Quest'anno oltre al cinquecentenario della morte di Leonardo si celebrano anche i cinquecento anni dalla nascita di Cosimo I dei Medici, nato il 12 giugno 1519; non fu né un artista né un grande genio come Leonardo, tuttavia, è stato per la città di Firenze di un’importanza unica.
Figlio di Maria Salviati e del grande condottiero Giovanni dalle Bande Nere era, quindi, un esponente del secondo ramo della famiglia Medici, quello che originò dal fratello di Cosimo il Vecchio, Lorenzo. Divenne prima Duca della città nel 1537 e poi primo Granduca di Toscana nel 1569, per volere di Papa Pio V.
Perché possiamo considerare Cosimo I uno dei migliori membri della famiglia Medici? Innanzitutto, perché volle bene alla città come pochi avevano fatto prima di lui e creò quel territorio che con l'unità d'Italia sarebbe diventata la regione Toscana.
L’inizio però fu tutt’altro che facile. Cosimo rimase orfano di padre all'età di 7 anni e fu allevato dalla madre Maria Salviati nella villa di Castello alle porte di Firenze. Dopo la morte del Duca Alessandro dei Medici, ucciso dal cugino Lorenzaccio nel 1537, fu eletto nuovo Duca di Firenze da un gruppo di senatori, appoggiati dalle famiglie fiorentine più importanti. Lo scelsero sia perché era l'unico Medici eleggibile e perché pensavano che un ragazzo di 18 anni potesse essere manipolato e gestito facilmente; questo fu un errore gravissimo.
Era il 9 gennaio del 1537 quando mise per la prima volta piede a Palazzo Vecchio, sede del governo fiorentino; il giovane Cosimo, allora diciottenne, si trasformò da subito in un leader fantastico capace di far fronte alla rivolta delle famiglie, che lo avevano messo sul trono e che ora volevano sbarazzarsene vista l'impossibilità di controllarlo.
Organizzò un esercito, e grazie anche all’aiuto dell’imperatore Carlo V, sconfisse le famiglie ribelli a Montemurlo nei pressi di Prato, dando vita a un governo che sarebbe durato 27 anni, fino al 1564, quando lasciò le redini al figlio Francesco I.
La fortuna di Cosimo si legò anche alla moglie Eleonora di Toledo, che sposò nel 1539. Era figlia del ricco Marchese di Villafranca Pedro Alvarez di Toledo. Fu un matrimonio tra i più riusciti di tutta la dinastia dei Medici, i due si amarono moltissimo. Ebbero 12 figli e quando Eleonora nel 1562 si ammalò di malaria e morì improvvisamente, Cosimo cadde in depressione e due anni dopo decise di lasciare il trono nelle mani del figlio maggiore Francesco I.
Vediamo ora i tratti salienti del regno di Cosimo I. Egli fu il primo membro della famiglia Medici ad abbandonare la storica residenza di Palazzo Medici nel 1540 per trasferirsi con la giovane moglie all'interno di Palazzo Vecchio, sede del governo. Fu in questa occasione che incaricò i suoi artisti di fiducia, Baccio Bandinelli e la bottega del Vasari di ridecorare il Palazzo e soprattutto di creare una serie di appartamenti per lui e la moglie che oggi sono dei veri e propri capolavori con affreschi che mettono in risalto la figura di Cosimo I e dei personaggi più eminenti della dinastia medicea. Gli appartamenti di Cosimo I e della moglie Eleonora di Toledo fanno parte del percorso espositivo del Museo di Palazzo Vecchio.
Nel 1555, conquistò la città di Siena gettando il seme per la creazione del Granducato di Toscana. Mentre 5 anni più tardi dette il via ai lavori per la costruzione di una struttura che ospitasse le 13 magistrature fiorentine e che si trasformò successivamente nel Museo più importante al mondo di opere pittoriche rinascimentali: gli Uffizi.
Nel 1562, fondò l'Ordine Marittimo di Santo Stefano con sede a Pisa nell'attuale Piazza dei Cavalieri. Esso aveva il compito di proteggere le coste mediterranee dagli attacchi dei nemici. Nel 1565, incaricò il Vasari di costruire un corridoio che collegasse Palazzo Vecchio con Palazzo Pitti, nuova residenza dei Medici. Esso venne successivamente definito Corridoio Vasariano e ospita ancora oggi al suo interno la collezione più importante di autoritratti nel mondo.
Infine, venne eletto Granduca di Toscana, correva l'anno 1569. Fu poi il figlio Ferdinando I che per commemorarlo dopo la morte, avvenuta nel 1574, fece realizzare al Giambologna una statua equestre in bronzo che si trova in Piazza della Signoria, che fu e che sarà sempre la sua residenza.