La Galleria Open Art di Prato presenta, dal 29 novembre 2025 al 28 febbraio 2026, Plasmare l’idea. Sculture e scultori oltre il XX secolo, mostra collettiva dedicata all’evoluzione della scultura moderna e contemporanea. Accompagnata da un testo critico di Beatrice Buscaroli, l’esposizione sarà inaugurata sabato 29 novembre alle ore 17.30.

La mostra approfondisce la trasformazione del linguaggio plastico oltre il Novecento, mettendo in dialogo poetiche, materiali e forme che testimoniano la continuità e, al tempo stesso, la rottura con la tradizione. Dalla riflessione formalista di Greenberg alla dialettica tra corpo, impronta, traccia e spazio teorizzata da Krauss e Didi-Huberman, Plasmare l’idea indaga come la scultura contemporanea affronti oggi il rapporto tra visione, materia e significato.

Il percorso espositivo evidenzia le molteplici declinazioni di un medium che, attraverso bronzo, ceramica, legno, alluminio, cemento e materiali non tradizionali, continua a ridefinire il proprio statuto. Le opere in mostra testimoniano sperimentazioni tecniche, costruttive e concettuali che dalla metà del XX secolo hanno reso la scultura un linguaggio vivo, capace di coniugare memoria e innovazione, monumentalità e fragilità, gesto e struttura.

Tra gli artisti presenti: Mirko Basaldella, Sandro Chia, Yasuo Fuke, Nino Franchina, Walter Fusi, Franco Garelli, Quinto Ghermandi, Emilio Greco, Bruno Innocenti, Paul Jenkins, Jiri Kolár, Luigi Mainolfi, Paolo Maione, Giuseppe Maraniello, Marino Marini, Beverly Pepper, Guido Pinzani, Francesco Somaini, Giuseppe Spagnulo, Mauro Staccioli e Giuseppe Uncini.

Un insieme eterogeneo di autori che, attraverso approcci materiali e visivi differenti, contribuisce a delineare un ampio ventaglio di possibilità per la scultura contemporanea: dall’intervento nello spazio pubblico alle torsioni del mito, dalla sperimentazione industriale all’intimità del modellato, dall’evocazione narrativa alla pura struttura formale.

*Plasmare l’idea propone così una riflessione attuale sulla vitalità del linguaggio plastico, sulla sua capacità di essere “lingua viva”, luogo di traduzioni complesse, di tensioni tra peso e leggerezza, tra permanenza e trasformazione. Una mostra che restituisce la ricchezza di un processo artistico in continua evoluzione, dove la materia diviene strumento per dare corpo – e forma – all’idea.

«Esperienze, spesso contrapposte, che definiscono il ventaglio di posizioni su cui la pratica della scultura sembra inverarsi. Una terracotta, un ferro saldato e dipinto, una resina modellata, un marmo o un legno pazientemente scolpiti, sono altrettante variabili materiali di un “saper fare” che cerca di ritrovare la potenza di una lingua che il campo d’azione delle arti visive ha complicato, ma non compromesso. In fondo si tratta di individuare lo strumento opportuno per plasmare l’idea», scrive Beatrice Buscaroli.