Dal 14 febbraio del 496 d.C. si è dato inizio, per volere della chiesa cattolica, alla festività di San Valentino come Santo protettore degli innamorati. Si sostiene, da tramandi storici, che questa festività avesse come tante altre, origini pagane e che fosse iniziata nel IV secolo a.C. dai pagani romani quando in prossimità del 14 febbraio celebravano la fertilità.

Eppure non avremmo bisogno di una giornata in particolare per celebrare l’amore perché l’amore è un’emozione sempre viva in ognuno di noi e assume significati diversi. Si rinnova in ogni istante perché non è mai vecchio e vive sempre del momento presente. Non avrebbe bisogno di essere legato a nessuna commemorazione, a nessun ricordo, a nessuna giornata. È come il nostro respiro che senza questo moriremmo.

Abbiamo necessità dell’amore e poco importa se è un amore legato a figli, compagni, amici, animali, ecc. lui esiste nell’Oltre ed ha bisogno di essere coccolato.

Sì, chiara-mente coccolato.

Non si può corteggiare perché lui è immateriale e corteggiare significherebbe provare a conquistare qualcuno con delle attenzioni, con la gentilezza, con i complimenti. No, l’Amore va coccolato perché sta in una carezza, sta in uno sguardo di contemplazione, sta nel “io credo in te perché in te vedo l’amore, respiro l’amore che è in te perché tu Sei amore e vederlo in te significa voler raccontare la favola che è in te”. Coccolare l’amore per far volare l’altro verso il cielo infinito di se stesso. Aiutarlo a riconoscersi nella più alta forza che Dio ci ha donato: l’Amore.

Ricordarle ogni giorno che è bellissima, che è amata oltre ogni aspetto del solo materiale, che è necessario che inizi a percepire sempre più che è qualcosa di speciale perché è diversa, è unica, è la cura per se stessa e mentre viene riempita di attenzioni, di coccole è ella stessa che cura.

Se non celebriamo il nostro San Valentino tutti i giorni sarà come morire. Si perde vitalità, si perde soprattutto se stessi. È confezionarsi reciprocamente non un regalo ma il dono.

Per giorni, magari, andiamo proprio per la festa degli innamorati in giro alla ricerca del regalo migliore. Solitamente cerchiamo cosa potrebbe farla felice. Ci si impegna a cercarlo entrando quasi dentro il suo pensiero per rispondere alle sue aspettative. È vero, anche questo è un regalo, anche questo è un modo per dimostrare amore ma perdiamo di vista che in questo caso entra un’interpretazione personale dell’altro come se fosse una nostra proiezione e ci convinciamo che è quello che si aspetta come regalo.

Già, lo ricerchiamo nei giorni precedenti alla festa senza renderci conto che andrebbe ricercato tutti i giorni, in ogni attimo, in ogni respiro. Basterebbe fermarsi a riflettere che, sovente, l’amore, ha solo bisogno di chi se ne prende cura e questa non è mai un regalo materiale ma qualcosa che vogliamo venga percepito con la vibrazione dell’amore che possa entrare dentro l’altro dando spazio a quello che vogliamo comunicare di lei attraverso noi.

In ogni momento questo è il regalo che si prende cura della cura, che ci fa stare bene mentre facciamo stare bene. Dove lo stato emotivo che esprimiamo, talvolta, anche con il solo sguardo, ci permette di vedere Oltre e amare l’esistere di chi incarna l’amore e raggiungere la comprensione del regalo che l’altro si aspetta.

Non è più un regalo ma il dono perché questo è il vero omaggio al sentire che lei È Amore.

Un regalo può essere bello ma resterà sempre misero, può essere un diamante che ci piace dire è per sempre ma il vero per sempre è il dono dell’amore che non si logora che non ha un tempo perché entra dentro l’altro e diventa anch’esso amore all’ennesima.

È questo il vero dono per San Valentino di tutti i giorni, grande come l’infinito. Luminoso come quando lei sottolinea la sua bellezza con un filo di trucco che esalta i particolari, misterioso perché come scriveva Oscar Wild “il mistero dell’amore è più grande del mistero della morte” perché l’amore “a-mors” equivale ad assenza di morte per sottolineare che è il più forte potente sentimento dato all’uomo per sperimentarlo.

È la capacità di entrare dentro l’altro, comprendere le sue fragilità e farle diventare i suoi punti di forza perché dentro la fragilità si trova il segreto per tirare fuori il meglio dell’altro che diventa il meglio di se stessi. È questo il dono per la festa degli innamorati di tutti i giorni. Entrare con dolcezza e rispetto nell’altro senza dimenticare di essere noi altro e senza invadere la sua libertà di essere ciò che è o ciò che vuole essere. Deve essere empatia con quella forza profonda per tendere la mano all’altro e dire: “eccomi, io ci sono” dentro quella potenza affettiva che tutto può. L’Amore!

Tutto questo è solo un privilegio per coloro che condividono l’amore inteso come il legame tra un uomo e una donna oppure appartiene al senza confini che è prerogativa che appartiene a tutti? Appartiene a tutti perché significa regalare bene e sentire questo sentimento d’amore come dono per gli altri. Se vi dovesse capitare di donare amore e chi lo riceve ha paura che possa essere un dono interessato in cambio di altro, allora ricordatevi di non chiudervi in voi stessi ma di continuare ad esternare. Ricordatevi di questo dialogo immaginario che potete trovare sul libro Vita con Lloyd. I miei giorni insieme a un maggiordomo immaginario:

“Lloid, mi sono chiuso in me stesso!”
“Temo di sì, sir”
“Come faccio adesso? Qui dentro mi sento soffocare”
“Non si preoccupi, sir. Basterà attendere la persona giusta con cui aprirsi”
“E la persona giusta sarà quella che mi farà uscire?”
“Al contrario, sir. Sarà quella che non avrà paura di entrare”
“Grazie mille, Lloyd”
“Dovere, sir”.

La paura è di solito l’elemento che nasce da un senso di insicurezza, da quella fragilità interiore che invece deve diventare, come scritto prima, elemento di forza. Nasce dallo smarrimento di essere improvvisamente oggetto di desiderio che si confonde con il desiderio della fisicità e si ha paura che diventi turbamento. Ma voi amate lo stesso con le parole, con gli sguardi, con l’anima e, come ha lasciato detto William Shakespeare in Romeo e Giulietta, “Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente”.

Ssshhh… di più!