La definizione del talento è complessa perché racchiude in sé un insieme di caratteristiche legate sia a predisposizioni naturali sia a fattori ambientali che si definiscono pian piano tra l’infanzia e l’adolescenza. Indubbiamente il talento va coltivato, perfezionato con lo studio e la pratica e se poi si unisce anche a un’innata passione, il successo non tarda ad arrivare.

Chiara Casadei aveva solo due anni quando si è esibita per la prima volta con una canzone di Celentano e oggi che ha vent’anni possiede un bagaglio artistico denso di esperienze significative, incontri, collaborazioni importanti e successi. Dopo dieci anni di canto moderno, lezioni di interpretazione e presenza scenica alla Crossover Academy del celebre Piero Mazzocchetti, solfeggio, ritmica e pianoforte ha raggiunto la finale nazionale sanremese classificandosi tra i primi duecento di ottomila iscritti. L’abbiamo intervistata per conoscerla meglio e capire quanto siano importanti l’impegno, la determinazione e lo studio per la realizzazione dei propri sogni.

Quando e com’è nata la tua passione per la musica?

La passione per la musica è da sempre esistita. Quando ero piccola ascoltavo insieme al mio papà, Adriano Celentano, Pink Floyd, U2 e Aretha Franklin. Durante una festa, in uno dei ristoranti più conosciuti di Pescara, quasi per gioco mi invitarono ad esibirmi con L’emozione non ha voce. Riscontro? Un successo pazzesco, avevo solo due anni. Credo che quest’occasione sia stata la scintilla della mia passione.

Quando hai capito realmente che la musica sarebbe stata la tua strada?

Avevo nove anni, quando nel mio paese, Nocciano, durante il periodo estivo, partecipai a una manifestazione canora “Voci D’Estate” debuttando con un brano di Emma Marrone Sembra Strano, studiata interamente da sola, su YouTube, senza aver mai preso lezioni di canto. Quella stessa sera, dopo la mia esibizione, conobbi un maestro di canto di Pescara, Marco Rosini, che tutt’ora stimo, con il quale ho lavorato ben sei anni.

Artisti si nasce o si diventa? E quali caratteristiche bisogna avere per essere riconosciuti tali?

Secondo me artisti si nasce. Nel corso del tempo, la propria carriera artistica può solo migliorare con tanta determinazione, pazienza, a volte, anche un pizzico di caparbietà. La follia, nell’artista, non guasta mai. Un artista deve porsi principalmente degli obiettivi che deve soddisfare durante il percorso, senza mai arrendersi davanti a ostacoli, piccoli o grandi che siano. Il compito e la responsabilità dell’artista non sono molto semplici. L’artista per essere definito tale deve avere carisma, deve riuscire a trasmettere ed emozionare l'ascoltatore e in qualche modo deve lasciare il segno.

Durante il tuo percorso formativo e professionale chi ha creduto di più in te?

In primis, i miei genitori che mi hanno sempre supportato moralmente ed economicamente, hanno sempre creduto in me sin dai primi giorni. I miei insegnanti di canto, partendo da Marco Rosini, il mio primissimo maestro, Massimo Gerini, e ora Carlotta Scarlatto con la quale sto realizzando nuovi progetti. Il mio produttore, che ha avuto fiducia in me e nella mia serietà, con la quale ho lavorato ben due anni per la realizzazione del mio inedito, Cos’è l’amore, che ho presentato successivamente ad AreaSanremo e con il quale sto sviluppando dei progetti in collaborazione con Paolo Provenzano, autore dei miei brani.

Quali sono i tuoi idoli in ambito musicale?

Nel campo musicale italiano, da sempre mi emoziona ascoltare Jovanotti, sia per quanto riguarda il suo essere esplosivo, sia per il suo stile nello scrivere; trovo che sia un artista veramente con la A maiuscola. Nel corso del tempo, ho imparato tutta la sua discografia e negli ultimi due anni ho seguito i suoi concerti a Pescara e ad Ancona. La regina del soul, Aretha Franklin, con il suo carisma nella musica soul, gospel e R&B. La sua voce così maestosa e potente riesce a coprire un range pazzesco di suono. Nel corso degli studi musicali, ho studiato vari brani, proprio per assimilare al meglio il discorso ritmica. Altri cantanti, dai quali traggo ispirazione sono: Arisa con la sua chiarezza vocale e precisione nell’emissione del suono, Adele con la sua potenza vocale. Nelle mie playlist si possono trovare gruppi come i Queen, i Pink Floyd e gli U2, ereditati da mio padre; ma anche Michael Jackson, Tracy Chapman, Amy Winehouse e Prince. Credo di essere grande fan della musica, spaziando tra generi e artisti molto diversi tra loro.

