Il dottore del futuro non prescriverà medicine…
(Thomas A. Edison)

Con questa frase ci accoglie il sito di Alessandra Porro [1], naturopata, iridologa e cuoca vegan. Nonostante la sua giovane età (36 anni) è già esperta in tutte queste scienze, offre consulenze e organizza corsi di cucina; inoltre lavora come chef vegan durante i ritiri di yoga. L'ho conosciuta durante uno dei suoi ritiri in Francia, i suoi piatti hanno stupito tutti, incluse le persone che inizialmente erano contrarie all'idea di mangiare vegan. Come preparare un dolce squisito senza uova, né zucchero né latticini? Sembra un compito impossibile, ma non per lei. Una volta tornate a Milano ho chiesto ad Alessandra di raccontare la sua storia e di spiegare meglio la natura delle sue scienze.

Come e quando hai scoperto il mondo olistico? Da dove sei partita nella tua ricerca? Provo a indovinare, lo yoga è stato l’inizio di tutto?

Hai indovinato bene. Avevo 24 anni, quando per curiosità sono entrata in una classe di Ashtanga yoga. Ho subito incontrato uno dei migliori maestri di Milano, Giovanni Formisano, che adesso insegna anche Kriya Yoga. Eravamo tutti molto distratti in quella classe, e lui ha fatto una domanda che sembrava banale, ma giustissima: “С’è qualcuno in casa?”. Spesso sembra che noi siamo in un posto, ma in realtà siamo poco presenti. Fisicamente sì, ma la testa, le emozioni e i pensieri sono da un’altra parte.

Come sei arrivata a fare il passo successivo verso la corretta alimentazione?

Uscivo dalla classe di yoga talmente felice, che ho cominciato a informarmi anche su come dovevo mangiare per prolungare quella sensazione. Prima da autodidatta, cercando consigli sui libri, e poi studiando su internet, così a breve ho deciso di cambiare professione. Una volta individuato un corso di naturopatia e nutrizione che mi piaceva particolarmente, sono partita per l'Australia. Con il tempo mi sono accorta che nel mio approccio con le persone tendevo a dare molti consigli pratici, perché la cucina è la mia passione. Tenevo corsi di cucina ovunque, mentre viaggiavo per il mondo. Quando sono tornata in Italia ho iniziato a organizzare corsi di cucina vegan e ho trovato il mio guru, Simone Salvini. È stato un incontro casuale durante lo Yoga Festival; Simone è lo chef dell’unico ristorante vegetariano di altissimo livello stellato Michelin. Ha studiato anche ayurveda e pratica un tipo di cucina curativa, oltre che esteticamente molto bella e buona da mangiare.

Puoi spiegare un po' meglio che cosa sia la naturopatia?

Il mio primo titolo è proprio quello di naturopata, ho studiato nutrizione e fitoterapia, qualcosa di omeopatia, ma in Italia, non essendo medico, non posso praticare. Il ruolo del naturopata è quello di cercare d’individuare le cause degli sbilanciamenti nell’organismo, che a volte portano ad avere problemi di salute. Si cerca di individuare quale sia la causa e si lavora in modo molto naturale, riequilibrando il corpo, soprattutto tramite l'alimentazione. In secondo luogo, solo quando è necessario, aggiungendo degli integratori: vitamine, minerali, oligoelementi e fitoterapia, solo nel periodo di cura, perché anche questi non devono essere presi per sempre.

Quali sono i fondamenti della naturopatia? Medicina cinese, ayurveda o altro?

Ha le stesse origini della medicina allopatica, cioè segue le stesse leggi della medicina tradizionale, e possono esserci degli incroci con la medicina cinese o ayurvedica, perché alcuni fitoterapici sono gli stessi.

Ancora oggi la naturopatia non è molto diffusa, come lo spieghi? Mi pare che in farmacia questo tipo di medicina non venga molto pubblicizzato.

I prodotti omeopatici o fitoterapici sono presenti nelle farmacie, basta chiederli. Se siamo fortunati e il farmacista è capace di suggerirli, allora si risolve così. La cosa migliore è assumerli seguendo il consiglio di uno specialista, perché il “fai da te” a volte può far più male che bene.

