E' stata concepita per il mondo artigiano un'idea innovativa sui prodotti, i processi e i servizi, coordinata dalla Fondazione TEMA (Tecnologie per i Beni Culturali e l’Artigianato) dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, e attuata con la collaborazione del Mobile Experience Lab del MIT (Massachusetts Institute of Technology di Boston). Il fatto a mano continua ad attirare una clientela sempre esigente, a caccia di personalizzazione ed esclusività. L'artigianato italiano, e sommamente quello fiorentino, è da secoli universalmente riconosciuto per creatività ed eccellenza, ma lo sviluppo tecnologico, a cominciare da quello dell'informazione, ha messo all'angolo più di una delle aziende artigianali, incapaci di adeguarsi alla modernizzazione in atto.

L'idea di partenza del progetto, chiamato Re/Active, ha proposto alle aziende partecipanti l'applicazione di nuove tecnologie per produrre le loro creazioni. Allo scopo la Fondazione TEMA ha selezionato quattro giovani tirocinanti impiegati nelle aziende, ciascuna in rappresentanza di importanti settori dell’artigianato toscano. Precisamente sono state scelte: per la carta, Il Papiro; per il settore calzaturiero/pelle, Stefano Bemer; per illuminazione/ceramica la Toscot, per il tessile Lenzi Egisto. I quattro tirocinanti – guidati e formati da MIT MEL e Fondazione TEMA, con il supporto di FabLab Firenze – hanno avuto il compito, nell'arco di un anno, di approfondire la conoscenza dei processi produttivi e delle problematiche tecniche e organizzative delle rispettive aziende e di individuare le tecnologie più utili per risolvere specifiche problematiche. Questo il percorso, pensato per creare un modello virtuoso affinché i giovani – grazie allo studio degli stadi di lavorazione - trovassero le migliori possibilità applicative delle nuove tecnologie e collaborassero con gli artigiani allo sviluppo di prototipi, atti a invogliare il mondo artigiano in toto a modificare i processi costruttivi utilizzati fino ad ora. Si è trattato di un percorso tecnico che ha imposto l'uso di relazioni e competenze trasversali, da svolgere in contemporanea con gli artigiani esperti, fornendo loro la necessaria innovazione nei processi produttivi. Sono scaturiti interessanti prototipi.

Per Il Papiro sono stati ideati un calendario dell’avvento e dei biglietti in carta, oltre a stampi per xilografia. (parla il Maestro artigiano Giannini, patron della ditta, mettendo in luce come le nuove metodiche si sono inserite nelle lavorazioni tradizionali e come alcune tecniche sono ancora in fase sperimentale).

Calendario dell’Avvento
Il Calendario dell’Avvento è un calendario che tradizionalmente si usa in attesa del Natale. Si tratta di una sorta di conto alla rovescia seguendo il quale si registra ogni giorno che passa, aprendo una casella o, come nel nostro caso, una finestra degli edifici rappresentati, dal primo di dicembre fino al Natale, l’apertura più importante... lo abbiamo sviluppato nell’ambito del progetto Re/Active e sarà messo sul mercato nel 2016. La prima fase progettuale si è svolta eseguendo bozzetti e disegnando schizzi, tenendo conto delle varie tecniche che avremmo usato per eseguire i prodotti finiti. Deciso l’aspetto finale del calendario, abbiamo realizzato i disegni definitivi, colorati ad acquerello. Eseguito il montaggio dei vari elementi, utilizzando un programma di photo editing, sono stati predisposti gli impianti per la stampa in litografia offset. Gli interni delle finestre sono stati eseguiti, disegnandoli a penna, per poi elaborarli con programmi di grafica vettoriale, e intagliandoli su cartoncino nero.

Biglietti
Il taglio laser della carta consente una precisione nei dettagli straordinaria. Abbiamo progettato e realizzato alcuni biglietti in cui il laser permette di valorizzare le decorazioni tradizionali delle carte marmorizzate alla maniera antica. La ricerca si è sviluppata su tagli di vari tipi di carta, incluso quella ignifuga per realizzare paralumi per candele. Il processo di esecuzione degli oggetti progettati parte da un disegno sviluppato attraverso un programma di grafica vettoriale, il cui tracciato viene letto dalla macchina laser e quindi intagliato su supporto cartaceo. In generale il taglio è risultato ottimo per le carte tradizionali,mentre per quelle ignifughe presenta problemi che necessitano ulteriori sperimentazioni.

Stampi per xilografia
Anche qui la ricerca è in atto. Infatti la stampante 3D, usata per realizzare stampi simili a quelli in legno tradizionali per xilografia, non è idonea a creare una superficie di stampa regolare, poiché procede per sovrapposizione di strati. E' stata quindi sostituita, ad oggi, da una fresatrice a controllo numerico, che permette una buona distribuzione dell’inchiostro.

