La musica celebra il diritto alla libertà delle donne afgane. My Voice for You, un gesto unanime a chi non può «più cantare, un abbraccio sonoro per restituire dignità e ascolto, e ridare i diritti in un canto di libertà». Forti le emozioni sul palcoscenico del teatro Politeama Garibaldi di Palermo lo scorso 11 maggio per l’evento internazionale, My Voice for You, Eco di cuori liberi, progetto corale di sensibilizzazione «contro il silenzio imposto alle donne afgane» per ribadire il ruolo della musica come messaggio di libertà e speranza.
L’iniziativa nasce da quattro donne palermitane: Monica Faja, Rossella Bonomo, Lydia Giannitrapani e Rosellina Segreto, come manifesto di ribellione e denuncia delle gravi violazioni subite dalle donne afgane costrette al silenzio dalle norme oppressive che negano loro il diritto di esprimersi e vivere liberamente. I talebani considerano la voce delle donne "Awrat", qualcosa da nascondere in pubblico. Proviamo a immaginare una donna la cui voce non è solo un mezzo di comunicazione e di espressione di sé, ma un veicolo che trasporta le sue storie, sogni e dolori. Ora, quella voce è condannata a essere nascosta.
Una decisione che non solo è legge, ma è un tentativo di silenziare le donne, di spingerle ai margini e cancellare la loro esistenza. Dal ritorno al potere dei talebani nell’agosto 2021, l’Afghanistan vive oggi una drammatica regressione dei diritti e delle libertà della sua popolazione, in particolare delle donne. La musica da sola non può risolvere i problemi di genere, ma è un veicolo potente per mantenere alta l’attenzione e promuovere il cambiamento». Il concerto ha visto protagonisti sul palco del teatro Politeama nel capoluogo siciliano, i Piccoli Cantori-Barcellona PG, diretti da Salvina Miano; il Coro Cum Iubilo, diretto da Giovanni Scalici; Singing Cluster, diretto da Giulio De Carlo; Aeolian Vocal Ensemble Little Aeolian – Coriste per Gioco, diretti da Monica Faja; Canto E canto, diretto da Liliana Quesado; Orchestra Officina Barocca siciliana diretta da Roberta Faja.
Al pianoforte, Alessandro Pisciotta. Un grande inno collettivo con i brani originali di Aurelio Fragapane, dell’armonicista, Giuseppe Milici, le voci di artisti come Lidia Schillaci, Flora Faja, Lello Analfino, Sabrina Petyx, che ha unito arte, musica e impegno civile per dire «No» all’Apartheid di genere e «Sì» alla libertà di espressione.
Momento simbolico della serata, condotta dalla giornalista Rosa Di Stefano (voce narrante e autrice dei testi) la prima esecuzione assoluta di "My voice for You", un brano inedito composto da Giulio De Carlo su testo di Rosellina Segreto, con un multicoro internazionale di 200 coristi dall'Italia e dal Portogallo, alla presenza anche di Cantanti di prestigio, insieme agli allievi del Dipartimento di Jazz del Conservatorio "A. Scarlatti" di Palermo, che tra eleganti note melodiche sempre rinnovate in una continua variazione, ha alternato momenti malinconici e incalzanti in cui la musica è emersa con forza trionfale, davanti a un pubblico visibilmente emozionato.
Così la musica, linguaggio universale capace di attraversare confini e cultura, diventa resistenza, solidarietà e speranza, per ridare rispettabilità e attenzione. A rivendicare la libertà di essere donna, ma anche di artista, è stata la testimonianza di Elena Yaqubee, 24 anni cantautrice afgana, oggi residente in Germania. La sua è una storia che parte dai luoghi più nascosti dell’anima e arriva «come il vento quando giunge come una carezza, ma poi, senza che te ne sia accorto, ti ha già avvolto e travolto, portandoti via con sé».
La vicenda di Elena si lega a Palermo dove, nel 2024, è protagonista del progetto “34 Afghan Windows“, performance in cui le arti diventano veicolo di pace, giustizia e solidarietà. Elena canta il suo dolore per la guerra, le ingiustizie e l’oppressione nel suo paese, dal quale è fuggita per fare approdo in Iran, poi Turchia, Grecia e, finalmente Germania, dove ha recentemente ottenuto l’asilo politico, restituendole simbolicamente la voce che nel suo Paese le è stata tolta.
A Elena durante l’evento le è stata consegnata una borsa di studio, un’azione concreta per darle la possibilità di emergere e affermarsi. Il messaggio di My voice for you è chiaro: gli atti di ingiustizia non possono essere ignorati. Il progetto è sostenuto da ONG, dal Comune di Palermo e da svariate associazioni quali, Amnesty International Gruppo Italia 044 Palermo; Medici Senza Frontiere; Consulta cittadina del Comune di Palermo per la Pace ;Associazione Donne di Benin City; Università degli Studi di Palermo (UNIPA); Conservatorio di Musica “Alessandro Scarlatti” di Palermo; Accademia di Belle Arti di Palermo; Galleria d'Arte Josephine Bonì; Zonta Club Palermo ZYZ; Unione Donne Italiane (UDI) Palermo; ConfCommercio Palermo, Circolo del Tennis Palermo e Circolo Velico Sferracavallo.
My voice for you ha obiettivi precisi: promuovere e difendere i diritti delle donne, diffondere il messaggio, valorizzare arte e musica come resistenza, educare e formare per creare un impatto duraturo. Palermo, crocevia di culture, potrebbe diventare il punto di partenza di un movimento internazionale capace di risuonare nel Mediterraneo e nel mondo intero.