Angela Scarciolla
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Angela Scarciolla

Sono nata a Matera, la città dei Sassi, che oggi finalmente gode di una visibilità mondiale, essendosi riscattata da un passato di povertà assoluta e dal marchio di vergogna nazionale. E quando mi capita di dire con orgoglio che sono materana, finalmente mi sento rispondere: “Oh, bellissima Matera!”

Appassionata di materie umanistiche, ho frequentato la scuola più bella del mondo, il Liceo Classico, al quale mi iscriverei ogni volta, dovessi rinascere altre cento volte, e poi, seguendo il naturale corso delle cose, ovvero con un approccio mentale che oggi non mi appartiene più, ho conseguito la laurea in Lettere con una tesi in Geografia proprio sulla mia città, dal titolo Matera, dai gironi dell’Inferno a patrimonio dell’Umanità. Mi sono sentita obbligata a dover realizzare il sogno di mio padre che immaginava per me una laurea in Lettere o in Giurisprudenza, e che con il senno di poi, evidentemente non coincideva con il mio. Sono fondamentalmente una creativa, e oggi alla luce della vita trascorsa, mi ripeto con rammarico che avrei dovuto avere più coraggio nel seguire il mio cuore e le mie passioni, senza lasciarmi condizionare da niente e da nessuno, anche assumendomi il rischio di deludere i miei cari.

Per motivi di lavoro mi sono trasferita nell'accogliente Abruzzo, e dal 1999 sono pescarese di adozione. Qui da oltre vent'anni lavoro in una tech company, leader nel mercato delle soluzioni digitali per la gestione del business di imprese e professionisti, dove mi occupo di tutti i flussi organizzativi della segreteria commerciale, dalla contrattualistica, al ticketing, all’educational, all’attività di back office.

Ma se fossi nata ricca avrei fatto l'artista. Amo disegnare con i colori a pastello e amo dipingere ad olio su tela. Chiunque volesse farmi felice, non ha che da “scegliere liberamente” di regalarmi tubetti di colore, matite colorate e sketchbook dalla copertina preziosa, il luogo dei miei disegni, lo scrigno nel quale posso raggruppare e conservare solo quelli meglio riusciti, i più belli, quei disegni che sono sicura di fissare per sempre, solo dopo aver provato e riprovato, dopo aver esercitato la mano, nella realizzazione anche di una singola linea curva, nell’intensità di un tratteggio, nel verso con cui riempio di colore una campitura, un chiaroscuro, con un risultato che è tutto fuorché uno schizzo realizzato di getto. L’esercizio è tutto…

Amo l'arte, quasi tutta: prediligo la pittura, rimango incantata di fronte alle simmetrie architettoniche del Rinascimento o al razionalismo severo della prima metà del Novecento, rimarrei ore a girare in contemplazione intorno al Ratto di Proserpina, capolavoro del mio adorato Gianlorenzo, ma abolirei certe espressioni di arte concettuale. I miei viaggi, anche quelli all'estero, sono scelti in virtù del grande patrimonio artistico, antico e moderno, che le mete possono offrire; mi capita di raggiungere Roma solo per non perdermi una mostra che reputo interessante e ritornare a casa in giornata.

Da qualche anno le mie opportunità lavorative mi hanno avvicinato al mondo del vino, inizialmente in maniera superficiale e circostanziale, poi il contesto ha richiesto per necessità un profilo più serio e professionale che si è perfezionato con il conseguimento del diploma nazionale ed internazionale di sommelier del vino (e poi anche dell’olio). La cosa mi è sfuggita di mano...e me ne sono appassionata. Da ex astemia a cultrice del bere (poco ma bene), il passo è stato breve. Oggi mi incuriosisce tutto ciò che si nasconde dietro un calice di vino: la vite, il territorio di origine, il clima, il sottosuolo, le tecniche di vinificazione, la filosofia produttiva che c'è alla base delle aziende vitivinicole e le caratteristiche sensoriali che un calice di vino può regalare. Un sommelier deve tenersi in allenamento, non solo con il naso e il palato, non solo nella pratica ma anche nella teoria. L’esercizio è tutto…

E dunque tutte le volte che ne ho la possibilità con la mia bella divisa, presto servizio nelle fiere, agli eventi dedicati al vino, narrando, suggerendo e versando il vino, ma mi tengo anche allenata e aggiornata partecipando alle masterclass, con particolare predilezione per quelle organizzate dalla Fondazione Italiana Sommelier di Roma, presso la quale ho conseguito il mio diploma e dove ormai da qualche anno, sono orgogliosamente uno dei 190 sommeliers che prestano il loro servizio ad un evento unico, la Festa dei Cinque Grappoli Bibenda, occasione di assegnazione dell'omonimo premio alle cantine italiane più prestigiose. Ho una terza passione, non meno importante delle altre, di cui non ho parlato, ma sintetizzo così: amo leggere.

Ciò che mette insieme i miei tre interessi e in qualche modo li sublima, è la necessità di comunicarne. Sotto la buona stella di adeguate doti scrittorie, quando ne sento il bisogno, scrivo: scrivo di un'opera d'arte che mi affascina, racconto il miracolo di un vino, cerco le risposte alle riflessioni su un libro letto. E lo faccio con tutta l'onestà intellettuale che mi è possibile, utilizzando una forma priva di orpelli con un approccio razionale, come sono io, razionale fino al midollo. Durante la pandemia, nei lunghi mesi di lockdown e di connessioni col mondo solo virtuali, ho scoperto che esistono studiosi a vario titolo che provano ad interpretare la realtà in maniera non scontata, non lineare, e che questo approccio può essere fatto proprio da ciascuno di noi. Sono gli studiosi della Complessità.

Ho imparato che il tempo, la storia, l’Uomo, evolvono secondo una modalità che è tutt’altro che lineare, ma entropica e interconnessa, ciascuna con tutte le altre dimensioni esistenti, con una struttura assimilabile agli atomi, alle molecole, alle reti neurali, via via sempre più complicate, anzi complesse: e vanno appunto sotto il nome di Sistemi Complessi. Ed è proprio secondo questo principio che mi sforzo di interpretare il mondo che mi circonda. Una volta appreso il meccanismo, non è più possibile tornare indietro.

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