Dopo gli studi al Conservatorio G.Verdi di Milano e un’intensa esperienza musicale, Raffaella Quadri si è dedicata all’organizzazione di concerti/eventi, per diventare, oggi, Capo di Gabinetto del Rettore e Direttore Esecutivo della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM.

Cosa si sente di raccontarci di lei (gioie e delusioni, sogni e realtà, piacere e dolore…)?

Premetto, intanto, che la mia formazione è quella di musicista. Ho conseguito il diploma presso il Conservatorio G. Verdi di Milano nel 1992 e devo moltissimo alla musica: la disciplina, il rigore, la volontà, la passione e la particolare sensibilità che tale arte sa regalare a chi le si avvicina. L’ultimo concerto risale al 1998 e ancora oggi, pensandoci, il ricordo mi infonde gioia ed emozione. Decisi poi l’anno successivo di chiudere la mia carriera da solista/musicista d’orchestra per dedicarmi all’organizzazione di concerti/eventi a livello nazionale, prima per l’Orchestra Cantelli e poi per il FAI - Fondo Ambiente Italiano dove ho ricoperto la carica di Responsabile degli Eventi Speciali per circa 11 anni. Ricordo ancora con particolare coinvolgimento alcuni concerti e spettacoli, tra cui Riccardo Muti alla Certosa di Pavia, Keith Jarrett al Teatro alla Scala, Claudio Abbado all’Abbazia di Morimondo, Roberto Bolle alla Valle dei Templi di Agrigento e al Colosseo.

La sua immagine esteriore come “personaggio” pubblico e il suo sentire come persona…

Ritengo che non vi sia una particolare differenza tra la mia immagine pubblica e il mio modo di essere, dal momento che vivo ruoli e ambiti sia lavorativi che privati con assoluta naturalezza al punto che si identificano, spero, nelle forme migliori.

Pensando alla donna di oggi: possiamo parlare di liberazione, integrazione, o …

Non parlerei di liberazione, in quanto mi parrebbe di conferire al termine un significato quasi politico o comunque ideologico. Molto più semplicemente, penso che la donna abbia raggiunto una condizione di integrazione pressoché totale in forme molto progressive negli ultimi anni, sicuramente a seguito di faticose rivendicazioni ma anche per il corso naturale della storia e per una fisiologica evoluzione del comune sentire.

Donna e/è potere: cosa ne pensa?

Più che il potere dell’essere donna mi interessa indagare l’uso del potere da parte di una donna. Lo stesso non dovrà mai essere asservito a categorie che appaiano solo accessorie e/o strumentali rispetto al valore intrinseco della persona, al punto quasi di sovrastarlo, quale ad esempio l’aspetto estetico.

Stereotipo e realtà della donna milanese.

Lo stereotipo della donna milanese è riconducibile, secondo la mia opinione, a una donna un po’ più “eroica” delle altre. In una città come Milano, assolutamente operosa e molto impegnativa, la donna ha una propria attività lavorativa, spesso poco agevole da svolgere, non rinunciando, tuttavia, al proprio ruolo di moglie/madre e all’impegno sociale/culturale che Milano sollecita.

Come rappresenterebbe il rapporto donna-uomo contemporaneo: confronto o scontro?

Assolutamente con un confronto. Non nego, però, le difficoltà del rapporto che possono condurre a derive di incomprensioni, essenzialmente per i molteplici ruoli che, ancora, la donna è chiamata ad assumere.

Sessualità, maternità, lavoro: tre fili che si intrecciano, confliggono o si elidono?

Credo che si intreccino armonicamente. Le donne oggi sono assolutamente in grado di giocare contemporaneamente diverse partite, tutte con passione e forza. Non penso, infatti, che la maternità oggi possa costituire ostacolo alle aspettative di carriera, in quanto adeguatamente tutelata da previsioni normative. È innegabile comunque come per la donna possa essere oltremodo impegnativo e faticoso assolvere ai due compiti di madre e manager.

La IULM è un’istituzione giovane, ma che ha una storia da raccontare, ce ne può sintetizzare la nascita e gli sviluppi?

