La parola esposizione è la più adatta per descrivere il lavoro di selezione delle opere d’arte allestite nello spazio di Studio la Città, da venerdì 10 ottobre 2025 alle ore 15.00.

La parola mostra, infatti, presuppone un titolo, un intento curatoriale, una volontà propositiva di un’idea, un collegamento tra opere che debba coincidere con un progetto critico nell’attualità dell’arte contemporanea nell’intento di dare almeno una risposta nel percorso di indagine analitica e critica.

L’esposizione a Studio la Città non ha intento curatoriale: non è il progetto o l’indagine la prima missione, gli artisti e i loro lavori non sono scelti per rientrare in un progetto intellettuale per la loro corrispondenza a un pensiero critico originale, il presupposto è perfettamente contrario: le opere sono estratte dai magazzini come se, dopo tanto tempo, si tornasse nella grande casa di campagna della famiglia, nella penombra si facessero scivolare i lenzuoli bianchi posati anni prima su mobili, divani e oggetti per proteggerli dalla polvere e dagli accadimenti esterni; quegli scivolamenti riavviano un meccanismo di memoria sfaccettata di episodi, volti, incontri, conversazioni nell’arte e che si distilla finalmente in queste opere in esposizione.

La condivisione dell’arte, l’approfondimento del suo valore critico, lo svelamento sull’intensità estetica, il confronto con l’inesorabilità del tempo sono da sempre stati i temi che hanno fatto ardere il fuoco nel camino di quella grande casa di campagna della famiglia, questa esposizione è condividere, guardarsi, liberarsi, ascoltarsi: questi i meccanismi selettivi delle opere in esposizione: non c’è funzionalità ad un progetto critico, non c’è ordine gerarchico ma solo confronto, approfondimento, scoperta, contemplazione.