“Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici». Recita così l’articolo 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Articolo purtroppo non sempre rispettato, e il cui contenuto non sempre gode di attenzioni e comportamenti adeguati allo sviluppo delle persone. E proprio su questi temi, dentro una pratica inclusiva tesa a ridare corpo, visibilità e identità, è un’originale mostra fotografica dal titolo “Nessuno escluso” di Christian Tasso (Macerata, 1986), in corso a Milano alla Fabbrica del Vapore nella Sala delle Colonne, a cura di Adelina von Fürstenberg.

Prodotta da ART for The World, la rassegna milanese mette in risalto storie, situazioni e aspirazioni di persone disabili, che, come noi tutti sono cittadini del mondo e attori sociali nelle comunità in cui vivono. La mostra, in quest’ ottica contribuisce a costruire fondamentali processi inclusivi, ma anche uno straordinario veicolo di informazione e solidarietà.

“Nessuno escluso”, infatti, attraverso fotografie di grande e medio formato sottolinea il valore delle diversità, ma anche la necessità di cambi culturali, di processi formativi dentro cui maturare esperienze sinergiche portatrici di ricchezze morali e personali, che dovrebbero essere all’ordine del giorno ma che invece stentano a decollare e ad essere parte integrante nelle comunità, quali risorse di una umanità. E non a caso Tasso ha investito le diverse parti del mondo, con persone immortalate nelle condizioni, professionali e familiari, le più diverse possibili: dall’ Italia all’ Ecuador, passando per la Romania, il Nepal, la Germania e l’ Albania. E ancora, ecco Cuba, Mongolia, India, Irlanda, Svizzera, Kenya, Cambogia, Paraguay ed Etiopia, abbracciando proprio la “diversità” in quei contesti, sociali e personali, in cui vivono, e che l’espressione e la rappresentazione di una assoluta quotidianità.

Anche così “Nessuno escluso” risulta essere un documento di incontro e avvicinamento all’inclusione, uno strumento di conoscenza e di partecipazione alla vita e alla realtà quotidiana. Ogni immagine, del resto, riflette proprio la storia personale del soggetto fotografato, e come ognuno di noi cerca di realizzare un proprio percorso di vita, a significarlo, nella propria storia e nella propria identità.

I due bambini abbracciati, a Chennai in India, o “Manzanillo” a Cuba con un pescatore in barca, “Penipe” in Ecuador, un contadino a Santa Clara, e una coppia di innamorati in Nepal , sono testimoni di tante storie e della loro esistenza, di una presenza densa di significati e di opportunità a cui dar corso.

E a Narok, in Kenya, è la testimonianza di chi Tasso ha immortalato: “Siamo una grande famiglia, e da noi c’è spazio per tutti. Certo, la vita nella savana è difficile, i tanti cambiamenti degli ultimi tempi ci spingono a modificare radicalmente il nostro stile di vita. Ma insieme ce la faremo.”

Ecco, “Nessuno escluso” significa proprio questo, operare per l’inclusione, perché nessuno venga escluso, per la comprensione di un vivere insieme, per la solidarietà, su cui la fotografia di Tasso diventa la narrazione di importanti storie, in cui scoprire vite quotidiane, il lavoro e il piacere di una socialità o della vita e di una possibile esistenza.