Qual è secondo te l’opinione generale sui naturopati? Come sono i vostri rapporti con i medici tradizionali?

Siamo ancora visti come "streghe". Purtroppo il rapporto con la medicina tradizionale non è “felice”, ma ora ci sono sempre più medici integrati, quelli che studiano e praticano metodi alternativi. Nel mio caso funziona al contrario, se vedo che a un mio cliente serve un consiglio medico, glielo consiglio sempre.

Oltre alla naturopatia pratichi anche iridologia. Puoi spiegare le origini di questa scienza?

Ho studiato iridologia in Australia, è un metodo di analisi delle persone. Gli australiani hanno imparato questa scienza seguendo la scuola austriaca. In Australia ho scoperto che una delle migliori scuole di iridologia è L’Assiri, che si trova in Italia, in Alto Adige, ed è di derivazione austriaca. Appena sono tornata a casa, mi sono subito iscritta. L’iridologia è un'analisi con uno strumento particolare che si chiama iridoscopio, che permette di studiare l’iride, ossia la parte colorata dell’occhio, in tutte sue componenti: fibre, pigmenti e sfumature. Ognuno di questi elementi ci dice qualcosa sulla costituzione del corpo. Prima di arrivare all'iridologia, dovevo fare tantissime domande alle persone per capire quali erano le cause del problema, ora invece grazie in una ventina di minuti ho già un quadro molto preciso del patrimonio genetico della persona, e a volte anche dei problemi in corso.

Che cosa si aspetta la gente quando si rivolge a te?

Qualcuno mi contatta semplicemente perché vuole cominciare a mangiare in modo più sano, e qui esce fuori il mio lato di chef. C’è chi magari si rivolge a me per fare un periodo di detox e depurarsi. Altri ancora hanno la sindrome del colon irritabile, un problema da non sottovalutare che è spesso associato alle emozioni. In realtà io sono una guida, non curo, ma cerco di aiutare le persone verso un lavoro di crescita personale. Non posso essere tutti giorni accanto a loro per consigliare cosa mangiare e come prendersi cura di se stessi. Do dei consigli e poi sono loro a metterli in pratica.

Come nasce una tua ricetta? Calcoli le calorie o dai la preferenza al gusto? Proponi ai tuoi clienti di cucinare seguendo le tue ricette?

Dietisti e nutrizionisti spesso si basano sulle tabelle delle calorie, io ho un approccio diverso. Mi baso molto più sulla qualità dei prodotti che sulla quantità, che deve essere percepita dalla persona stessa durante il suo percorso e sulla base del suo fabbisogno. Se dovessi preparare una dieta per una donna alta 1.75 cm e con un metabolismo molto attivo, e la stessa dieta per un’altra donna che svolge un lavoro sedentario ed è alta 1.60 cm, capite bene che non può funzionare nello stesso modo. Propongo alcune mie ricette, soprattutto durante i corsi di cucina, mentre durante la consulenza naturopatica aiuto i miei clienti dal punto di vista organizzativo, perché succede spesso che vengano consigliate diete che non tengono conto del fatto che una persona mangi spesso fuori o con orari strani. Quindi do dei consigli adatti allo stile di vita di ognuno.

Tu sei una cuoca vegan, quindi suggerisci ai tuoi clienti di mangiare seguendo l’etica vegan?

In realtà io non sono vegan. Il mio modo di mangiare si avvicina molto, ma non mi piacciono le definizioni e le restrizioni e soprattutto non le professo. È difficile mantenere una nutrizione vegan bilanciata e controllata, alcuni ci riescono, ma io no. Quando la gente si rivolge a me come naturopata, non consiglio di smettere di mangiare carne, ma di controllarne la qualità e la provenienza. Deve essere almeno carne biologica, quindi ad esempio mucche che hanno pascolato all'aperto e hanno mangiato erba. Consiglio sempre la rotazione degli alimenti e quindi anche delle proteine. Invece quando si rivolgono a me come chef, ovviamente mi vengono chiesti consigli per la cucina vegetariana o vegan. A dire il vero non sono quella che insegna come preparare una bistecca... !

[1] alessandraporro.com