L'album contiene cinque brani scritti da Pariotti e Regoli e una cover della celebre Mr. Crowley di Ozzy Osbourne. In organico entra il leggendario drummer americano John Macaluso (già con Tnt, Ark, Symphony X, Michael Romeo, Yngwie Malmsteen, per il quale ancora oggi vanta l'invidiabile record di essere l'unico ad aver registrato e pubblicato un assolo di batteria). Alla chitarra la partecipazione di Mario Schilirò, collaboratore ultraventennale di Zucchero e dei migliori autori della musica italiana.

A quasi dieci anni di distanza dal Pittore Volante tornate con un album di inediti. La prima cosa che colpisce è il titolo: In Rock ricorda il capolavoro dei Deep Purple ma evoca anche una scelta di campo artistica e musicale. Qual è lo spirito di questo nuovo album?

In Rock rappresenta la chiusura di un triangolo ideale nato 47 anni fa con Per un mondo di Cristallo, un album nel quale determinate atmosfere trasferivano inquietudini e domande proprie dei giovani dell’epoca: c’era la paura del futuro, dei conflitti civili e soprattutto dei guai nei quali si stava cacciando l’uomo con le proprie mani con i rischi della guerra atomica. Quattordici anni dopo il mondo venne quasi intossicato da Chernobyl, un episodio che in qualche modo pareva aver messo in guardia le coscienze ma evidentemente nulla è servito se ancora oggi continuiamo ad autosoffocarci bruciando fuochi e riempiendo i mari di nefandezze di ogni genere. Se anche ci fosse stata la speranza di un “Cambiamento” nel quale ognuno di noi confidava al tempo del secondo lato dell’ideale triangolo, ovvero Il Pittore Volante, direi che questa speranza è venuta meno. La trilogia di brani inediti di In Rock è proprio il racconto del requiem del genere umano come abbiamo imparato a conoscerlo noi, dove tutti gridano a parole di non voler andare incontro al disastro finale senza rendersi conto che la morte è già di fatto tra noi.

Dal punto di vista strettamente sonoro è innegabile che la componente "rock" abbia in questo lavoro un peso specifico non indifferente. Sin dalle origini La Raccomandata ha vissuto dentro sé dei conflitti tra una sua anima più devota al rock e un’altra più legata a sonorità jazz. Questo non vuol dire che quest’ultima sia stata sopraffatta ma ci sembrava solo che un suono più duro aiutasse a tradurre meglio il disagio e alcuni stati d’animo che abbiamo lavorato in prima linea ad arrangiamento e creazione dei brani.

A questo proposito è doveroso anche menzionare il contributo fondamentale di Nanni Civitenga, altro membro fondatore della Raccomandata tutt’ora presente nel progetto, la cui sensibilità e gusto di arrangiatore e musicista di prima qualità ha aiutato non poco a ricondurre sul giusto piano alcuni picchi di dinamica raggiunti grazie all’apporto di John Macaluso. Non dobbiamo dimenticare poi il grande lavoro di Alessandro Tomei e Lorenzo Milone, incredibili musicisti e da tempo compagni nel viaggio della Raccomandata.

È proprio il caso di dire "album", visto che si tratta di una pubblicazione esclusivamente in vinile. Come mai questa scelta?

Il vinile è un oggetto di culto per chi ama la musica, soprattutto oggi che è fortemente in ribasso l’utilizzo del CD, a discapito del download. Ci è parso pratico e al tempo stesso romantico puntare su questo format; in questo abbiamo trovato la collaborazione attenta di Matthias Scheller di AMS che ha da subito sposato la scelta. Le dimensioni del vinile, la possibilità di poter inserire dei contenuti più godibili dal punto di vista estetico rispetto a un CD ci intrigavano sin dal primo momento; volevamo rendere giustizia a quegli eroi che ancora oggi acquistano musica senza scaricarla selvaggiamente magari ancor prima che sia ufficialmente nei negozi. Abbiamo provato a realizzare per loro un prodotto gradevole non solo (è un auspicio ovviamente) dal punto di vista sonoro, ma anche strettamente estetico.

Nel corso degli ultimi anni la RRR ha spesso cambiato organico, oggi vi trovate con una formazione completamente nuova: quali sono le sue caratteristiche rispetto alle precedenti?

Il sound della RRR 2019 è più vicino ad alcune asprezze proprie dei primissimi DGM nei quali Luciano e Maurizio hanno militato per tutti gli anni ’90. Questo però non toglie nulla allo spirito della Band, perché la formazione attuale ha saputo integrare perfettamente come un corpo unico l’esperienza dei nuovi membri, i quali si sono calati nelle atmosfere del gruppo fino agli interstizi più profondi dando quel tocco di modernità che ci permetterà di dialogare con un pubblico che ami più sfaccettature di rock.

Gli appassionati del rock internazionale e italiano avranno subito notato la presenza di John Macaluso e Mario Schilirò, che davvero non hanno bisogno di presentazioni. qual è stato l'apporto offerto a In Rock da parte di questi due grandi musicisti?

