Intimo e molto accogliente: così ci appare il Centro di Produzione Teatrale Florian. Nato dalla fusione del Florian Teatro Stabile d’Innovazione di Pescara con la compagnia del Metateatro di Roma, il Florian è riconosciuto dal MIBACT come Centro di Produzione Teatrale e dalla Regione Abruzzo come Ente di Rilievo Regionale. Attualmente è l’unico centro che ospita una vasta programmazione di compagnie di ricerca, capaci di mettere in scena rappresentazioni teatrali contemporanee, originali e alternative: Enrico e Quinto da W. Shakespeare, Sissy boy di F. De Angelis, Cantami Orfeo, concerto scenico, Contrazioni di M. Bartlett, Le nostre donne di E. Assous, Not here not now di A. Cosentino, sono solo alcune delle opere teatrali, alle quali potrete assistere quest’anno.

Recentemente è andato in scena un classico contemporaneo, Vecchi Tempi, del drammaturgo inglese Harold Pinter, definito lo scrittore più complesso e originale della sua generazione. Vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 2005, le sue opere sono sempre basate su situazioni psicologiche che hanno come tema la coesistenza, nella medesima persona, di sensibilità e violenza, il mistero dell’animo femminile e la natura fallibile della memoria. È all’apparenza una commedia, che fedele al suo teatro dell’assurdo si trasforma in una storia ambigua, piena di pause, di lunghi silenzi, di lapsus, quasi un’opera surreale. I tre attori protagonisti, Anna Paola Vellaccio, Francesca Fava e Fabrizio Croci si sono rilevati dei validi interpreti, capaci di rendere partecipe anche il pubblico nel loro susseguirsi di ricordi, non troppo nitidi ma visionari, incapaci di esprimere una reale certezza, con solo un passato comune deformato. Tra le quattro mura di una stanza, sapientemente riprodotta grazie alla direzione artistica di Giulia Basel e del regista Pippo Di Marca, il ricordo di due giovani amiche, Anna e Kate, si insinua prepotentemente nel presente, andando a intaccare il rapporto di Kate con il marito Deeley.

Lo spettatore è piacevolmente cullato tra il passato e il presente dei ricordi dei tre protagonisti: viene rievocata la giovinezza delle due amiche tra gli ambienti intellettuali di Londra, i momenti di intimità trascorsi nella loro vecchia abitazione londinese, le serate condivise ai concerti, ai teatri, alle gallerie d’arte. Nessuno dei personaggi ha però una memoria oggettiva del proprio passato, ogni ricordo è soggettivo, totalmente diverso da quello dell’altro e delle volte anche distorto. È in balia di questa confusione, che l’anima di Pinter emerge prepotentemente e si annida nella nostra capacità percettiva: "Oggi sono molto più consapevole di come la vita sia fatta di una sorta di eterno presente"- asseriva lui stesso durante un’intervista. Il legame indissolubile che la memoria crea con il presente viene sapientemente consolidato dalle parole di Anna, durante il suo incontro a casa di Deeley e Kate: “Ci sono cose che si ricordano anche se possono non essere mai accadute. Io ricordo cose che possono non essere accadute ma, poiché le ricordo, sono accadute”.

Il successo di pubblico, riscontrato in tutte le repliche effettuate fino ad ora al Florian, è sicuramente dovuto alla qualità della messa in scena, di grande levatura artistica e intellettuale, in straordinaria sintonia con la drammaturgia di Harold Pinter. Se vi abbiamo destato un po’ di curiosità, vi invitiamo a visitare il sito del Florian Espace, ricco di date e appuntamenti teatrali, in grado di soddisfare i gusti dei giovani e dei meno giovani, da sempre curiosi e aperti a iniziative differenti.

Per maggiori informazioni: www.florianteatro.com