Ascolto il profumo della tua lieve corolla,
o mia amata,
e un ambrato stormire di vento odoroso
accarezza l’olfatto che schiude il suo cuore
velato di dolci sentori, di amare parvenze
fino a farlo vibrare di voluttà.

I fiori han preso gusto a farsi raccontare, a svelare segrete cose attraverso le parole che si divertono a travestirsi di espressioni un po’ fanées per ricordare il tempo nel quale il linguaggio dei fiori sapeva comunicare verità e passione, inviare messaggi di dolci nostalgie.

Ricostruendo rime e ritmi di perdute stagioni le parole danno corpo e anima alle loro misteriose essenze, ne scoprono la meraviglia, i magici poteri, le deliziose civetterie, li contemplano con mistico rispetto, ne colgono la vibrante sensualità, il sospiroso rimpianto di terre lontane.

Un bouquet di parole odorose per accarezzare il cuore e indurlo all’ascolto, alla contemplazione, al sentimento, un delicato invito a ritrovare la memoria delle percezioni, l’armonia del sentire: una meditazione sulle piccole cose.

Con diletto assecondo questo gioco di rimandi.

Come usciti per incantesimo da un vecchio erbario i fiori si mostrano nella loro cangiante bellezza e fanno a gara nell’offrirsi all’abbraccio delle parole, ammaliati dal sogno di eternità.

Con maestria ed eleganza si propongono per diventare protagonisti di altre storie come quella che narra la vita della divina peonia dal fascino orientale

Peonia incantata
sublime d’eleganza
d’ammaliante bellezza fiorita,
recisi fiori a far bouquet di duratura impermanenza.

Ama la mezz’ombra
la luce senza esagerare
cresce lenta, morbida, talora capricciosa:
per allevarla ci voglion pazienza e tenerezza.

Ha vita lunga, ultra secolare, non teme il tempo
che dal suo profumo si lascia ammaliare.

Son storie romantiche quelle che sa narrare,
dall’Asia all’Europa non smette d’incantare.

Peonia dal grande fiore
dama pregiata di nobile natale,
lignaggio antico di sangue regale.

Parla d’amore con vergogna e timidezza
come a confondere la sua opulenta bellezza.
Coglila innanzi l’alba, dice la leggenda, solo così profuma di splendore.

Unico fiore sull’Olimpo ospitato, “erba beata” dai magici poteri,
si nascondon fra i suoi petali le Ninfe maliziose.

Peone, figlio di Asclepio, dio di guarigione, in peonia
fu tramutato da Ade, d’oltretomba il Signore.

Malinconiche corolle dalle lacrime di Diana sbocciate.
Miracoloso farmaco che aiuta a sognare bei sogni di fate.
Artemide e Apollo son nati dal suo magico liquore.

Peonia potente, antidoto lieve per sconfiggere demoni e streghe.
Tien lontano il male se ne appendi i semi in rustiche collane.
Contro la tempesta è un amuleto.

In Oriente ha avuto i natali, regina dei fiori
della Cina nei palazzi imperiali.
Bellezza sontuosa, perfetta e sublime,
fiori fascinosi e fugaci nati da una madre immortale.

Carnose peonie tutte da ammirare,
in ogni giardino, vaso o davanzale
a dir prosperità, onore ed eleganza,
buona fortuna e, in amore, felicità e costanza.

Dolcemente profumata, come grembo
la peonia rossa alla rugiada si schiude.

Col loto, il crisantemo e il fior di pruno è specchio di femminea bellezza,
di vita che rinasce come fiore d’eterna giovinezza.

Se bianca ci parla di una fanciulla arguta e di mirabile purezza,
diafana geisha pallida e opalescente, dal volto quieto e trasparente.

Solo una volta si concede in tutto il suo fulgore,
fuggevole intensità come del primo amore.
Seducente e fiorita è tutta da ammirare.

