La benzina necessaria per far funzionare il motore del corpo umano è il cibo. L’alimentazione è alla base della vita degli esseri viventi. Affinché un uomo o un animale possa muoversi, agire, comunicare, trasmettere emozioni, è indispensabile introdurre energia.

L’assunzione di energia permette al sistema di espletare tutte le trasformazioni biochimiche che regolano i processi vitali dei vari organi. È quindi fondamentale che l’alimentazione apporti un quantitativo di nutrienti sufficiente affinché il complesso sistema del corpo umano possa essere in un corretto equilibrio. La quantità di energia che gli alimenti forniscono all’organismo è misurata in kcal (chilocalorie) ovvero la quantità di calore necessaria per innalzare di 1 grado Celsius la temperatura di un litro d’acqua.

La giusta dieta alimentare si basa su un corretto apporto dei vari macronutrienti e di micronutrienti. I macronutrienti nello specifico sono quelle categorie di nutrienti che vanno assunte in grandi quantità perché altamente energetiche. In un essere umano adulto si stima che la giusta quantità di carboidrati da assumere giornalmente sia il 45-60% dell’introito totale di nutrienti, il 10-35% di proteine e il 20-35% di grassi. Sulla base di questi dati, si possono sviluppare diverse tipologie di diete alimentari ben bilanciate: dalla dieta onnivora, a quella vegetariana o vegana.

La scelta di un’alimentazione onnivora prevede l’assunzione di cibi di origine vegetale e la totalità degli alimenti di origine animale, quindi carne, pesce e derivati animali quali uova, latte e prodotti caseari. Il vantaggio di tale alimentazione è quello di avere facilmente un elevato introito energetico, talvolta anche eccessivo, e una moltitudine di cibi da cui trarre nutrimento. La dieta vegetariana comprende tutti gli alimenti di origine vegetale e soltanto i derivati di origine animale. Chi si definisce vegetariano esclude quindi la carne e il pesce, ma non i prodotti che si possono ottenere dagli animali, quali uova e latte.

Chi sceglie di seguire una dieta vegana, infine, concentra il suo nutrimento su ciò che la natura offre quindi verdura, frutta, cereali, legumi, semi. Non ammette nessun tipo di carne o derivato animale che preveda lo sfruttamento dell’animale stesso (ad esempio uova, latte o miele).

Diete onnivore, vegetariane o vegane possono offrire un’alimentazione equilibrata, sufficiente all’essere umano per svolgere le sue funzioni metaboliche individuali e sociali. Altri tipi di piani alimentari non sono invece supportati dalla scienza perché considerati sbilanciati e non possono garantire il necessario introito di macro e micronutrienti per consentire il corretto funzionamento della macchina che è il corpo umano. Tra queste la dieta macrobiotica, considerata una vera e proprio filosofia di vita, che si avvale di uno stile di alimentazione antico con il fine di raggiungere l’equilibrio tra corpo e mente, chiave per una lunga vita (dal greco makros e bios). L’obiettivo della dieta macrobiotica viene perseguito attraverso la compensazione dei cosiddetti cibi Yin (acidi come latte, frutta, spezie, tè) e cibi Yang (alcalini come sale, pesce, carne, uova). In aggiunta è consentito il consumo di alimenti naturalmente equilibrati (come cereali, legumi e semi oleosi).

Si prediligono cibi poco processati, il tè al posto del caffè e una lunga masticazione. Il rischio di squilibrio nell’alimentazione quotidiana è frequente con probabilità di consumo eccessivo di cereali integrali. Se correttamente bilanciata sembrerebbe invece avere dei benefici sul rallentamento dello sviluppo di cellule tumorali.

Diversi sono gli effetti della paleodieta, alimentazione che dovrebbe rimandare a quella preistorica precedente all’introduzione dei moderni metodi di trattamento degli alimenti, di agricoltura, di pesca e allevamento. Gli alimenti principalmente consumati sono carni di piccoli animali (compresi di frattaglie), uova e vegetali. Sono quindi esclusi dall’alimentazione quotidiana i cibi ricchi di amido e il latte e i suoi derivati. La dieta paleolitica risulta squilibrata, con un eccessivo consumo di fonti proteiche a dispetto delle fonti di carboidrati, procurando quindi disturbi in soggetti con patologie (anche lievi). Un’altra conseguenza di tale squilibrio è un introito calorico contenuto che porta a una perdita di peso, motivo che incentiva ancor di più chi abbraccia questa filosofia.

