Vi è mai capitato di pensare a un amico e questo inspiegabilmente vi telefona proprio in quell’istante? Oppure vi è accaduto di incontrare qualcuno nel momento in cui avevate bisogno di lui o stavate pensando o parlando di lui? L’approccio occidentale interpreta questi fatti come pura casualità, determinata soltanto "dal caso"; la mentalità cinese, al contrario, sembra fare molta attenzione all’aspetto accidentale degli eventi e alla loro concatenazione che noi riteniamo casuale.

Possiamo scegliere se considerare le coincidenze frutto del caos che regna sovrano nel mondo o se riconoscerle come fatti in grado di modificare il corso della nostra esistenza. Continuando la riflessione sulle parole di Jung iniziata lo scorso mese sul concetto di risonanza, nella prefazione al Libro dei Mutamenti, l’eminente psicoanalista svizzero afferma che "l’istante osservato è il totale di tutti gli ingredienti" e qui introduce un concetto diametralmente opposto alla causalità, la sincronicità. Quest’ultima è "qualcosa di più di un mero caso…. una specie di ipotesi di lavoro esprimente …. una peculiare interdipendenza di eventi oggettivi fra loro come pure fra essi e le condizioni soggettive (psichiche) dell’osservatore o degli osservatori".

Viene individuato dunque un legame fra le condizioni psichiche dell’osservatore e gli eventi della sua vita, una relazione fra il mondo interiore e quello esterno. In altre parole, secondo questa ipotesi le cose non accadono "a caso" bensì per indicarci un significato, un messaggio, una strada, come se il nostro destino si compisse sì grazie all’impegno, alla volontà, al libero arbitrio del singolo, tuttavia anche mediante il dipanarsi di eventi incredibili e misteriosi.

Vorrei estendere questa lettura della realtà alla scelta della casa in cui passiamo molta parte dell’esistenza. Come privilegiamo un’abitazione rispetto a un’altra? E’ il destino o il caso che ci fa arrivare ad abitare in una certa casa o appartamento? La decisione su una dimora, anche se spesso sembra obbligata da fattori economici o pratici, potrebbe avvenire per una spinta emotiva interiore o per un progetto che affonda le radici nel corso degli eventi della vita e nel nostro sentire.

La “storia” delle case non è un fatto trascurabile: spesso ci svela emozioni e situazioni a cui noi difficilmente prestiamo attenzione. E quando sembra che "la casa dei nostri sogni" debba restare per sempre un’utopia, potremmo scoprire che la strada per realizzarla parte da dentro di noi, dal nostro mondo emotivo che può risentire di blocchi e credenze limitanti. Secondo questa interpretazione, la creazione della casa ideale per noi potrebbe essere l’inizio o il compimento di un sentiero evolutivo che parte dal prendersi cura del luogo dove viviamo ora, per permettere alla realtà di trasformarsi.

Una volta che abbiamo eliminato gli oggetti inutili e la spazzatura emotiva che ci tiene imprigionati, in una ripetizione di schemi sempre uguali a se stessi, possiamo - finalmente - insieme alla polvere degli oggetti accatastati, lasciare andare le situazioni che appartengono al passato e fare spazio alla casa dei nostri sogni dove possiamo vivere la vita che ci è stata destinata.

Un leggero brivido mi corse per la schiena.
Ci sono coincidenze che, violando ogni possibile previsione,
possono diventare intollerabili
perché suggeriscono un mondo retto da leggi
che non conosciamo e
non appartengono al nostro ordine abituale.

(Alvaro Mutis, Tramp Steamer)

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