La mostra prende il titolo da un’opera del collettivo Claire Fontaine (fondato nel 2004 e di base a Parigi): una scritta al neon – realizzata in varie versioni dal 2008 – che recita appunto Please come back (Torna per favore). L’opera nasce da una riflessione degli autori sul mondo del lavoro inteso come spazio di reclusione e sullo sconfinamento della prigione al di fuori delle sue mura. Il risultato è «una parziale esplorazione del lavoro come interno della prigione e della prigione come esterno del lavoro».

Il lavoro come opposto della prigione/macchina produttiva e la prigione/macchina di punizione come conseguenza del rifiuto della logica del lavoro remunerato e, più in generale, della logica economica. Da queste considerazioni prende avvio il progetto Please Come Back, che assume come centro d’indagine la figura della prigione. Quest’ultima viene indagata tanto nella sua dimensione fisica quanto nel suo significato metaforico, legato in particolare alla società contemporanea. A partire dalla simbologia del muro la mostra è divisa idealmente in tre sezioni: Dietro le mura; Fuori dalle mura; Oltre i muri.

Negli ultimi decenni il mondo occidentale ha subito una metamorfosi, veloce e a tratti violenta, che ha visto la transizione da istanze politiche di matrice positivistica a una caduta dei paradigmi storici: uno scenario in cui sembra ormai impraticabile qualsiasi proposta di filosofia politica di condivisione sociale e urbana. Una delle prime conseguenze è stata l’acuirsi dei fenomeni di controllo e dei metodi disciplinari applicati alle comunità. Il tema della sorveglianza ha ricevuto nuove, inquietanti declinazioni soprattutto in forza del cambiamento epocale apportato dalla rivoluzione digitale e dalle nuove tecnologie.

La cella, la gabbia, il carcere diventano allora metafora di un mondo in cui l’esasperazione della condivisione, a cui ci ha abituato internet, non è andata di pari passo con l’accrescimento di forme liberate di espressione, ma si è configurata piuttosto come una sempre più evidente mancanza di privacy. Please Come Back cercherà di rispondere alla domanda: cosa vogliamo che ritorni indietro nelle nostre vite dal paradiso perduto dell’età moderna?