Quando fu sfrattato dal suo studio e spedito in un sotterraneo di Bogotà, l’antropologo e regista colombiano Enrique Vargas affinò i sensi. E riemerse, da un posto che mortifica la luce e i profumi, con il perfezionamento dell’idea di un teatro sensoriale che l’avrebbe portato, dopo varie esperienze fra l’altro al centro teatrale “Mama”di New York e quindici anni di insegnamento di Drammaturgia dell’immagine sensoriale all’università di Bogotà, durante i quali studiò i giochi rituali e i miti dell’Amazzonia, alla fondazione nel 1993 della compagnia “Teatro de los Sentidos” che ha sede in una vecchia polveriera di Barcellona. La trilogia “Sotto il segno del labirinto” (“Il filo di Arianna”, La fiera del Tempo vivo” e “Oracoli”) è un’esperienza indimenticabile e Vargas è stato premiato persino dall’Unesco. Il Funaro Centro culturale a Pistoia è la sua dimora artistica in Italia dove, con Patrizia Menichelli, tiene il corso di “Poetica dei sensi”articolato in: Poetica del Corpo, dell’Oscurità, del Silenzio, dello Spazio e dell’Oggetto".

Andres Neumann sa di essere nato in un posto della Bolivia che si chiama Cochabamba. Non ci è più tornato, ma che importa? E’andato in moltissimi altri posti, geografici e mentali, ha imparato cinque lingue, inventato una professione: il Cultural management ovvero come gestire rapporti con artisti, politici e uomini di finanza per produrre e distribuire spettacoli. Negli anni Settanta, a Nancy, laboratorio dell’avanguardia artistica mondiale del tempo, Neumann collaborò con Jack Lang e conobbe Pina Bausch, Tadeusz Kantor, Bob Wilson, Grotowsky, Bob Wilson, Peter Schuman, Victor Garcia.

Con la Andres Neumann International, fondata nel 1978 a Firenze, ha portato in America Dario Fo, Vittorio Gassman e Andrzej Wajda, a Spoleto Ingmar Bergman, in Italia il Gran Kabuki di Tokyo, ha coprodotto il Mahabarata di Peter Brook. E sempre e ovunque insieme a Pina, Pina Bausch - maestra di danza e di vita -, creatrice del Tanztheater di Wuppertal. Neumann ha donato al Funaro di Pistoia il suo archivio, che è la storia del teatro contemporaneo: documenti, foto, copioni, lettere dei grandi maestri.

Ma che cos’è mai questo Funaro prescelto daVargas e Neumann? Lo spiegano le fondatrici Antonella Carrara, Lisa Cantini, Mirella Corso e Francesca Giaconi : "E’ un luogo di memoria. Una memoria di orti, di campi coltivati a vite, di vendemmie e poi mura ospitali per un funaio, un corbellaio, uno straccivendolo, un rigattiere e piccole botteghe di falegnami. Il nostro sogno è creare un luogo nel quale ci si possa sentire a casa, nel quale ci siano le condizioni per esprimersi ai massimi livelli e permettere la nascita di piccole gemme. Faremo tutto quello che ci è possibile per creare una serra, un piccolo orto dal microclima ideale per fare arttecchire le idee e farle crescere rigogliose, per rendere gli scambi e gli incontri possibili e proficui. Il lavoro dei grandi maestri ed i laboratori sul territorio si arricchiranno a vicenda caricando di energia la nostra casa e aprendola alla città". Al Funaro c’è anche la sala cinematografica più piccola del mondo, il Cinetandem, dove si proiettano cortometraggi d’epoca e una caffetteria con dolci artigianali. E’ raro vedere un sogno diventato realtà che conserva l’incanto del sogno.

Info: www.ilfunaro.org