Quando dico che i tempi si sono straniti intendo dire proprio quel che dico. Per dimostrare che i tempi si sono straniti non devo andare lontano. Anzi, rimango qui seduta e ascolto il respiro del vento. Mi è sufficiente abbassare lo sguardo per vedere dall'alto la visione di Ravenna ventosa

Allora, per via dei tempi che si sono straniti, la conoscenza di persone che con il loro ingegno hanno illuminato e dato risonanza a Ravenna, avviene attraverso eventi minori. Gli eventi minori compiono un lavoro continuo e anonimo, scavano, vanno in profondità, ritornano alla luce. A volte costruiscono, altre volte demoliscono e aggiungono o sottraggono a seconda della necessità. Sono una specie di manovalanza silenziosa che orienta le nostre scelte: quelli che mi riguardano nascono dal caso e dalla necessità. Questa particolare combinazione ha voluto che due anni fa mi fermassi in un bar a salutare un amico che era in compagnia di Eleonora Gardini. E se ora posso tracciare alcuni eventi salienti della vita di Raul Gardini lo devo a lei e alla nostra amicizia.

Chi, come Raul Gardini arriva a comprendere come andranno le cose di questo mondo con qualche decennio di anticipo - non solo le vede, ma pone rimedi e soluzioni - deve risalire, contro corrente, il fiume delle tradizioni immobili, ottuse e orientare la propria vita con l'abnegazione, la testardaggine, il coraggio e l'intelligenza del pioniere e del visionario. È quel coraggio che spingeva i primi uomini verso terre e mari sconosciuti. Credo che il processo creativo e la passione - perché di questo si tratta - di Raul Gardini risieda nell'aver pensato e realizzato soluzioni industriali e produttive rispettose del pianeta Terra: una sorta d'incontro tra tecnica e umanesimo. Ci sono città d'arte prigioniere del passato e città d'arte aperte verso il futuro; quest'ultima era la sua città e il suo fu, dopo l'impero di Bisanzio, il nuovo periodo aureo di Ravenna.

28 maggio 2018
Per il progetto Nutrimenti per la crescita alla Darsena, sotto la barca il "Moro di Venezia" Catia Gori prima di dirigere il coro di una classe della scuola Mordani, legge a nome di Ivan, Eleonora, Speranza Gardini l'intervento della Fondazione Raul Gardini. Ne riporto un breve brano riguardante la città:

"...Non è strano, non crediate, ripartire da una scuola per cambiare il mondo, nostro padre ha sempre messo al primo posto la conoscenza e i suoi luoghi. Pensate che tra i suoi progetti c'era anche quello di convertire lo stabilimento di Porto Marghera in un Polo universitario e di ricerca all'avanguardia nello studio di nuovi materiali, più leggeri e resistenti. Anche questa barca, finalista alla Coppa America nel '92, è stata costruita con questa idea nello stabilimento Tencara proprio a Marghera. E anche nella sua Ravenna nel 1992 aveva realizzato un Centro di ricerca ambientale attrezzato per ricerche avanzate nei campi chimico, biologico, informatico e di scienze della terra, in collaborazione con l'Università. Ora andato perduto...".

Ascolto Catia che legge e mi guardo intorno. Mi chiedo quanti ravennati conoscano il luogo dove risiede questa barca gloriosa che ha reso onore alla sua città. Così solitaria è solo un frammento della sua storia. Qui vicino, oltre a uno dei diversi ecomostri che deturpano la città, ci sono vecchie fabbriche e una di queste, restaurata lo stretto necessario, potrebbe accogliere un museo con la documentazione visiva delle imprese del Moro di Venezia. Si tratterebbe di fissare nella memoria collettiva la grande umanità di una persona geniale che con le sue idee ha creato uno spazio che si espandeva dalla Terra agli Oceani.

