E’ stata Manuela Cricelli a vincere con Suli d’agustu, il prestigioso premio della critica per l’altrettanto blasonato concorso dedicato alla memoria di Mia Martini, nella categoria Etno-Song. Originaria di Roccella, deliziosa cittadina sul litorale jonico calabrese, nota in particolar modo per il suo pluriennale festival internazionale del jazz, la Cricelli possiede un talento duttile che in carriera ha già spaziato in diversi repertori con il medesimo consenso.

Adesso pare pronta alla definitiva consacrazione con un album tutto suo di imminente uscita, di cui il brano vincitore è appunto il primo, eloquente biglietto da visita: "Ho provato tanto orgoglio - ribadisce legittimamente- ad affermarmi in quello che forse è il riconoscimento più ambito! Vedere riconosciuto il proprio lavoro artistico da una giuria di esperti è senz’altro uno stimolo importante, che mi auguro possa essere di felice auspicio per il prosieguo della mia carriera. Mimì, fra l’altro, è stata una fonte di ispirazione costante. Leggendo di lei, nelle varie interviste che rilasciò, c'è una frase che mi ha colpito particolarmente ed è diventata una sorta di ‘mantra’ per me, un principio da seguire! Ovvero che il segreto di una grande interpretazione canora consiste nel comprendere a fondo il sentimento della gioia o del dolore che si sta raccontando nella canzone, perché quando si canta, si interpreta sempre un'emozione (positiva o negativa), per cui bisogna saper dire le cose sentendole sulla pelle. Un grande insegnamento quello di Mimì, che ci invita ad essere sempre dentro se stessi, a non rifiutare le emozioni, nemmeno quelle dolorose… traslandole poi sul palcoscenico, laddove il canto diventa realtà. Aggiungo che si tratta di un mezzo espressivo strettamente connesso con il nostro mondo emotivo. Rappresenta un efficace mezzo di espressione dei sentimenti, poiché ci aiuta a sublimarli e a trasformarli".

Essere artisti in Calabria rappresenta una missione, un destino o un sacrificio?

Probabilmente è il nostro dovere di figli nei confronti della nostra terra-madre. La Calabria (ma anche l’Italia in generale), non incoraggia di certo le aspirazioni dei "sognatori" in qualsiasi ambito professionale, ancor di più nella musica. La voglia di creatività, di autenticità, è schiacciata da un ambiente sociale a dir poco castrante per gli innumerevoli ovvi motivi. Ma teniamo duro perché la musica è il linguaggio universale, arriva dappertutto… unisce le persone, può diventare un’arma potentissima… e ci consente di ridare dignità a una terra ricca di passioni, di risorse umane e di bellezza, che quotidianamente viene contrastata dalle mille brutture! La musica rappresenta forse la più grande opportunità, quindi, di mantenere in vita, valorizzare e accrescere culturalmente la nostra Calabria! La parola d’ordine dev’essere Cultura. Penso sia l’unico mezzo che ci possa condurre al pieno riscatto.

Quando farai uscire questo tuo nuovo disco?

Non so ancora esprimere una data precisa in quanto si tratta di un’autoproduzione e fare quadrare i conti è veramente difficile. Sono 10 canzoni, cantate sia in italiano che in dialetto, che trattano diversi temi, dalla canzone d’amore alla canzone di interesse sociale. E’ un disco raffinato, dalle sonorità ‘pop’ contaminate da folk, rock, jazz, blues, su testi scritti per la maggior parte dall’artista Enzo Niutta, parole che esprimono una sublime poesia e una profonda verità, su musica e arrangiamenti del Maestro chitarrista Peppe Platani. Spero che presto arrivi una produzione esterna che mi consenta di "confezionare" il prodotto concreto e superare anche il successivo ostacolo della promozione e della distribuzione del disco sul territorio… per provare poi a guardare oltre.

Hai qualche recriminazione per qualche incontro che poteva portare ad altri risultati? Cosa invece ricordi con particolare piacere?

Incroci mancati… non saprei dire, forse non ce ne sono stati! Nel senso che, sono contenta di aver conosciuto tanti e grandi musicisti, interpreti, anche noti al grande pubblico… e da ognuno ho sempre cercato di cogliere qualcosa di buono per alimentare il mio "canto"! Per quanto riguarda gli incontri fortunati… beh… sarò sempre grata al Maestro Carlo Frascà e al gruppo Arlesiana Chorus, con il quale mi sono formata (avevo 16 anni quando sono entrata a far parte del gruppo) e ho vissuto esperienze incredibili dal punto di vista umano e artistico! Altro incontro fondamentale è quello con Peppe Platani, che è oggi un punto di riferimento notevole per ogni musicista della Locride e che ci trasmette il suo sapere con grande umiltà e passione.

A parte il disco quali altri progetti stai portando avanti per l’inverno?

Ovviamente la mia attenzione sarà quasi tutta incentrata sul disco, ma ho anche un programma radiofonico che va sulle frequenze di Radio Roccella ogni venerdì sera, un contenitore di musica, poesia e brani letterari. In più continuerò a portare avanti il mio progetto di Cantoterapia, dove le mie competenze accademiche di psicologa si fondono con quelle di cantante. Si tratta di una disciplina che è insieme artistica e terapeutica. Il canto come mezzo di indagine psicologica, valido per la conoscenza di sé e delle proprie emozioni. Si tratta di un ottimo alleato per combattere lo stress e migliorare la qualità della vita in tutti i suoi aspetti! E’ una disciplina adatta a tutti; non è necessario avere doti canore per partecipare al corso/laboratorio che inizierò a Roccella Jonica a partire da fine mese.