La Chiesa del Santissimo Nome di Gesù a Roma, meglio conosciuta come Chiesa del Gesù, è la chiesa madre della Compagnia di Gesù e rappresenta uno degli esempi più significativi dell'architettura e dell'arte barocca a Roma. L'idea di edificare una chiesa per l'ordine gesuita venne nel 1551 a Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia, tuttavia questo morì prima di vedere il suo progetto realizzato
Storia della chiesa
La costruzione iniziò nel 1568 e fu completata in gran parte entro il 1584, i lavori furono finanziati principalmente dal potente cardinale Alessandro Farnese, nipote di Papa Paolo III, il quale aveva autorizzato la fondazione dell'Ordine Gesuita.
I primi lavori, dal 1568 al 1573, furono diretti da Jacopo Barozzi da Vignola. Dopo la sua morte, la direzione del cantiere passò a Giacomo Della Porta, fino al 1580, che rielaborò il disegno della facciata e progettò la cupola. Il 25 novembre 1584 avvenne la consacrazione del tempio.
La Chiesa del Gesù è considerata la prima chiesa gesuita di Roma e il suo design divenne un modello per molte altre chiese della compagnia in tutto il mondo, specialmente nelle Americhe, contribuendo a diffondere lo stile barocco.
Le ricche decorazioni interne, aggiunte in gran parte nel XVII secolo, sono un trionfo dell'arte barocca. Spiccano, in particolare, gli affreschi della volta della navata centrale, della cupola e dell'abside, opere di Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccia. Tra le altre opere notevoli, vi è l'imponente altare di Sant'Ignazio di Loyola, ricco di marmi e pietre preziose, con la famosa "macchina barocca" che rivela una statua del santo.
La facciata della Chiesa del Gesù, con il suo dinamismo e le sue proporzioni, è considerata un modello per l'architettura barocca e ha influenzato la costruzione di numerose chiese gesuite in ogni angolo della terra.
Arte presente nella chiesa
La Chiesa del Gesù è un capolavoro dell'arte barocca, riccamente decorata, e incarna perfettamente lo spirito della Controriforma, utilizzando l'arte per ispirare devozione e meraviglia.
La facciata, progettata da Giacomo Della Porta, è un esempio chiave dell'introduzione del barocco nell'architettura. Presenta elementi rinascimentali mescolati a una maggiore dinamicità e decorazione, che sarebbero diventati i tratti distintivi dello stile barocco.
L'interno è caratterizzato da un'unica navata ampia con cappelle laterali interconnesse invece di navate minori, un layout che mirava a focalizzare l'attenzione dei fedeli sull'altare maggiore e a facilitare la predicazione. La decorazione interna è sontuosa e illusoria, con un uso abbondante di marmi colorati, dorature, stucchi e affreschi.
Le decorazioni più celebri sono gli affreschi della volta della navata, del catino absidale, del transetto e della cupola centrale, realizzati dal Baciccia tra il 1674 e il 1679. In particolare, il Trionfo del Nome di Gesù sulla volta della navata è un esempio straordinario di pittura illusionistica barocca. Il pittore genovese utilizzò tecniche prospettiche audaci e l'integrazione di sculture in stucco per creare l'illusione che le figure celesti sfondassero la cornice e si proiettassero nello spazio della chiesa, coinvolgendo lo spettatore in un'esperienza spirituale e teatrale.
L’altare maggiore e le cappelle
L'attuale altare maggiore, progettato da Antonio Sarti a metà del XIX secolo, è dominato da quattro colonne sotto un timpano neoclassico, e la pala d'altare raffigura la Circoncisione di Gesù di Alessandro Capalti.
Nel transetto sinistro si trova la sontuosa Cappella di Sant'Ignazio di Loyola, opera di Andrea Pozzo, un altro gesuita e artista di spicco del Barocco. Questa cappella, realizzata tra il 1695 e il 1699, è un trionfo di marmi preziosi, bronzi dorati e argento. L'altare ospita il corpo di Sant'Ignazio e presentava originariamente una statua d'argento del santo (fusa in seguito per esigenze belliche e poi sostituita). La cappella è famosa anche per un meccanismo che, in occasioni speciali, rivela la statua del santo.
Nel transetto destro, la Cappella di San Francesco Saverio, co-fondatore dei Gesuiti, presenta un altare progettato da Pietro da Cortona e una pala d'altare di Carlo Maratta raffigurante La Morte di San Francesco Saverio, contiene anche un reliquiario d'argento con l'avambraccio destro del santo.
I restauri
La Chiesa del Gesù a Roma, fulcro e chiesa madre della Compagnia di Gesù, non è solo un capolavoro architettonico e artistico del Barocco, ma anche un edificio che, sin dalla sua costruzione, ha richiesto e continua a richiedere costanti e meticolosi restauri. Questi interventi sono fondamentali per preservare la sua straordinaria bellezza e integrità strutturale, minacciate dal tempo, dall'usura e talvolta da eventi storici.