Che emozioni hai provato durante le esibizioni della finale nazionale a Sanremo?

L’esperienza Sanremese è stata molto emozionante e sicuramente il bagaglio artistico è aumentato notevolmente. Sono una persona che davanti all’esibizione, per fortuna non si agita. In quel momento mi sento il cuore pulsare dall’adrenalina e tanta voglia di salire sul palco e cantare. Durante l’esibizione si possono provare delle emozioni molto forti, quasi impossibili da percepire fuori da quel contesto e descriverlo a voce. I cinque minuti sul palco passano veramente in fretta, tant’è che alcune volte mi capita di pensare: “Cavolo, è già l’ultimo ritornello!”. Questo è quello che capita in generale prima di salire sul palco. Per sconfiggere lo stato di ansia o di preoccupazione, adotto una tecnica che ho studiato nel tempo: indossando le cuffie, ascolto una delle canzoni con cui riesco a caricarmi maggiormente in positivo, simulando qualche passo di danza e qualche salto “scarica tensione”. Poi subentra la fase di meditazione dove, chiudendomi in me stessa, effettuo alcune tecniche di respirazione particolari e il riscaldamento della voce.

Come hai vissuto la tua partecipazione a due edizioni del Festival di Castrocaro raggiungendo la semifinale su Rai Uno?

Sicuramente ero più piccola, con il tempo sono cresciuta e maturata. Durante il 57° Festival di Castrocaro ho avuto la possibilità di realizzare il mio primo inedito intitolato Mania. Ero spaventata dalla realizzazione e dal risultato; nonostante ciò, ho creduto nel progetto fino in fondo, raggiungendo la semifinale nazionale su Rai Uno. Prima di esibirmi, ero ansiosa, forse proprio perché era la prima volta che mi presentassi con un brano inedito. L’anno successivo, mi sono rimessa in gioco, lavorando ad un nuovo progetto, collaborando con Paola Cacchio e Marco Marrone, realizzando Spazi di vita, l’inedito che ho poi presentato al 58° Festival sempre raggiungendo la semifinale su Rai Uno.

Sei compositrice oltre che cantante. Da cosa trai l’ispirazione per realizzare composizioni musicali?

Scrivere la parte musicale del brano è molto istintivo. Dipende soprattutto dal mio stato d’animo e da quello che voglio trasmettere in quel momento attraverso la musica. Scrivere musica mi fa sentire compiaciuta e realizzata. Come dicevo precedentemente, scrivo soprattutto quando ne sento il bisogno, quando voglio comunicare uno stato di felicità o di tristezza, e soprattutto mi baso su un tema prefissato, che immagino e penso, traendone ispirazione, che poi non sarà quello riportato realmente nel testo.

Com’è nato e quanto c’è di autobiografico nel tuo nuovo inedito Cos’è l’amore?

Cos’è l’amore è nato due anni fa. Una sera, seduta al mio pianoforte, ho iniziato a scrivere questa melodia. L’idea per l’ispirazione era quella di una signora anziana che osservando dalla finestra il grigio dell’inverno, le scorrono davanti i ricordi più significativi della sua giovinezza. La stessa sera scrissi le strofe e i prechorus, mancava però il ritornello. Decisi di andare a riposare. Il giorno seguente, scrissi il ritornello e il bridge e registrai la mia voce e la base con il piano, nel giro di pochi giorni. Per il testo, mi sono confrontata con un autore, Paolo Provenzano, con il quale abbiamo trovato il tema principale del brano, appunto l’amore, e con il quale abbiamo costruito tutta la storia. È stata una collaborazione entusiasmante, una produzione e un arrangiamento pazzesco lavorando con Umberto Iervolino.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Gli obiettivi sono principalmente tre: quello di realizzare un prodotto interamente di inediti scritti da me con la collaborazione di musicisti seri, specializzarmi in composizione musicale, frequentando i corsi nel CET di Mogol e quello di pubblicare i miei lavori, di cover e inediti, con la realizzazione di videoclip sui canali internet.