Raul Gardini racconta che da bambino quando andava a Venezia a trovare suo zio si sentiva ripetere: "Ecco è arrivato il moro!". Questa è l'origine del nome dato alla sua barca perché Raul, il contadino, in queste terre dove spesso le vie sono quelle dell'acqua ha coltivato la sua passione per il mare e le passioni di questo uomo acquistavano sempre la sostanza di grandi passioni in divenire, in crescita. Nei primi momenti della nascita di Ravenna Festival disse a Cristina Mazzavillani Muti che i più grandi direttori e le più grandi orchestre dovevano venire qui perché Ravenna ha le basiliche più belle del mondo, perciò deve "aprirsi" a tanta bellezza e creare ricchezza.

Frammenti

"Lo sviluppo economico sarà globale o non sarà. E funzionerà solo a condizione che anche la soluzione dei problemi crei ricchezza. Altrimenti la società diventa asfittica, perde futuro. Perciò bisogna innescare uno sviluppo economico che affronti positivamente problemi globali, come la fame nel mondo e l'inquinamento dell'ambiente. La fase di sfruttamento delle risorse energetiche limitate e inquinanti sta toccando il tetto: continuare su questa strada significa consumare il pianeta avvelenarlo, rendere impossibile la soluzione dei problemi".

"Un giorno non lontano la produzione di energia da fonti vegetali sarà programmabile e il nostro territorio, così devastato dalla piccola proprietà, dalle riforme sbagliate, dalle eredità, si ricomporrà...".
(1991, intervista per il libro A modo mio (Mondadori).

"I problemi sempre più complessi che il mondo d'oggi presenta non possono essere risolti solo attraverso uno sviluppo settoriale delle ricerche scientifiche e tecnologiche. Cresce l'esigenza di soluzioni globali, di risposte ai bisogni dell'uomo che non siano esse stesse causa di ulteriori squilibri economici, sociali o ambientali, ma sappiano fondere il patrimonio di esperienza e conoscenza proprio di ogni particolare piano produttivo".

"Come mostra il meraviglioso processo della fotosintesi, l'agricoltura è chimica, e la chimica verde è la prossima rivoluzione che si svilupperà in modo esponenziale".
(1989, articoli su Mondo Economico, Agrodistribution e Il Sole 24 Ore)

"Nel prossimo futuro le agro-biotecnologie avranno un ruolo di primo piano... Questo nuovo modo di fare agricoltura, oltre che più ecologico, sarà in grado di offrire all'industria nelle quantità necessarie materie prime rinnovabili e più pulite: detergenti, plastificanti, adesivi, lubrificanti, potranno essere prodotti partendo dalle materie prime agricole. Per non parlare dell'impiego delle biomasse a fini energetici, ...".

"...Se gli studiosi, i produttori agricoli, gli industriali, se ognuno di noi saprà fare la propria parte, si aprirà realmente una nuova frontiera per l'agro bio-industria".
(1987, Lectio magistralis, Università di Bologna)

In questi frammenti Raul Gardini parla di una globalizzazione che non ha nulla a che vedere con quella in atto che separa, tira su muri, inquina, crea grandi ricchezze per pochi e miseria nera per moltissimi e sconvolge le vite degli individui. La sua visione globale unisce i diversi saperi, li configura tutti in un medesimo progetto. Anche il Moro di Venezia nasce perché nello stabilimento di Tencara a Marghera sperimenta materiali più resistenti e più leggeri. Nell'agricoltura esprime poi tutta la sua grandezza. Nulla va perduto. Altro che moltiplicazione di pani, di pesci e di vini alle nozze di Cana. Le sue Nozze di Cana prevedevano una moltiplicazione in proporzioni planetarie. L'eccedenza che ora continua ad essere gettata e a volte neanche raccolta ha una seconda, una terza vita, cambia destinazione, diventa altro ma non inquina. Non sopporta gli sviluppi settoriali, ma unisce tutte le forze in campo, agricoltura, chimica, scienza, filosofia, umanesimo, arte. Per lui il mondo deve essere una scena condivisa. E realizza tutto questo con uno sguardo ben disposto che non perde mai di vista il benessere del pianeta intero. Ha compreso che la ricchezza di noi occidentali per esprimersi al meglio necessita di una ricchezza globale: tra l'agricoltore emiliano e quello del deserto del Niger non vi deve essere alcuna differenza - che cosa me ne faccio della ricchezza se milioni di persone soffrono la fame?-

