato la mia voce. Questo ritmo implica un grande impegno fisico tra traslochi, adattamenti, un pubblico ed un repertorio diversi che richiedono prove costanti. Nonostante tutto mi sento a mio agio in questo stile di vita. Risiedo in Europa ma sono sempre in viaggio per tutti i continenti, affascinata dallo scoprire nuove culture. Questa esperienza mi aiuta molto a sviluppare la mia creatività artistica. Dopotutto il mestiere di cantante non si sceglie, è un dono che noi possiamo solo sviluppare, sviluppando al contempo anche la nostra persona e percezione del mondo.

La tua voce fa vibrare un repertorio molto ricco, che spazia dalla lirica al jazz. Le cantate di Vivaldi, la Traviata di Verdi, la Tosca di Puccini, l’Almira di Händel, e poi c’è Rachmaninov, Gershwin, etc. C’è un’opera che senti più tua? Ci sono personalità del mondo della musica e dello spettacolo cui ti senti debitrice?

Adoro l'opera "La Bohème". È stata il mio debutto al Teatro dell'Opera. Mi sono esibita come Mimì per la prima volta sul palcoscenico dell'Opera Italiana nel 2015 a Gallipoli, al Teatro Tito Schipa. Amo molto Puccini in generale, ma Mimì per me è un ruolo particolarmente caro al cuore. Inoltre, tra le opere di Puccini mi piace molto eseguire Madame Butterfly e Tosca. E mi piace anche interpretare la musica di Belcanto, Sonnambula, Lucia di Lammermoor, Romeo e Giulietta. In generale, la calligrafia dei maestri d'opera italiani per me è l'apice del virtuosismo.

Cosa senti quando canti per il pubblico?

Quando sono sul palco, mi sento in grado di dare al mio pubblico molta energia, amore, gioia ed empatia. A seconda del repertorio e del tema, le energie musicali permeano il cuore e l'anima delle persone nella sala e viviamo insieme qualcosa di molto toccante ed intimo. Quando comincio a cantare, non penso più all’ordinarietà della vita. Allo stesso tempo, una parte di me è sotto il controllo incondizionato del fisico, in modo che la voce obbedisca incondizionatamente alla mia volontà.

Ne L’Idiota, Dostoevskij scrive: «È vero, principe, che voi diceste un giorno che il mondo lo salverà la «bellezza»? Signori, – gridò forte a tutti, – il principe afferma che il mondo sarà salvato dalla bellezza. E io affermo che questi giocosi pensieri gli vengono in mente perché è innamorato. Signori, il principe è innamorato; poco fa, appena è entrato, me ne sono convinto. Non arrossite, principe, se no mi farete pena. Quale bellezza salverà il mondo?». Che cos’è per te la bellezza che salva il mondo?

Per me, il vero potere della bellezza è che chi la guarda trovi la forza interiore dello Spirito. La bellezza è vivificante. La bellezza costruisce l'armonia intorno a sé. La bellezza è vulnerabile e, come tutto ciò che è prezioso nella vita, ha bisogno di protezione. La musica è un esempio di bellezza immateriale. Così come l'arte del dramma e della poesia. Questi sono doni ultraterreni dell'umanità. La bellezza non deve essere intesa in senso classico. È in tutto ciò che porta una carica di amore, armonia, desiderio di creazione, misericordia e generosità. Quando sento queste cose nelle opere d'arte e nelle persone, è affascinante e, naturalmente, edificante!

Quanto la musica e la lirica possono innalzare lo spirito umano? Quanto ti hanno aiutato nel tuo percorso interiore, spirituale?

La musica era, ed è tuttora, ciò che mi indica sempre la strada. Si può servire la musica in vari modi e come cantante devi essere strumento per la musica. Personalmente non è solo la musica ad inspirarmi ma traggo inspirazione anche dalla natura, dai viaggi, dalla bellezza creata dall’uomo come ad esempio la pittura. Ho una lista di artisti che sento affini a me spiritualmente e sono sempre pronta ad aggiungere altri nomi a questa lista. Anche gli animali inteneriscono il mio cuore.

Il 7 giugno 2023, presso la sede dell’Unesco a Parigi, hai presentato la Giornata della lingua russa in un momento molto delicato, in cui l’Europa era attraversata da incessanti focolai di russofobia. Quanto l’arte, e in particolar modo, la musica e l’opera lirica possono fare per riportare la pace e la serenità tra le persone e tra i popoli? Ti potresti definire una ambasciatrice di pace e valori cristiani?

I tempi possono essere difficili ma l’idea di pace e di preservazione della vita è eterna; è una responsabilità che ho nei confronti di me stessa ma anche degli altri. Io canto l’amore, la misericordia, l’umanità e ritengo che questi siano concetti universali che superano qualsiasi confine anche religioso.