Sicuro è il passo appena compiuto, ma non conosce quello che lo seguirà e che diventerà solido e saldo a sua volta. La camminata incomincia senza conoscere il suo fine, lo può immaginare ma niente vieta di tradire l'immagine che si è fatta per tendere verso altre, nuove immagini. L'esito di ogni camminare conduce alla coscienza che nessun camminare ha una fine. Ed è a questo punto che l'opera di creazione si ferma, come una domanda, una sospensione che attende altro fuori da sé come rilancio del desiderio.
La materia organica recuperata lungo il cammino e fermata in una reliquia significante, infonde la sua anima agli oggetti inanimati attraverso la passione di ciò che prima era altro e adesso è ciò che è. Deus sive natura.
Nella forma dell'attesa che intercorre fra un passo e l'altro, fra una sicurezza e un'incertezza, fra una coscienza e una vacuità, una promessa e un ricordo, si genera un tempo che è anche spazio: spazio di tempo che appare nelle opere di Berola.
(Testo di Sara Berola, settembre 2025)
Sara Berola è nata a San Pedro (Buenos Aires) Argentina e attualmente vive e lavora in Toscana.
La ricerca artistica di Sara Berola indaga il senso del lavoro e della materia, valorizzando la bellezza che emerge nelle interruzioni e nei momenti di fragilità degli oggetti, volutamente incompiuti e sospesi in una condizione instabile. Le sue opere rivelano una complessità nascosta nella materia, che non è visibile a prima vista ma rappresenta la dimensione più autentica dell’esperienza. Il suo lavoro crea un continuum tra memoria e presente, invitando a riflettere su come l’essenza vera e potente della bellezza si manifesti proprio nell'incertezza e nell’imperfezione.