Si riapre, finalmente, il momento tanto rinviato di accomodarsi di nuovo sulle poltrone di velluto rosso, con tanto di green pass e mascherina, magari dopo una piccola pausa al bar del teatro e, soprattutto, per festeggiare la Stagione dei 150 anni: 1871-2021.

Tempo di sentire di nuovo il calcare dei passi sul palcoscenico, le voci dal timbro imponente dei più bravi attori che riconosciamo dalla sola intonazione e che tanto ci sono mancati. Tempo di socializzare per quanto ancora un po' distanti (1 metro da mantenere sempre e comunque…), di ridere, sorridere e piangere, di commentare e anche criticare, da esperti che spesso non siamo.

Andare a teatro significa “nutrire l’anima”, arricchirla di emozioni individuali e collettive, sentire l’altro, immaginare scene più felici e luoghi lontani. Viaggiare con la fantasia.

Il teatro non è altro che il disperato sforzo dell’uomo di dare un senso alla vita.

(Eduardo De Filippo)

Il teatro Quirino apre con un “prologo” della stagione vera e propria: piccoli e grandi eventi, dalla ricerca alla nuova drammaturgia, fino al concerto e alla grande prosa, che si terranno dal 24 settembre al 31 ottobre, anche nella speranza che le restrizioni finiscano del tutto e che la capienza della sala possa essere utilizzata in pieno e in sicurezza.

Vedremo Lorenzo Gleijeses, diretto dal più grande esponente della sperimentazione teatrale Eugenio Barba, in Una giornata gualunque del danzatore Gregorio Samsa, artista convinto che, attraverso una ripetizione ossessiva delle sue partiture, sia possibile arrivare a un alto livello di precisione tecnica e di qualità interpretativa ma il cui perfezionismo lo catapulta in un limbo in cui si erodono i confini tra reale e immaginario, lavoro e spazio intimo, tra teatro e vita quotidiana. Uno spettacolo che è frutto di un lungo lavoro creativo iniziato nel 2015 ad Holstebro, sede dell’Odin Teatret, il gruppo danese fondato da Barba nel 1964.

Seguirà Gianluca Ferrato, in una pochade esilarante in cui il giovane protagonista, creduto gay da sempre, non riesce davvero a far credere che ”Mamma, papà, mi piacciono le donne!” (in Tutto sua madre). Questo esilarante, sottile, profondo monologo, che pare una commedia, ha una particolarità: tutti i personaggi sono interpretati da un unico attore, in una sorta di girandola da trasformista della parola e della voce. Scritto e rappresentato nel 2012 da Guillaume Gallienne, attore e regista di punta della Comédie Française, lo spettacolo ha avuto a Parigi uno straordinario successo e, successivamente, con il titolo Les garçons et Guillaume, à table, ha vinto 5 premi César.

Agnese Fallongo tornerà con la nuova edizione di Letizia va alla guerra, tre grandi donne del popolo, due guerre mondiali, un sottile fil rouge a unirle: uno stesso nome, un unico destino per la suora, la giovane sposa e la puttana. Ci saranno poi Maradona Concerto con Danilo Rea (un’opera-concerto, discreta e innamorata, dedicata ad una delle più grandi emozioni del Novecento, Diego Armando Maradona), Il muro trasparente con Paolo Valerio, storia di Max, un tennista frustrato che spara materialmente 900 volte la palla sulla “quarta parete”, Lucia Poli con un recital sul raffinatissimo scrittore, pittore e audace compositore Alberto Savinio (La pianessa), Anna Galiena (Coppie e doppi, una suggestiva rivisitazione di alcuni tra i più significativi dialoghi di Shakespeare), Laura Marinoni e Stefano Santospago ne La divina Sarah (testo di Eric-Emmanuel Schmitt sulla mitica attrice teatrale e cinematografica francese Sarah Bernhardt).

La stagione in abbonamento comincerà, invece, il 2 novembre con Gabriele Lavia e Federica Di Martino e seguirà una galleria di grandi nomi che conferma il Quirino come il primo teatro di Prosa di Roma, per qualità di proposta, numero di abbonati e spettatori.

