Galleria Eugenia Delfini è felice di iniziare la sua quarta stagione espositiva presentando The unfolding of itself, prima mostra personale di Lorenzo Modica in galleria. La mostra è introdotta da una conversazione con l’artista Luca Bertolo ed è l’occasione per presentare l’ultimo ciclo di lavori ad olio ed acrilico su tela di Modica insieme ad una serie di nuovi lavori su nylon.
Noto per i suoi dipinti process-based che si muovono tra astrazione e figurazione, nella sua pratica Modica combina l’esplorazione formale tradizionale (di colore, forma, superficie e linea, giochi con figura e sfondo, scala e spazio bidimensionale) con approcci provenienti da altri media (disegno, fumetti, collage, pubblicità) per esplorare elementi autobiografici come la vulnerabilità, l’autoironia, l’emotività e il dubbio. Il suo lavoro può essere contestualizzato in quella che il critico d'arte statunitense Raphael Rubinstein ha definito pittura provvisoria in relazione ad artisti come Richard Tuttle, Mary Heilmann e Raoul De Keyser. Questo genere di pittura presenta a suo parere "opere che sembrano casuali, sbrigative, provvisorie, incompiute o auto-annullanti" di artisti che "si allontanano deliberatamente dalla pittura 'forte' per qualcosa che sembra costantemente rischiare il fallimento o l'inconseguenza". (Raphael Rubinstein, Pittura provvisoria. Una svolta nell'arte contemporanea, Johan & Levi, 2024).
Modica dunque è interessato all’esplorazione del linguaggio pittorico stesso e a come le immagini si generano e circolano da una dimensione ad un’altra. La sua pratica indaga la superficie come spazio per l’emersione spontanea della forma ed è all’insegna di una processualità non programmata che ingloba approcci, materiali e tecniche differenti per arrivare talvolta a una figura o a una forma riconducibile al reale come indicazione di una possibilità.