L’Istituto Universitario di Lingue Moderne (I.U.L.M.) nasce nel 1968 da una costola della Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori “Carlo Bo”. Trent’anni dopo, nel 1998, si trasforma in Libera Università di Lingue e Comunicazione/International University of Languages and Media IULM e, oggi, è comunemente riconosciuta come il polo di eccellenza italiano per la formazione nei settori della comunicazione, delle lingue, del turismo e della valorizzazione dei beni culturali.

Quale indirizzo di studi universitari consiglierebbe agli studenti oggi?

Credo che oggi sia molto importante orientarsi verso il mondo della comunicazione e delle lingue: negli ultimi vent'anni abbiamo costruito, in un contesto caratterizzato da continua e rapida evoluzione, una vera e propria leadership in questi settori così come anche in quello dei media e delle relazioni pubbliche, ambiti professionali molto ricercati e particolarmente stimolanti, che permettono ai nostri laureati di cogliere le migliori opportunità di inserimento lavorativo.

I laureati della IULM in quale ambito professionale si collocano dopo la laurea?

Siamo ormai da anni un punto di riferimento nazionale per tutti i giovani che vogliono intraprendere carriere creative e manageriali nel settore della comunicazione (editoria, televisione, new media, radio e cinema) e i nostri laureati si inseriscono generalmente in aziende che richiedono professionisti con elevate competenze. Altro settore è sicuramente quello delle produzioni artistiche e della divulgazione e valorizzazione dei patrimoni culturali, oltre che, naturalmente, quello dell’interpretariato e della traduzione. Il nostro obiettivo è quello di offrire una preparazione a 360 gradi in grado di plasmare figure professionali high skill.

E i progetti della IULM per il futuro?

Sicuramente una maggiore apertura dell’Università alla città, organizzando mostre, eventi e concerti anche grazie al nostro nuovo edificio che ospita un grande auditorium e uno spazio espositivo e alla Cascina Moncucco, antica cascina milanese che ospiterà circa 90 nostri studenti.

Che posto occupa la IULM nel panorama universitario milanese?

Sicuramente importante e molto qualificante. Fa parte, a pieno titolo, del circuito delle università milanesi, pubbliche e private, e credo sia davvero importante, ai fini del raggiungimento di obiettivi sempre più premianti, ideare progetti interuniversitari, cosi creando un fil rouge di attività comuni.

Qual è il rapporto della IULM con la città?

Ritengo che la IULM sia, davvero, una importante e consolidata realtà dal punto di vista culturale generale per l’intera città. Pur essendo situati logisticamente in una zona apparentemente periferica, siamo agevolmente raggiungibili con ogni mezzo, ivi compresa la metropolitana che, non a caso, reca l’intestazione dell’università per una stazione della stessa. Come ho già segnalato, anche il nuovo edificio, fruibile da tutta la cittadinanza, contribuirà allo sviluppo di attività culturali di primo ordine in un territorio fin ad ora non fruibile anche da tali qualificanti opportunità.

Che cosa ha e che cosa manca a Milano per affermarsi come metropoli europea?

Forse anche perché innamorata della città, ritengo che Milano oggi sia molto vicina a standard di metropoli europea e a stili di vita in linea con i gusti e le tendenze del continente. Credo, peraltro, che oggi Milano possa rappresentare per un giovane un punto di riferimento qualificante per la propria crescita umana e professionale, potendo disporre di un panorama di scelte e di proposte molto variegato e di alto livello sia formativo che lavorativo.

Quali sono, secondo lei, i luoghi, gli ambienti, le istituzioni da cui traspare l’identità della città?

Non posso prescindere dal menzionare uno fra i teatri più belli del mondo: il Teatro alla Scala. Inoltre elencherei il Duomo, Brera, il Castello, la Triennale, i navigli, il tram, le nuove realtà urbanistiche di recente realizzazione, oltre che le manifestazioni legate al mondo della moda, dell’arte, del design. Senza dimenticare che oggi Milano ospita le più importanti fiere dei vari settori produttivi, che attirano visitatori da tutto il mondo. Perché non menzionare, da ultimo, sottolineando, cosi, anche la variegata e peculiare offerta gastronomica della città, un’istituzione tipicamente milanese che possa provocare gioia e gratificazione dei sensi quale un buon risotto “giallo”?