Peonie, rose esagerate, rose
dionisiache, rose in guardinfanti,
rose superbe simili ad infanti
che si specchiano in differenti pose.
Odalische che ignude e voluttuose
prendono il bagno, tra gli specchi astanti
uguali a grandi eunuchi non curanti,
nei vasi di maioliche preziose.
Rose incinte di rosso (oh ombelicato
ventre d’estasi). Il loro lieve odore
dà come il sentimento di frescore
d’un languido crepuscolo rosato
dopo la pioggia, quando canta un gallo,
o d’un placido specchio di cristallo.

(Corrado Govoni, I fiori che amo)

Ed ecco le vicissitudini multicolori del tulipano regale e appassionato

Screziato Tulipano nella notte fiorito
prediletta creatura di mistico giardino.
Vanto odoroso d’Europa e d’Inghilterra
che ispiri il verso a nobili intelletti. Emblema di grazia appassionata,
macchia fiorita in prati naturali,
giovane fiore privo di profumo
di sola bellezza ammantato.

Selvaggio, dai petali appuntiti
screziato di giallo sul rosso esagerato.
Antico frutto di Terra d’Anatolia
amore e orgoglio d’un Magnifico Sultano.

In morte nature immortalato,
fiammante emblema del Divino Amore.

Simbolo di costanza e sobrietà,
nero come la Notte che è Regina,
a ricordare che ogni cosa è vanità.

Splendore che perisce eppur rimane
nello specchio lucente di parvenze arcane.

Come Apollo perfetto di beltà
araldo della primavera.
Incerta, variopinta meraviglia
dopo il candore della fredda neve.
Dopo l’inverno calore ed abbondanza,
bei tulipani ammantati di speranza.

Gialli dan luce ad infelice amore.
Bianchi per chiedere perdono.
Son belli gli occhi di chi variegati li riceve.
Rosa per dire tutto il nostro bene,
per invocare gioia e tenerezza.
I rossi sono la passione: dono d’innamorato alla sua bella.
Potente l’energia dell’arancione
che annuncia la rinascita del cuore
ed augura una pronta guarigione.
Saluta chi parte ma non sa per dove.
Con lui si sposa la melissa
portando in dono di forma e di colore meraviglia.

Rinnovati giardini accolgono il tripudio di arabescati fiori
dalla Persia arrivati
quintessenza del bello, immensamente amati.
Graditi a maggio dalla novella sposa
nei toni delicati del rosso e del rosa.
Dono di luce per chi a primavera nasce.
Omaggio ad una madre con rispetto.

È memoria d’amore il tulipano
sbocciato in ricordo d’una infelice passione.
Rosso miracolo d’un’antica leggenda,
abbraccio di lacrime e dolore d’assenza.
Regalo di amanti che si dicon tenerezza.

Mille e una novella questo fiore ha ascoltato
là sulle rive del Bosforo dove è nato.
Tra canti d’usignoli e petali di rosa
la favorita attende il rosso tulipano: è lei che per questa notte ha scelto il Sultano!

Guarda in silenzio e ascolta muto.
L’amor perfetto viene ad evocare.
Lei è bella, di purpurei veli cinta,
con gli occhi pieni di malia,
come da rugiada inumiditi,
d’ebano segnati,
neri come tizzoni ardenti.

Di bellezza ambasciatore per Vienna partito
nei Bassi Paesi è rifiorito.
In Francia le dame lo adagian nella scollatura,
segno intrigante di civetteria, vezzosa allusione di peccato.

Parlano tra loro
i tulipani
Mormorano in coro
i tulipani
Odi il canto delizioso
dell’incanto sospiroso
Parlano d’amore
i tulipani
Tutti i sogni miei
ti giungeranno
e di me ti parleranno
i meravigliosi
tuli tuli tuli
tuli tuli tulipan.

Fiori per dimenticare, fiori per ritrovare allegria, fiori per cercare immagini lucenti, per suscitare pensieri gioiosi, per tornare a parlar d’amore anche con ironia.

A cura di Save the Words®