“Il lago dei cigni” (in russo, Лебеди́ное о́зеро, Lebedínoye ózero) - uno dei più famosi e acclamati balletti del XIX secolo, musicato da Pëtr Il'ič Čajkovskij - sarà in scena il giorno di Natale, il prossimo 25 Dicembre alle ore 17.00 a Verona, al Teatro Nuovo.

Per la storia, la prima rappresentazione di questo balletto, ebbe luogo al Teatro Bol'šoj di Mosca il 20 febbraio 1877, con la coreografia di Julius Wenzel Reisinger, e la trama della vicenda teatrale, che si sviluppa in Germania, è modellata su diverse fiabe popolari russe e tedesche, e narra la triste storia d'amore tra il Principe Siegfred e la bella Principessa Odette, trasformata in cigno da un maleficio del perfido stregone Rothbart.

Il primo dei tre balletti di Čajkovskij, fu composto tra il 1875 e il 1876 e fu rappresentato in quattro atti e quattro scene.

Il libretto originale dell’opera riporta il nome di Vladimir Petrovic Begičev, direttore dei teatri imperiali di Mosca insieme a quello del ballerino Vasil Fedorovič Geltzer; e su chi abbia scritto la trama del balletto una delle ipotesi più quotate è che la storia sia stata largamente adattata dal coreografo Julius Reisinger che si ispirò all'antica fiaba tedesca Der geraubte Schleier ("Il velo rubato") pubblicata da Johann Karl August Musäus. E secondo alcune recenti teorie, la figura del principe Siegfried potrebbe essere basata su Ludovico II di Baviera, soprannominato Re Cigno, che proprio come lui morì annegando in un lago in circostanze misteriose.

Dopo la morte del compositore, nel 1895, il balletto passò nelle mani di Marius Petipa, coreografo che si era distinto egregiamente anche nell'altra opera di Pëtr Il'ič Čajkovskij (La bella addormentata), e in quelle di Lev Ivanov, che ne modificarono la trama semplificandola. In questa versione Odette è una principessa, il personaggio di Siegfried risulta essere più positivo e meno egoista, mentre viene affidato a Rothbart il ruolo di antagonista principale della storia.

Il primo allestimento coreografato da Petipa e Ivanov presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo ebbe luogo il 15 gennaio 1895. Petipa curò il primo e il terzo atto, mentre Ivanov curò gli atti bianchi, il secondo e il quarto. Vennero apportate anche modifiche alla sequenza dei numeri e furono aggiunti brani del musicista trascritti dal compositore italiano (e direttore d'orchestra in tale occasione) Riccardo Drigo. E questa volta fu un successo e “Il lago dei cigni” entrò a pieno diritto nel repertorio dei teatro internazionale, divenendo una pietra miliare del balletto classico.

La trama racconta la storia della principessa Odette che un cattivo sortilegio del malvagio mago Rothbart, costrinse a trascorrere le ore del giorno sotto le sembianze di un cigno bianco. La maledizione potrà essere sconfitta soltanto da un giuramento d'amore. Così il principe Sigfrid si imbattè alla ricerca di Odette, se ne innamorò e promise di salvarla. E fu ad una festa nella Corte del Principe Sigfrid, che il mago presentò sua figlia che aveva assunto le sembianze di Odette, e che, convinto di trovarsi al cospetto della sua amata, le giurò eterno amore. Ma, a quel punto Il mago rivelò la vera identità della fanciulla e Odette, destinata alla morte, scomparve nelle acque del lago. Sigfrid, disperato, decise di seguirla, e sarà questo suo gesto a rompere l'incantesimo consentendo ai due giovani innamorati di vivere per sempre felici.

L’interpretazione del Balletto dell’Opera Nazionale Rumena, vede la partecipazione della famosa ballerina Polen Obengul, solista da anni al Teatro Nazionale Rumeno, e riconosciuta Etoile internazionale.

In questa versione de “Il lago dei cigni”, il Balletto dell’Opera di Iasi ha conservato intatte le coreografie originali di Marius Petipa e di Lev Ivanov del lontano 1895 e di tornare ad un’autentica versione della coreografia creata per il Teatro Mariinsky. Le scenografie si rifanno alla Corte Imperiale Russa del periodo, inserendo realtà storica e fantasia gotica. Nelle scene del I e del III Atto prevale uno stile classico fiabesco, quasi magico, mentre il II e IV atto, presenta un ambiente mistico, quasi lunare, dove si alternano attimi tenebrosi e giochi di ombre e di luci. Proprio in quest’ottica “Il lago dei cigni” vive nell’unione di suggestive coreografie e della musica che accompagna la vicenda, quale fonte d’ispirazione per generazioni di attori e ballerini, e in uno stile che vive nel tempo.