Sono andata a ritroso perché per comprendere il nostro presente così fluttuante e un futuro così incerto è necessario ritornare con la memoria in quei luoghi dove la mente umana si è misurata con le trasformazioni che ci stanno sconvolgendo e ha trovato soluzioni giuste. Le soluzioni di Raul Gardini erano talmente giuste che hanno creato una sorta di panico: la paura del cambiamento, dell'aprirsi a nuovi mondi. La paura d'interrogarsi apertamente sui destini dell'economia, dell'innovazione e di un benessere condiviso. Le su azioni portavano sempre a un umanesimo globale e le sue proposte erano insieme filosofiche e politiche con la coscienza di un destino che accomuna tutti i popoli del pianeta all'ecosistema globale e alla Terra. Vi è nel suo progetto la fonte di una ideazione collettiva che tutto comprende e che appartiene all'esperienza del sacro quando questo è intimamente legato allo sforzo compiuto dall'uomo per costruire un mondo carico di significato.

Ritorno alla Ravenna di oggi con le sue grandi occasioni perdute e la ritrovo immobile, assopita, con i suoi tempi straniti e gli eventi minori che viaggiano liberamente e si riposano seduti al bar. Ora altri venti si stanno formando o si sono già formati alla rinfusa, ma la città accecata non sembra vedere gli ecomostri, la piazza da poco rifatta: in superficie appare come un deserto assolato, osceno nella sua squallida nudità e sotto contiene storia e vita pulsante. Non si accorge delle acque putride e delle fabbriche che a ridosso della città, della valle e del mare continuano a vomitare liquami e fumi e polveri altamente inquinanti. Ci siamo allontanati troppo e "l'improbabile in cerca di mistero, la malraccontata" sprofonda in una lunga agonia.

Eppure

Eppure con la stessa testardaggine e lo stesso coraggio di Raul Gardini ci sono persone che si ostinano ad arare, a portare acqua, a rendere fertili i luoghi dell'abbandono e lo fanno partendo dai bambini. Tra i molti ricordo qui Gunter Pauli, teorico della Blue economy, "una economia che non produce sprechi... e non produce inquinamento, né sfruttamento, né impoverimento". Gunter Pauli ha scritto e scrive favole per bambini, perché dai bambini bisogna ripartire. E per cambiare il mondo la Fondazione Raul Gardini con la collaborazione di Catia Gori, dell'associazione del Dis/ORDINE, di tutto il corpo docenti e della dirigente, dott.ssa Nadia Gardini, parte da Ravenna, dall'Istituto Comprensivo della Darsena e in compagnia delle favole di Gunter ritorna dagli studenti per costruire un altro pezzo di futuro.

Tra i molti, il maestro Riccardo Muti e sua moglie Cristina Mazzavillani. Riccardo Muti ricorda Raul Gardini a 25 anni dalla sua scomparsa con un concerto, omaggio alla città di Ravenna. Lunedì 23 luglio al Teatro Alighieri dirigerà l'orchestra giovanile Luigi Cherubini in memoria dell'amico. Ecco una testimonianza di Cristina Muti Mazzavillani.

25 anni dalla drammatica morte di Raul. Sento ancora quella sensazione desolata, sperduta, mortificata, che mi prese all'annuncio della sua tragica morte. Ebbi una immagine biblica. Come Sansone fra le colonne del Tempio, scardinandole, gridasse: muoia Sansone con tutti i filistei! Ravenna si ritrovò più povera in tutti i sensi. Come se ne avessero scardinato la propria caratterialità. Vedere ora questa gente correre non è solo per la gratuità dell'evento, ma per il richiamo ancora vivo dell'esserci per Raul.

Come desideravamo.