Se ci si reca nel sud dell’Italia, alcuni tra gli elementi più caratteristici e unici da scoprire sono i trulli: strutture particolari, simili a casette con tetti a punta, composti di pietre poggiate le une sulle altre senza l’aiuto di leganti.

Si trovano nella bellissima Puglia e hanno origini davvero antiche. Molti ritengono che i primi a costruirli furono gli autoctoni di zona, utilizzando ciò che le caratteristiche territoriali avevano da offrire; le rocce che venivano tolte dai campi al fine di renderli coltivabili. Erano, infatti, la base strumentale e motivazionale che ha portato i primi fautori a servirsi proprio delle pietre per creare queste strutture. Altri pensano, invece, che ci sia stata un’influenza mediorientale (come quella greca o fenicia) che abbia poi determinato costruzioni con questa forma e questi materiali.

La loro struttura - molto simile a quella della tomba micenea a tholos, databile tra il 1500 e il 1250 a.C. - prevede una pianta quadrata o tonda (nel caso dei trulli più antichi), con muri robusti con altezza che non supera generalmente i 2 metri e con larghezza variabile tra gli 80 centimetri e il metro e mezzo. Il tetto è a semicupola (detto “a candela”), con pietre che man mano vanno a stringersi concentricamente verso il punto più alto, per poi chiudersi con un masso che costituisce l’apice della struttura. Il tetto così formato viene poi rivestito da un manto di copertura di sottili lastre di pietra calcarea (chiancarelle) disposte in modo tale che la pioggia possa scivolare agevolmente verso il terreno.

La porta è di piccole dimensioni e solo in alcuni sono previste finestrelle con la funzione di sfiatatoio per i gabinetti rudimentali ricavati all’interno. Questo, unito al grosso spessore dei muri, garantiva una temperatura interna costante e favoriva la conservazione dei cibi.

Inizialmente il trullo prevedeva un unico ambiente, con un soppalco interno dove conservare prodotti o piccole attrezzature agricole al riparo da condizioni climatiche avverse; successivamente vennero utilizzati come abitazioni, con ambienti accostati gli uni agli altri e con pozzi e cantine al lato esterno.

Il trullo più antico è stato costruito nel 1559 nella Contrada Marziolla di Locorotondo e la data di costruzione è certa perché è stata riportata sull’architrave della porta di ingresso; in ogni caso inizialmente queste strutture avevano la sola funzione di riparo temporaneo per i contadini di zona.

Il luogo più caratteristico in cui sono presenti veri e propri agglomerati di trulli, a formare una sorta di centro urbanizzato, è la città di Alberobello, con le sue 1500 strutture di questo tipo, ognuna attrezzata con un proprio orto, come case più o meno grandi a seconda delle condizioni economiche e sociali dei proprietari. Il più grande tra questi è il “Trullo Sovrano”, l’unico trullo ad avere un vero e proprio piano sopraelevato a cui si può accedere attraverso una piccola scala. La cupola più alta si eleva per circa 14 metri ed è collocata al centro di una struttura che prevede ben 12 coni. Venne realizzato a partire dal 1600 e più tardi venne ampliato e usato come dimora del sacerdote Cataldo Perta. Successivamente l’edificio venne utilizzato per diversi scopi: fu, infatti, cappella, spezieria, oratorio campestre e nel 1800 vennero depositate lì le reliquie dei Santi Cosma e Damiano e 26 anni dopo fu sede della Confraternita del SS. Sacramento. Nel XIX secolo divenne di proprietà della Famiglia Sumerano che vi abitò e ad oggi è un museo al cui interno sono conservati tutti gli arredamenti e gli oggetti presenti nel passato. Nel 1923 il Trullo Sovrano fu dichiarato monumento storico e dal 1996, insieme a tutti i trulli di Alberobello, è nella lista dei siti indicati come Patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) e che sono ovviamente motivo di vanto per i cittadini pugliesi e per l’Italia in generale.

Ad Alberobello si trova anche il cosiddetto “trullo siamese”: il primo trullo doppio della storia. È composto, infatti, di due strutture di uguale altezza poste l’una accanto all’altra, con due ingressi separati, numerosi vani interni e un basso focolare senza finestre. Inizialmente i due trulli erano comunicanti e poi la porta interna venne murata a causa – come sostiene la leggenda popolare della zona – dell’astio tra i due fratelli che vi abitavano, creatosi per una ragazza, fidanzata di uno e amante dell’altro.

Una delle curiosità storiche più interessanti riguarda la motivazione per la quale i trulli siano stati costruiti senza leganti come la malta. Fino al 1700, infatti, era in vigore la “Pragmatica de Baronibus” che prevedeva tasse ingenti sulle nuove fabbricazioni o insediamenti. All’epoca del feudalesimo, quindi, i grandi proprietari terrieri concessero ai contadini di poter costruire queste strutture senza leganti in modo tale che, nel caso ci fosse stata un’ispezione da parte delle autorità competenti, i contadini stessi avrebbero potuto abbatterle rapidamente, eludendo così controlli e tassazioni.

I trulli, pur scoperti isolati in altre parti del mondo (Siria, Libia, Spagna, Irlanda, Scozia, Dalmazia) e della penisola italica (Liguria, Sardegna e Pantelleria) rimangono elementi chiave della storicità e tradizione del sud Italia e sono oggetto di numerosissime visite da parte dei turisti, che promuovono così la conoscenza diffusa delle bellezze e caratteristiche del nostro Paese.