Lavia e Di Martino saranno protagonisti de Le Leggi della gravità (2-14 novembre), ambientato in una notte fredda e piovosa A Le Havre, in Normandia, con una donna che entra in un commissariato per autodenunciarsi dell’omicidio del marito dieci anni prima, spingendolo giù dal balcone, dall’undicesimo piano. La legge fisica di gravità è ineludibile. Si prende anche coscienza delle cadute, nella vita.

Dal 16 al 21 novembre, nel Tartufo di Molière, adattato da Roberto Valerio, vedremo l’affascinante Vanessa Gravina, insieme a Giiseppe Cederna e Roberto Valerio; per la prima volta al Quirino, Carlo Buccirosso sarà protagonista di Colpo di scena con il vicequestore Eduardo Piscitelli (dal 23 novembre al 4 dicembre); tornerà l’operetta con La vedova allegra, di Franz Lehar (14-19 docembre); e ancora Molière e il Malato immaginario, con Emilio Solfrizzi, Rosario Coppolino e Antonella Piccolo che ci porteranno nel 2022 (21 dicembre-9 gennaio); Gogol sarà sul palco con L’ispettore generale e l’attore Enrico Guarneri (11-16 gennaio), in una commedia che, dal 1836, anno del debutto pietroburghese, non smette di divertire il pubblico con il suo acre umorismo.

Il classico di Euripide, Le troiane, va in scena dal 18 al 23 gennaio con Elisabetta Pozzi; arriva anche Pirandello con Uno, Nessuno e Centomila e la coppa Pippo Pattavina-Marianella Bargilli (25-30 gennaio); Mariangela D’Abbraccio e Daniele Pecci saranno gli interpreti principali del dramma premio Pulitzer nel 1947 Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams (1-6 febbraio); dall’8 al 20 febbraio sarà il turno di Geppy Gleijeses, Maurizio Micheli e Lucia Poli in Servo di scena, commedia ambientata nell’Inghilterra degli anni 40 che racconta la giornata “finale” di un attore, un grande interprete di “Re Lear” sulla scena, ma nella vita seduttore invecchiato.

Alessandro Haber e Alvia Reale saranno Willy e Linda di Morte di un commesso viaggiatore, di Arthur Miller (22 febbraio-6 marzo); arriverà nuovamente Enrico Guarnieri ne I Malavoglia della Famiglia Toscano di Acitrezza (8-13 marzo); Antonio Catania, Paola Quattrini, Gianluca Ramazzotti nella commedia Se devi dire una bugia dilla grossa (15-27 marzo), con un cast, che vede la partecipazione di Paola Barale nel ruolo di Susanna Rolandi, precedentemente interpretato da Gloria Guida e Anna Falchi, Nini Salerno, Marco Cavallaro e Alessandro D’Ambrosi.

Dal 29 marzo al 3 aprile sarà il turno di Leo Gullotta nell’anonimo ufficio di ogni giorno uguale di Bartleby lo scrivano, di Francesco Niccolini, liberamente ispirato al racconto di Herman Melville del 1853; Marco Paolini sarà protagonista di Ulisse filò (5-10 aprile), un Ulisse che viaggia in incognito e che a chi gli chiede chi sia risponde di essere un calzolaio, un canto che al centro ha lo scontro tra immortalità e morte.

Seguiranno Processo a Gesù, di Diego Fabbri, con Paolo Bonacelli e Marilù Prati (12-17 aprile), La classe, di Vincenzo Manna, con Claudio Casadio e Andrea Paolotti (19-24 aprile), Mimì da sud a sud – sulle note di Domenico Modugno, con e di Mario Incudine, regia di Moni Ovadia e Giuseppe Cutino (26 aprile-1 maggio), per chiudere con Buoni da morire e una diversa e solidale notte di Natale, con Pino Quartullo, Debora Caprioglio e Gianluca Ramazzotti (3-15 maggio).

Tanti i registi noti: Gabriele Lavia, Roberto Valerio, Guglielmo Ferro, Antonello Capodici, Andrea Chiodi, Pierluigi Pizzi, Leo Muscato, Pietro Garinei (rivisto da Luigi Russo), Emanuele Gamba, Marco Paolini, Geppy Gleijeses, Giuseppe Marini, Moni Ovadia, Emilio Solfrizzi.

Difficilmente si poteva fare meglio. E poi uscirà anche uno straordinario volume sulla storia del Quirino. Ben ritrovati, allora.

Il teatro è poesia che esce da un libro per farsi umana.

(Federico Garcia Lorca)