Dall'alto della sua curiosità onnivora Mauro Ottolini, arrangiatore e compositore multi-tasking, che in carriera ha collaborato con un vasto roster di musicisti (persino Grace Jones e Gino Vannelli), il cui strumento favorito resta il trombone, ha tratto un progetto avvincente e coraggioso: Sea Shell. Musica per conchiglie (Azzurra Music), mette il punto o meglio stabilisce una nuova partenza a una ricerca che parte da lontano, scaturita da un incontro karmico con Steve Turre, trombonista spesso al fianco del leggendario Dizzy Gillespie nella United Nation Orchestra, che con Sanctified Shells, disco oramai fuori catalogo, stupì per profondità e bellezza. Mauro è andato addirittura oltre, perché in questo suo lavoro, dedicato all'universo marino messo a repentaglio dall'ottusità dell'uomo, non ha utilizzato nessuno strumento convenzionale, ma solo e unicamente dei suoni naturali, o meglio non artefatti: dal mare alle cicale, agli strumenti aborigeni e quelli artigianali sardi in armonica commistione con le percussioni, le voci delle balene o con il rumore dei detriti marini calpestati.

I brani sono tutti originali e senza alcuna sovraincisione. "Si tratta di un progetto - ribadisce entusiasta - che ho curato e approfondito tantissimo, probabilmente da vent'anni a questa parte, attraversando anche dei momenti difficili, perché lo sforzo è stato veramente supremo. Ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere Steve, cementando con lui una solida amicizia. Lo vedevo sempre trafficare con le conchiglie fino al giorno in cui su una bancarella ne ho trovata una e allora l'ho pregato di insegnarmi a suonarla. Lui mi ha risposto che mi avrebbe insegnato a costruirla, perché ognuna deve essere adattata alla propria morfologia personale, ma che da quel momento in poi sarebbe stato affare mio, perché non c'è una tecnica univoca, essendo tante e diverse le conchiglie stesse, oggi come oggi invece a suonarle siamo in pochi, nonostante il loro fascino ancestrale, si possono considerare il primo strumento a fiato nella storia dell'uomo, anche se il loro suono è validissimo anche percuotendole."

Come hai messo insieme i tasselli di questo affascinante lavoro e con quale obiettivo?

Con l'aiuto di Maurilio Balzanelli, anche lui percussionista, abbiamo iniziato a sperimentare, accorgendoci che i suoni che riuscivamo a tirar fuori erano interessanti. Con noi c'erano anche Vincenzo Vasi, un rumorista che non esito a definire geniale (inamovibile in tutti i recenti album di Vinicio Capossela n.d.r), che usa i suoni più disparati e Gavino Murgia vocalità sarda particolarmente duttile, che rinnova ed estende la tradizione dei Tenores. Con loro abbiamo costruito una musica senza l'aiuto di auto-tunes o metronomi, anzi sono state le conchiglie stesse quasi a guidarmi nel trovare la loro giusta intonazione. Lo scopo principale del disco è quello di lanciare un forte messaggio ecologista, grazie al sostegno fornito da Greenpeace, Legambiente, Umbria Jazz, Doc Servizi e FestambienteSud, oltre alla capacità di saper creare anche una dimensione di ascolto peculiare, tale da catalizzare l’attenzione dell’ascoltatore in modo inusuale e autenticamente mistico, anche in sala sono successe delle robe quasi assurde in sede di controfase. Anche per questo a corredo del disco c'è un cartone animato che ho diffuso sul mio canale YouTube in cui il protagonista è un Paguro che si avventura per mare alla ricerca della sua nuova regina delle conchiglie, che ha la voce di Vanessa Tagliabue Yorke, trovando purtroppo solo rifiuti, rottami e plastica, ed è quindi costretto a ripiegare la sua vita in un bicchierino di plastica. Niente di più attuale purtroppo considerando che gli oceani costituiscono il polmone (malato ahimè), del mondo.

Da dove arrivano le tue conchiglie? Immagino che oltre la passione e la ricerca poi tu ne sia diventato anche collezionista...

