Che rapporto avevi con tuo padre, è lui che ti ha trasmesso la passione per la musica?
Mio padre non mi ha mai invogliato, mi ha sempre lasciato fare, era convinto che se doveva venire, la musica sarebbe venuta, e così è stato.

Come è nato e come si è evoluto nel tempo il tuo legame con la chitarra?
Verso i diciotto anni avevo intorno tante chitarre e un giorno ne ho presa una in mano, la chitarra è diventata da subito una prolunga di me stesso, ci vivo in simbiosi, è sempre con me in ogni posto in cui io vada, si tratta di amore, a volte conflittuale, come tutti gli amori, come con le donne, che a volte ti adori, altre ti scanni.

Hai iniziato a esibirti a diciannove anni insieme a tuo fratello Tommy, batterista, e hai suonato con alcuni dei più grandi artisti del nostro panorama musicale, come Renato Zero, Max Gazzè, Negramaro: che tipo di esperienza è stata?
Ho iniziato a suonare in uno street club molto famoso di Rimini che si chiamava "Io", lì ho potuto esibirmi con alcuni artisti conosciuti, quello è stato il mio esordio, poi sono venuti gli altri.

Hai trascorso alcuni anni a New York, raccontaci qualcosa di questa fase della tua vita.
Magnifica. New York è la mia seconda casa, ho tanti amici lì e ci vado sempre, è una città che ti fa sentire davvero al centro di qualcosa, ti fa mettere alla prova, o ti ingoia o ti sputa. Ci sono locali importantissimi che hanno visto l'alba di artisti come Jeff Buckley. Diciamo che ha più senso camminare per New York ascoltando i Velvet Underground, che per Rimini ascoltando gli Strokes. Alla mia età però vivo meglio a Rimini, un conto è la qualità di vita, un conto la musica. In città come New York o Milano devi avere un conto in banca sostanzioso per vivere bene, altrimenti rischi di confinarti in trenta mq e io sono stanco di fare il topo.

Cosa è Viaggi e intemperie?
Viaggi e intemperie è la mia personale proposta dei brani di mio padre, la scenografia è realizzata con delle piantane e delle ristampe di quadri fatti da lui, quindi è come se invitassi le persone nel salotto di casa mia, in un clima piuttosto informale.

Tra le canzoni più conosciute di tuo padre ci sono Agnese, Lugano addio e Firenze, un commento su ognuna?
Agnese mi piace per i suoi cambi di tonalità, li trovo molto divertenti. Lugano addio la sento morbida e giocosa, di Firenze adoro l'apertura e mi piace quando arriva il ritornello.

Tuo padre è stato definito "selvaggiamente libero" perché mai banale, sempre avanti, anche tu sei così?
Oggi nessuno è "selvaggiamente libero", una volta avevi la possibilità di dire ciò che volevi, papà ad esempio parlava di problemi politici in una chiave personale, cantava la guerra come sofferenza. Ora c'è un altro modo di vedere le cose, lui non è mai stato sotto padrone, anche a differenza di altri suoi colleghi del tempo. Io sono estremamente tranquillo, sono uno spirito libero un po' abitudinario, mi piace avere i miei punti di riferimento.

Alcuni sostengono che le tue esibizioni siano in pratica solo cover dei brani di tuo padre, cosa metti di tuo?
In effetti sono solo cover, l'unica cosa che metto di mio è lo strumento vocale. Molti rivedono in me mio padre, ma sai le persone vedono solo ciò che vogliono vedere e l'orecchio è molto selettivo. In realtà io ho un altro timbro rispetto a lui, però è vero che in alcuni punti dello spettacolo lo ricordo molto. A differenza di altri figli d'arte tipo Cristiano De Andrè, io non ho riarrangiato i pezzi di mio padre, perché voglio essere solo un divulgatore della sua musica e suonarla così come è sempre stata e come le persone la rammentano. La vicinanza con mio padre la sento altrove, non sul palco, quando mi esibisco faccio solo il mio lavoro, confondere i due piani può essere molto pericoloso e anche ingiusto. Credo che le cose vadano prese con leggerezza, ad esempio alcuni brani di mio padre, come Signora bionda dei ciliegi, io non li canterei mai, perché non sono nelle mie corde.

Come sta andando il tour?
Molto bene, abbiamo avuto un gran riscontro di pubblico, soprattutto in estate. Siamo in crescita. Da poco è uscito anche un disco dal titolo Tributo a Ivan Graziani al quale hanno partecipato artisti e amici come Marlene Kunz, Cristina Donà, Giovanardi e tanti altri.

Se volete saperne di più su Filippo Graziani, vi invitiamo a visitare il sito filippograziani.it