Oxumaré è una divinità della religione afro-brasiliana Candomblé, associata all'arcobaleno e alla fertilità. È spesso rappresentato come un serpente e simboleggia il ciclo della vita e la connessione tra il cielo e la terra. Oxumaré è considerato un orixá che porta prosperità e abbondanza, e viene venerato per la sua capacità di portare equilibrio e armonia. La sua figura è molto importante nella cultura afro-brasiliana, e le sue celebrazioni sono caratterizzate da danze, canti e rituali che onorano la sua presenza e il suo potere.
Oxumaré è stata la prima divinità cultuata in Brasile attraverso un culto organizzato. Secondo i miti di fondazione della religione Candomblè è stato proprio lui a donare i colori al mondo. Differenti miti attribuiscono a Oxumarè caratteristiche diverse. Secondo uno di questi miti Oxumaré era un babalaô (indovino, ndr) alla corte di un re di nome Oni, il quale però non lo teneva in grande considerazione e non era affatto generoso con lui, che per questo motivo conduceva una vita di stenti con la sua famiglia.
Un giorno però Oxumaré fu mandato a chiamare da Olokum, regina di una terra vicina, disperata perché suo figlio non riusciva più neppure a reggersi in piedi a causa di una malattia dalla quale era stato colpito e che nessuno riusciva a curare. Dopo avere consultato Ifá, Oxumaré riuscì subito a trovare il rimedio giusto e così Olokum, impazzita dalla gioia per avergli salvato il figlio, lo ricompensò con molto denaro, schiavi, uno splendido cavallo e un bellissimo vestito azzurro. Vedendo tornare Oxumaré in pompa magna, Oni si sentì umiliato e, per non essere da meno di Olokum, lo ricoprì di ricchezze ancora maggiori, fra le quali spiccavano alcuni abiti rossi che superavano in bellezza quello azzurro che gli aveva regalato lei.
Fu così che Oxumaré divenne all’improvviso un uomo ricco e rispettato, ma il meglio doveva ancora venire: infatti di lì a poco fu fatto chiamare nientemeno che da Olodumaré, l’essere supremo, che a causa di una malattia agli occhi era diventato quasi cieco. Oxumaré riuscì a curare anche lui, che da quel momento non volle più separarsene e perciò non gli permise di tornare sulla terra se non una volta ogni tre anni. E quelle rare occasioni, quando cioè Oxumaré scende da noi dopo avere steso il suo mantello tutto colorato, che come si sarà già capito altro non è che l’arcobaleno, sono periodi di grande prosperità e gioia per gli uomini.
Oxumaré è il tramite fra Olorum e gli esseri umani, il ponte tra Aiyé e Orum, come tutti abbiamo modo di vedere ogni tanto. Viene sulla terra sotto forma di serpente (spesso lo troviamo rappresentato così, nell’atto di mordersi la coda) per garantire la continuità, l’unione tra le due metà del mondo (i due emisferi) e tra le due parti che costituiscono tutti gli esseri viventi (lato destro e sinistro). Anche i colori delle vesti donategli dai due sovrani (azzurro e rosso) rappresentano l’unione tra maschile e femminile.
Le impronte lasciate dal suo corpo durante le sue peregrinazioni quaggiù hanno dato origine ai letti dei fiumi e agli alvei dei laghi che in seguito si sono riempiti d’acqua. È sempre Oxumaré a garantire la continuità della vita presiedendo al ciclo dell’acqua che cade sulla terra per mezzo della pioggia e che poi ritorna al cielo evaporando. Ed è ancora a lui che dobbiamo il riavvicinamento tra gli orixás e gli uomini, che un tempo erano stati separati da Orunmilá a causa del comportamento di questi ultimi, naturalmente.
Oxumaré è il curatore degli Dei e degli uomini, può donare grande prosperità e ricchezza e si occupa anche del controllo dei fenomeni atmosferici e del ciclo dell’acqua. È dotato di un caduceo simile a quello di Apollo.
Le offerte rituali a Oxumaré possono variare, ma generalmente includono elementi che simboleggiano la prosperità e la fertilità. Tra le offerte comuni ci sono frutta, fiori, dolci e oggetti di metallo, come oro o argento, che rappresentano la ricchezza.
Nelle religioni afro-americane ogni entità può avere varie vibrazioni, nel caso di Oxumarè queste sono: Dan, Bessem e Angorò (di influenza più provenienza più specificatamente africana). Ogni vibrazione può avere caratteristiche e funzioni diverse, ma anche differenti miti di fondazione. Damballah invece è la vibrazione nel Voodoo di Oxumare. Loa della conoscenza, simbolo di purezza e saggezza e associato al colore bianco si occupa di rendere fertili gli uomini e le donne e rappresenta anche la virilità. Damballah è una figura importante nella religione voodoo, particolarmente venerato come uno degli spiriti (o loa) principali.
È spesso associato al serpente e rappresenta la saggezza, la fertilità e la creazione. Damballah è considerato un simbolo di vita e di potere, e viene spesso invocato per la sua capacità di portare prosperità e protezione. La sua rappresentazione è spesso legata a immagini di serpenti, e viene celebrato in rituali che enfatizzano la connessione con la natura e il mondo spirituale. È comune anche offrire fiori bianchi e candela bianca, poiché questi elementi simboleggiano purezza e spiritualità.
Bibliografia
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