Ho una collezione di non so quanti pezzi, anche perché ogni tanto qualcuna si rompe. Molte sono italiane, ma vengono anche da Thailandia, Madagascar, Costa Rica. Dal Brasile invece arriva quella che ha il diametro più grande, di 63 cm: è capace di emulare il MI basso del trombone. Anche a Cuba ne avevo prese di magnifiche, salvo scoprire che erano state riempite di gesso e polistirolo nel fondo, per trasformarle in souvenir, quindi erano inutilizzabili. Molte le trovo sulle spiagge, alcune appunto le compro sulle bancarelle, in questo ultimo periodo addirittura le sto ricevendo a casa: possono essere così trasformate in strumenti a fiato o a percussioni. Fin dall'antichità sono state usate per emettere suoni o per comunicare. Di recente sono stato insignito anche di un battesimo: una conchiglia mai vista prima, che si trova presso l'omonimo Museo di Ascoli Piceno, è stata denominata con mio grande piacere la Ottolina.

Ma proprio tutte possono essere suonate?

Purtroppo no. Non tutte hanno questa peculiarità, alcune come il tritone marino, che costituisce anche un magnifico esempio artistico, essendo presente nell'incomparabile scenario della fontana di Trevi a Roma, ha una sonorità magnifica, piena di armonici, come quella di un flauto gigante. Opportunamente riviste e modificate, danno grandi soddisfazioni, anche se bisogna essere bravi nel modificarle con gli strumenti adatti, perché il loro guscio è duro. Occorre inciderlo con delle punte diamantate rispettandone l'anima e la loro musicalità particolarissima, che procede in maniera autonoma, con giusto un paio di semitoni, massimo tre: non ci puoi chiudere una scala.

I brani sono tutti originali scritti e arrangiati per conchiglie, e i titoli stessi ci raccontano già una storia. Unica eccezione è rappresentata dal brano La Madonna delle conchiglie, dove c'è il cameo di Vinicio Capossela che l'aveva già eseguita in un suo precedente disco... epilogo naturale?

Insieme a Franco D'Andrea, mio maestro da tanti anni e prodigo di incoraggiamenti, devo appunto ringraziare Vinicio che dall'alto della sua fantasiosa curiosità, proprio in occasione del suo disco Marinai, profeti e balene mi disse che appunto aveva scritto un pezzo dove voleva che io suonassi le conchiglie. Dopo il disco andammo in tour, bello intenso fra l'altro, e lui voleva sempre che le suonassi. Abbiamo ripreso questa sua ode in una versione ancora più suadente e ottimista, che lui ha apprezzato moltissimo, in cui lui canta senza suonare il piano, su una base creata da me fatta esclusivamente di conchiglie e qualche piccola percussione.

Sembra una storia di fantasia, invece è tremendamente realistica, oltre che attuale...

Difatti l'immagine scelta per il disco è una foto realmente esistente, purtroppo. Ho letto su un giornale che l'inquinamento del mare ha toccato dei picchi così alti che l'acidità connessa è capace purtroppo di sciogliere questa straordinaria creatura mistica che è la conchiglia. È per questo che il disco oltre al sestetto con cui lo eseguiremo dal vivo si chiama Sea Shell, proprio per sensibilizzare l'opinione pubblica al riguardo: quando il mare, gli oceani, i laghi e le sorgenti ormai saranno totalmente inquinati l’uomo sarà costretto per sopravvivere a diventare un nomade per trovare qualche falda d’acqua ancora potabile.

Tra poco invece andrete dal vivo, ma come si fa a riproporre dal vivo un concerto così?

Dal vivo saremo in sestetto: insieme a Vincenzo Vasi che oltre ad affiancarmi sulle conchiglie suona anche il theremin, poi Antonio Coatti, Simone Padovani e Maurilio Balzanelli, che ha sviluppato l'album con me, suonando vari tipi di percussioni. A completare il tutto il bassista Giulio Corini. Sarà un concerto non semplice da realizzare, ma proprio per questo parecchio stimolante e sono davvero contento di poterlo presentare presto in vari contesti stimolanti come Umbria Jazz, o il Lokomotive Fest in Puglia o ancora il Brain Zone Music Festival sul Garda.

Cosa ti aspetta adesso?

Molta promozione su questo progetto e sulla bella cosa che abbiamo elaborato con Fabrizio Bosso sulla Storyville. Per fortuna il calendario è molto fitto e alcune cose non sono riuscito purtroppo a incastrarle. Vorrei approfondire inoltre i disegni animati, l'altra mia grande passione, per cui realizzare un filmato a cartoni animati di 40 minuti con musica e sceneggiatura firmate da me, sempre con lo staff che ha realizzato questo video a corredo di Sea Shell, che voglio ricordare ovvero, Hermes Mangialardo che si è occupato dell'animazione e della sceneggiatura, Piero Schirinzi che ha disegnato e Paolo Pinaglia che ha curato la post produzione del video.