Anche l’alimentazione fruttariana è fortemente squilibrata. Da motivazioni etiche quali lo sfruttamento di animali e piante in quanto esseri viventi, e dall’idea che l’uomo in origine mangiasse soltanto vegetali, nasce un’alimentazione basata sull’esclusivo consumo di frutta, ortaggi a frutto e frutta a guscio. Spesso alla dieta fruttariana si associa anche quella crudista, quindi escludendo qualunque trattamento termico per gli alimenti che potrebbe alterarne i principi nutritivi. I rischi principali dati da tale alimentazione poco equilibrata sono carenze di vitamine e minerali quali il calcio, ferro, zinco, vitamina D, varie vitamine del gruppo B, e proteine.

Ottimo spunto di riflessione sul confronto tra alimentazione vegana e onnivora lo offre anche Netflix all’inizio di quest’anno, portando su una delle più grandi piattaforme di streaming uno studio clinico pubblicato sul JAMA Network Open. Viene esposto il percorso di 22 coppie di gemelli omozigoti, quindi con identico corredo cromosomico, seguendo per 8 settimane uno una dieta onnivora e l’altro una dieta vegana. L’alimentazione è stata studiata per le prime 4 settimane da un team di nutrizionisti e medici specializzati, nelle seguenti 4 settimane i partecipanti hanno pianificato i propri pasti. Sebbene lo studio in questione sia stato effettuato su un ristretto campione della popolazione, poco significativo, e su individui sani, ciò che è emerso è un chiaro impatto positivo della dieta vegana sui valori di colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo cattivo), di insulina a digiuno e sulla perdita di peso.

Il trial clinico riportato presenta sicuramente dei limiti, oltre al campionamento della popolazione insufficiente, anche il periodo di tempo di studio, senza poter quindi analizzare gli effetti a lungo termine dei due stili di alimentazione, e non ultimo l’aver considerato individui soltanto statunitensi con una qualità di materie prime alimentari diversa rispetto ad esempio a quella europea (basti pensare alle regolamentazioni americane su allevamenti e prodotti di origine animale, che sebbene negli ultimi anni siano in fase di miglioramento, non sono stringenti come quelle comunitarie europee).

Nonostante ciò l’evidenza dello studio riportato e di anni di ricerche è il vantaggio che si ottiene da un’alimentazione con una quantità maggiore di alimenti di origine vegetale, non necessariamente ottenibile da un’alimentazione esclusivamente vegana. I benefici in termini di salute si ottengono sui rischi cardiocircolatori, nella prevenzione di patologie quale il diabete mellito e nello sviluppo di cellule tumorali.

Tra le ragioni per cui si affronta una scelta di alimentazione vegetale non vi è però soltanto quella salutistica. Le motivazioni etiche sono quelle che hanno spinto parte della popolazione a scegliere di non consumare carne ancor prima degli studi sugli effetti salutistici. L’amore e il rispetto per gli animali presuppongono infatti che non se ne consumi la carne per la propria nutrizione così come che non si utilizzino capi di abbigliamento in pelle o cosmetici e prodotti per la cura personale testati su esseri viventi.

Ma al pari, negli ultimi decenni, si prende sempre più consapevolezza di quanto il consumo di carne abbia ripercussioni sul pianeta in cui viviamo. Si stima infatti che un’alimentazione vegetale possa produrre considerevoli quantità di emissioni in meno rispetto ad una con consumo giornaliero di cibi animali, quindi con minor impatto sul riscaldamento globale, inquinamento idrico e uso del suolo. Gli allevamenti intensivi di animali contribuiscono a danneggiare il pianeta smantellando il suolo per installare gli allevamenti stessi e con produzione di metano da parte di animali ruminanti come manzi e agnelli. É in quest’ottica che vediamo comparire alternative di origine vegetale che imitano in gusti e consistenze i loro corrispettivi di origine animale o ancora nascono numerose sperimentazioni quali la carne stampata in 3D, o la tanto dibattuta carne coltivata.

Ispirarci a una dieta prevalentemente vegetariana, nutrendoci principalmente di cibi vegetali e pochi derivati animali, potrebbe essere la chiave per ridurre malattie ormai fin troppo diffuse nella popolazione moderna, tornare a rispettare gli animali senza considerare le loro vite esclusivamente in funzione della nostra nutrizione, e riportare l’ambiente a uno stato di salute equilibrato e sostenibile.