Un articolo pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology riporta i risultati di uno studio sugli effetti negativi sulla fertilità della presenza di microplastiche nel suolo. Un team di ricercatori ha esaminato gli effetti della presenza di microplastiche riproducendo varie situazioni per capire gli effetti di diverse quantità. Gli esperimenti hanno anche esaminato gli effetti sui batteri presenti nel suolo. I risultati hanno indicato un calo di fertilità, dovuta anche al fatto che i batteri tendono maggiormente a convertire l'azoto presente nel suolo in vari composti a semplice gas, che poi viene disperso nell'aria.

Un articolo pubblicato sulla rivista Ambio si è concentrato sul problema dell'inquinamento causato dalla presenza di plastica in Amazzonia. Gli autori hanno messo assieme i dati raccolti a partire dal 2000 e riportati in 52 articoli scientifici pubblicati nel corso degli anni. L'analisi di questa mole di dati mostra la diffusione della contaminazione da plastica degli ecosistemi dell'Amazzonia. Le ricerche sono concentrate soprattutto sul Rio delle Amazzoni, dove generalmente la plastica viene gettata e trasportata. Una parte della plastica viene ridotta in frammenti lunghi meno di 5 millimetri già nel fiume.

La diffusione della plastica nell'ambiente, spesso sotto forma di microplastiche le cui dimensioni sono a volte microscopiche, è ormai oggetto da molti studi che stanno mettendo in luce i danni che questa diffusione sta causando nell'ambiente. Ciò include i danni alla salute degli organismi che finiscono per ingerire frammenti di plastica.

Diversi studi sono già stati condotti anche riguardo agli effetti della plastica sul suolo e sui cicli naturali legati alle sostanze nutritive prodotte negli ecosistemi. Tuttavia, la maggior parte si è concentrata su un singolo tipo di plastica laddove diversi tipi di plastica possono avere effetti diversi e normalmente nell'ambiente finiscono diversi oggetti composti di diverse tipologie di plastica. Per questo motivo, un team di ricercatori guidato da Yi-Fei Wang e Dong Zhu dell'Istituto di Ambiente Urbano all'Accademia Cinese delle Scienze ha condotto uno studio che ha combinato gli effetti di sei diversi tipi di plastica.

Gli esperimenti sono stati condotti usando campioni di suolo suddivisi in quattro gruppi in cui sono stati immesse diverse quantità di plastica dei vari tipi compreso un gruppo di controllo in cui la plastica era assente. Gli esperimenti sono durati 40 giorni e alla fine i ricercatori hanno condotto parecchi test sul suolo per misurarne proprietà come l'acidità e l'attività di enzimi chiave legati alle attività batteriche. Sono stati anche verificati gli effetti sui batteri presenti nel suolo.

I risultati hanno mostrato che l'incremento della quantità di plastica ha determinato una maggiore alcalinità del suolo e un maggior contenuto della presenza di carbonio. Uno degli effetti maggiori è stato nella perdita di azoto, dovuta soprattutto alle reazioni dei batteri della famiglia Rhodocyclaceae i quali, in presenza di plastica, vengono stimolati a convertire l'azoto presente nel suolo in vari composti a semplice gas, che poi viene disperso nell'aria. I composti di azoto nel suolo sono fondamentali per la sua fertilità perciò la perdita di quest'elemento è estremamente dannosa.

Lo studio riguardante la situazione in Amazzonia è il primo che cerca di offrire un compendio globale delle contaminazioni causate dalla presenza di plastica. Per fare ciò gli autori hanno messo assieme i dati raccolti nel corso di precedenti studi per un totale di 52 articoli scientifici pubblicati nel corso degli anni che illustrano la situazione a partire dal 2000. Questo compendio mostra una situazione preoccupante di inquinamento da plastica.

Oltre il 90% delle ricerche erano concentrate in Brasile attorno al Rio delle Amazzoni, che oggi è considerato una delle principali fonti della plastica presente nell'Oceano Atlantico. Tuttavia, una parte della plastica rimane nell'area attorno al fiume perché entra a far parte della catena alimentare locale, con conseguenze che devono essere ancora chiarite.

Nelle varie ricerche, le microplastiche ridotte in frammenti lunghi meno di 5 millimetri costituiscono il tipo principale di questi contaminanti. Ciò significa che nel Rio delle Amazzoni c'è una quantità enorme di piccoli frammenti di plastica che entra nella catena alimentare. Le ricerche indicano che i pesci mangiano regolarmente microplastiche assieme al loro cibo, con la conseguenza che anche gli esseri umani rischiano in continuazione di mangiare microplastiche assieme ai pesci.

Il rischio di ingestione è più elevato nelle comunità che prendono la loro acqua potabile dal Rio delle Amazzoni. Gli acquedotti delle città dovrebbero avere sistemi di purificazione dell'acqua che arriva nelle case ma ci sono molti villaggi dove gli abitanti si devono arrangiare da soli per procurarsi l'acqua. Situazioni così diverse per gli abitanti di un grande territorio rendono più difficile condurre indagini esaurienti.

Ormai ci sono molte prove che frammenti di plastica anche microscopici hanno già invaso il mondo, raggiungendo anche aree remote che non sono abitate attraverso le correnti oceaniche. Anche l'Amazzonia, che pure dovrebbe essere ancora in molte parti un'area forestale, è sempre più inquinata. Cosa succederebbe se, come conseguenza, anche il suolo di questa foresta perdesse di fertilità?

Questi studi sono stati condotti grazie ad anni di raccolta e analisi di campioni. Ancor più lungo e difficile è lo studio degli effetti delle microplastiche sulla salute umana. Nuovi studi medici indicano che ormai anche gli umani ingeriscono normalmente microplastiche ma non è ancora ben chiaro quali e quanti danni possano causare. Mentre arrivano gli studi sul potenziale infiammatorio delle microplastiche, è necessario cercare nuove soluzioni. Nel frattempo, ognuno nel proprio piccolo deve impegnarsi almeno a non gettare plastica nell'ambiente.