La storia dei restauri della Chiesa è intrinsecamente legata alle vicende storiche della Compagnia di Gesù e della città di Roma stessa.
Nel XIX Secolo, dopo la soppressione dell'ordine gesuita nel 1773, la chiesa subì un periodo di abbandono e parziale spoliazione. Il suo ritorno ai Gesuiti nel 1814 segnò l'inizio di una nuova era di cura e rinnovamento. Un periodo particolarmente significativo di restauro e abbellimento si verificò tra il 1858 e il 1861. Fu in questi anni che il Principe Alessandro Torlonia, con la sua generosità, finanziò l'imponente rivestimento marmoreo della navata, conferendole l'aspetto sontuoso attualmente visibile, non solo la navata, ma anche la tribuna e l'altare maggiore furono oggetto di un profondo abbellimento. È interessante notare come l'altare maggiore originale, attribuito a Giacomo della Porta, fu rimosso durante questi interventi ottocenteschi per fare posto a una nuova e più grandiosa concezione, riflettendo il gusto dell'epoca e il desiderio di restituire alla chiesa il suo antico splendore dopo anni di difficoltà.
La cura del presente
La necessità di restaurare e conservare la Chiesa del Gesù non si è mai interrotta, anche negli ultimi anni, diversi progetti hanno mirato a preservare specifiche opere d'arte e aree della chiesa.
Nei primi anni del nuovo millennio, il Gruppo Pouchain, ha effettuato numerosi interventi di restauro monumentale, quindi statici, architettonici, lapidei, intonaci, superfici decorate, eccetera, oltre ad interventi ad opere storiche artistiche. In tutte le tipologie, l’attività di restauro è stata sempre supportata da una specifica e approfondita diagnostica.
Il 2022 ha visto il completamento di due restauri di grande rilievo. Ad aprile è stato ultimato il restauro della pala d'altare dell'altare maggiore, un'opera che è tornata a risplendere in tutta la sua magnificenza. Poco dopo, a giugno, è stato il turno della riqualificazione del presbiterio, un'area liturgica centrale che ha riacquistato nuova dignità e funzionalità.
Il lavoro di conservazione e restauro è un processo continuo, sottolineando la costante attenzione alla manutenzione e al recupero del patrimonio artistico. Un esempio concreto di questi interventi continui è il progetto realizzato nell'area del presbiterio, sostenuto dalla Fondazione Roma, che dimostra come la collaborazione con enti esterni sia fondamentale per il successo di tali imprese. Questi interventi non si limitano a grandi opere, ma includono anche la conservazione preventiva e il restauro di affreschi, sculture, marmi e decorazioni minori, spesso meno visibili ma altrettanto vitali per la tutela dell'insieme. La pulizia di superfici deteriorate, il consolidamento di intonaci distaccati, il restauro di cornici lignee o dorate, la ripristinazione di vetrate, sono tutti esempi di interventi costanti che garantiscono la longevità del patrimonio artistico.
Nonostante la sua importanza storica e artistica, la Chiesa del Gesù si trova di fronte a una sfida perenne in termini di finanziamenti. Sebbene sia affidata ai Gesuiti, la chiesa è di proprietà del Fondo Edifici di Culto (FEC) del Ministero dell'Interno della Repubblica Italiana. La Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma è l'ente preposto alla sua tutela e protezione. Le principali fonti di finanziamento provengono dalla generosità dei Fedeli e dei Visitatori, le donazioni del pubblico rappresentano una fonte vitale di sostegno. Molti fedeli, consapevoli dell'enorme valore della chiesa, contribuiscono volontariamente ai costi di mantenimento e restauro. Spesso, vengono lanciate campagne di raccolta fondi specifiche per il restauro di singole opere d'arte o aree della chiesa, permettendo ai donatori di "adottare" simbolicamente una parte di questo patrimonio.
Alcuni interventi di restauro sono stati resi possibili grazie a finanziamenti derivanti dal Gioco del Lotto, come previsto dalla Legge 662/96.
Questi sforzi congiunti, dalla generosità individuale ai grandi investimenti istituzionali, sono ciò che permette alla Chiesa del Gesù di continuare a brillare come uno degli esempi più straordinari dell'arte barocca e di rimanere un luogo vibrante di fede e cultura nel cuore di Roma.
La Chiesa del Gesù è la chiesa madre della Compagnia di Gesù (i Gesuiti) e rappresenta uno degli esempi più significativi e influenti dell'architettura e dell'arte a Roma: si tratta di un capolavoro del Barocco con una storia ricca e complessa, ma la sua conservazione richiede costanti interventi di conservazione e restauro.