Mario e John hanno per qualche mese militato in una power combo che aveva proprio Luciano alla voce, i brani dei loro set attingevano quasi totalmente a Hendrix, Zeppelin e sonorità tipicamente 70’s. È stato naturale sviluppare con loro una collaborazione parallela nella RRR che diventasse un brano a tutti gli effetti ne Il momento supremo, i cui suoni non celano affatto delle matrici hard rock. Mario ha accolto con piacere e curiosità questa esperienza che lo ha portato a tuffarsi di nuovo nel progressive che lo vide protagonista con i Teoremi ed è stato bello ascoltarne le trame. Purtroppo, essendo impegnatissimo in giro per il mondo con Zucchero è stata una collaborazione conclusasi con un unico pezzo; la speranza è di poter suonare ancora assieme in futuro magari in un live in coppia con il nostro Lorenzo Milone, ricreando la magia di quei giorni in sala di incisione. John nonostante la sua attività frenetica di turnista ci ha dato una immediata disponibilità per continuare a lavorare assieme a un secondo brano (Mr. Crowley) e a eventuali progetti live e questo è stato per noi tutti fonte di orgoglio, trattandosi di un musicista di storia, esperienza e qualità totalmente fuori dalla norma.

In Rock non è un semplice LP ma un percorso concettuale. I primi tre brani compongono una vera e propria suite, un oscuro viaggio nella morte.

Quei brani riflettono un’idea pessima e pessimista di come stiano andando le cose attorno a noi in quanto uomini. C’è anche una seconda chiave di lettura, più intima alla band in senso stretto: tornando dalla meravigliosa esperienza del tour giapponese a fine 2017, ci siamo ripromessi di mantenere alte le sensazioni e le aspettative arrivate da laggiù, puntando sulla qualità del lavoro che avremmo realizzato, a discapito della quantità o velocità di chiudere un album. Non si è trattato di una scelta “elitaria” ma di una assoluta necessità di dare il giusto senso alle cose che avevamo ancora da dire. È stato, quindi, naturale trasferire queste sensazioni su dei brani che metaforicamente rappresentano la fine di un ciclo vitale ma al tempo stesso provano ad aprire un portale nuovo sul futuro della Raccomandata. Abbiamo sempre la speranza di potere essere ancora testimoni vigili della contemporaneità attraverso la musica, e solo il tempo ci dirà se abbiamo avuto ragione nell’essere stati in questo un po’ più attenti e selettivi.

Sul lato B compaiono La spiaggia e Raoul, risalenti al Pittore volante. Come mai questo inserimento?

Quando venne realizzato il vinile del Pittore Volante, la durata totale era eccessiva rispetto alle possibilità di stampare un vinile unico, e per evitare di penalizzare la qualità con dei solchi più piccoli a discapito dell’ascolto, decidemmo a malincuore di lasciare fuori questi brani. Non c’era occasione migliore per poter dare a queste canzoni il giusto e meritato riconoscimento, trattandosi di due piccole gemme che per suono e intensità dell’interpretazione hanno regalato molto alla resa qualitativa. Sono brani tra l’altro che eseguiamo normalmente dal vivo e ci consentono di spezzare l’intensità e il pathos che si crea eseguendo soprattutto il set tratto da Per un mondo di cristallo.

Colpisce la presenza della cover di Mr. Crowley di Ozzy, perfetta per le tonalità fosche del disco ma spiazzante per chi conosce la RRR. Perché questo brano?

Il suono sintetizzato con Luciano nella fase iniziale di composizione degli inediti si avvicinava in molti casi ad una sorta di doom di Sabbathiana memoria, e come per magia anche i brani della suite hanno preso vita con questa sorta di odore di fondo sulfureo e liturgico. La scelta successiva di registrare Mr. Crowley è stata naturale: avendo già in passato omaggiato un artista geniale quale Arthur Brown (che è stata anche una delle principali fonti di ispirazione per la musicalità di Luciano), ci è parso naturale spostarci di qualche anno e scovare questo brano per molti versi criptico, che contribuì non poco a tacciare Osbourne di dispensatore di messaggi occulti. In ogni caso di Ozzy Osbourne si potrà dire qualsiasi cosa ma non che non si tratti di un musicista geniale e visionario.

Non ultimo, avendo John Macaluso, in gioventù allievo di Tommy Aldridge che per anni ha portato in tour con Ozzy quel brano, abbiamo recepito tutto il suo entusiasmo nel realizzare la sfida di questa cover, dandone una sua moderna e personalissima interpretazione!

RRR dal vivo: cosa accadrà dopo l'uscita di In Rock?

Il messaggio che vogliamo lanciare è che la RRR non farà compromessi con chi propone show a costo zero o di basso cabotaggio; siamo pronti ad andare ovunque a patto che si dimostri rispetto per il lavoro che c’è dietro un progetto e che ci sia onestà nelle proposte, che a stringerla è tutto ciò che chiediamo. Noi siamo convinti che la resa live di questi brani potrebbe essere un vero pugno nello stomaco, forte come l’energia che abbiamo accumulato in quasi due anni di attesa: per ora lascio che siano gli ascoltatori a dirci se hanno ancora piacere e voglia di sentirci dal vivo e se questo accadrà sono certo che un “dopo” verrà del tutto naturale, Lasciamoci quindi con questo auspicio positivo per il futuro dopo tante oscurità!