Per l'azienda Stefano Bemer è stata studiata la misurazione a distanza del piede. La misura del piede è un passaggio molto importante nella creazione di una scarpa artigianale. L'azienda utilizza attualmente un metodo di misurazione tradizionale – con un metro da calzolaio – con il quale vengono prese le misure più significative. Il progetto Re/Active si è focalizzato per l'azienda sull'individuazione di un metodo di misurazione alternativo che, attraverso l'uso di tecnologie innovative, consentisse di effettuare le misure del piede senza la necessità di recarsi presso il cliente, garantendo la stessa accuratezza del risultato. Nell'ambito del progetto sono state proprio individuate la metodologia e la tecnologia più adatte a garantire semplicità d'uso e accuratezza della misura. L’idea è quella di offrire al cliente la possibilità di misurare il piede da solo, utilizzando per esempio il proprio smartphone o eventualmente recandosi presso il negozio o affiliato più vicino per farsi fare una misurazione automatica mediante un sistema di scansione 3D. I dati acquisiti vengono poi inviati all’azienda che, analizzando il modello tridimensionale del piede, estrae le misure e le altre informazioni morfologiche necessarie per la realizzazione, sempre completamente artigianale, di una scarpa perfetta per il cliente.

Per la Toscot è stata creata la Push me – Touch lamp
Nell’ambito del progetto Re/Active è nata l’innovativa lampada Push Me, che unisce la tradizione della lavorazione artigianale della ceramica all’impiego di nuove tecnologie digitali e di nuovi materiali nel processo di realizzazione. Alcuni componenti della lampada, in particolare la calotta di copertura del pulsante di accensione, sono stati infatti realizzati in materiale plastico mediante l’utilizzo di stampanti 3D. Dopo aver realizzato il disegno della lampada, utilizzando un software di modellazione tridimensionale, è stata creata la forma in gesso dal formatore e, successivamente, la forma definitiva attraverso un processo di colaggio. Una volta pronta, la forma è stata messa in forno per la cottura iniziale e, successivamente, una volta verniciata esternamente a spruzzo, è stata rimessa in forno per la cottura dello smalto. Quindi la lampada è stata rifinita montando la componentistica elettrica e completando la decorazione interna con il colore a freddo.

Per la Lenzi Egisto sono state posizionate reti di sensori in tessuti (Aegis), creati per l’edilizia in zona sismica. Nell’ambito del progetto Re/Active sono state implementate le applicazioni del tessuto Aegis, all’interno di questi particolari tessuti prodotti dall’azienda, caratterizzati da ordito e trama, rispettivamente, di poliestere HT e di acciaio, di alta resistenza unita a grande elasticità e adatti quindi al contenimento di pareti e solai, sono stati integrati dei sensori in grado di fornire in tempo reale una serie di informazioni utili per valutare lo stato di conservazione della struttura, permettendo così di prevenire eventuali situazioni di rischio di crollo e sfondamento. Il sistema di monitoraggio si basa sull’utilizzo di particolari sensori che, gestiti via wireless mediante una scheda di controllo Arduino e perfettamente integrati all’interno del tessuto, misurano differenti parametri ambientali (temperatura, umidità) o meccanici (vibrazioni, torsioni, ecc.). I parametri vengono misurati a intervalli regolari e trasmessi a un sistema remoto che li elabora e, oltre a visualizzarli su una interfaccia grafica, genera uno stato di allerta nel caso vengano rilevate particolari condizioni di rischio.

Per coronare degnamente l'anno di ricerca di innovazione, è stata anche bandita una gara, Make/Florence, rivolta a designer, artisti, maker, esperti di marketing e artigiani. Cinque team multidisciplinari, formati con i selezionati fra i numerosi iscritti, si sono sfidati per realizzare, in una maratona di soli quattro giorni, un nuovo souvenir della città di Firenze. Tutti i progetti sono stati costruiti con tecnologie di digital fabrication, tipo stampanti 3D, taglio laser, macchine CNC, sistemi di scansione 3D, che possono contenere anche, è il caso del progetto vincitore, sensori che li rendono interattivi. Il Souvenir di Firenze, che ha vinto il premio della prima edizione, è una scatola di "ricordi digitali". La scatola contiene ricordi fisici ma anche un sensore in grado di caricare le App dallo smartphone al semplice contatto con il coperchio. In poco spazio quindi, si conserva tutto ciò che ha colpito della città e che riapparirà quando si vuole rivivere questa esperienza. A detta degli organizzatori, la gara sarà ripetuta il prossimo anno, per individuare nuove strategie necessarie alla sopravvivenza della nostra straordinaria tradizione artigiana.