Dal 17 aprile, e fino al 31 agosto 2025, a Firenze, alla Strozzina di Palazzo Strozzi, è visibile una mostra dal titolo quanto mai attuale: Tempo di donne!

Raccoglie tutte insieme le opere delle nove vincitrici del premio Max Mara Art Prize for Women, un premio biennale istituito nel 2005 da Whitechapel Gallery e Max Mara, con l’ulteriore partecipazione di Collezione Maramotti a partire dal 2007.

Presenta quindi le nove opere delle artiste, in maggioranza britanniche, emergenti ma non ancora famose. Pittura, video, scultura, installazione si alterneranno in un percorso di riflessione su temi come l'identità, la memoria, il corpo, la società e la politica. Ogni artista vittoriosa le ha realizzate nei 6 mesi di lavoro offerto dal premio in Italia. Uno stimolo dunque per la nascente carriera di ciascuna, ma insieme un interessante contributo per la società italiana che, grazie a loro, ha scoperto o rivisitato episodi di storia, descrizioni dell’ambiente, artigianalità ed altri argomenti, concepiti in Italia.

La vincitrice dell’edizione inaugurale (2005-2007), Margaret Salmon (n. 1975) si è focalizzata sul tema della maternità e sulla sua rappresentazione nella società italiana contemporanea. Col titolo NinnaNanna l’opera derivata dalla sua ricerca è un trittico di filmati in bianco e nero e a colori realizzato su pellicola 16 mm. Margaret riprende tre giovani mamme alle prese con l’attività, spesso lunga e faticosa, di addormentare il neonato. Ciò che accomuna questa azione è il canto della stessa ninnananna, un’antica canzone Ninna Nanna Fiorentina intitolata fiorentina (!) Fate la nanna coscine di pollo. Le immagini narrano la maternità ben diversamente dagli stereotipi, ispirando in chi guarda una partecipazione di tenera comprensione verso le difficoltà in cui si trova, spesso da sola, la donna dopo la nascita di un figlio.

La vincitrice della seconda edizione, Hannah Rickards (n. 1979), si è focalizzata sui racconti orali, sulle differenze soggettive, le affinità e gli echi delle cronache che descrivevano una città che appare sul lago Michigan per un raro effetto ottico legato al fenomeno di inversione termica. Nell’opera di Rickards i fenomeni naturali diventano punto di partenza per una profonda analisi della percezione di immagini e suoni attraverso il linguaggio.

La vincitrice della quinta edizione (2013-15), Corin Sworn (n. 1976) ha creato un’opera ispirata alle rappresentazioni improvvisate della Commedia dell’Arte sviluppatesi nel XVI secolo in Italia, in continuità con la sua ricerca artistica, che intreccia storia, memorie, frammenti di racconti veri o immaginari.

Per la sesta edizione del premio (2015-17) ha vinto Emma Hart (n. 1974) creando una grande installazione frutto di una ricerca condotta sui disegni e sulla pratica della tradizione italiana della maiolica. Le grandi opere di ceramica dipinta rappresentano il culmine di un’indagine sugli schemi di comportamento psicologico. Materializza nelle sue ceramiche la confusione, lo stress e il disgusto indotti dall’esperienza del quotidiano.

Che si può fare, il progetto vincitore della settima edizione, di Helen Cammock (n.1970) riprende il titolo di un lamento preoperistico risalente al 1664 della compositrice italiana Barbara Strozzi (1619-1677). Nella sua multiforme pratica artistica Cammock abbraccia testo, fotografia, video, canzone, performance e incisione, con l’obiettivo di mettere in discussione le narrative storiche tradizionali sull’identità dei neri, delle donne, sulla ricchezza, sul potere, la povertà e la vulnerabilità.

Per l’ottava edizione la vincitrice Emma Talbot (n. 1969) ha immaginato un ambiente futuro in cui l’umanità si trova ad affrontare le disastrose conseguenze del tardo capitalismo e, per poter sopravvivere, deve affidarsi a modi più antichi e olistici di costruzione e di appartenenza, rielaborando strutture di potere ancestrali affinché siano in connessione col mondo naturale.

E ancora Andrea Büttner,Laure Prouvost e Dominique White, a completare le nove vincitrici. Prima di questa riunione delle loro opere alla Strozzina, queste artiste si erano già incontrate, arricchendosi con la condivisione delle esperienze del soggiorno in Italia che ciascuna ha vissuto per concretizzare il suo progetto.

Interessante approfondire a quali eventi dell’Italia si sono rapportate le nove artiste. Portando avanti ricerche su temi specifici della cultura e della storia del paese, hanno acquistato nuove abilità tecniche, nuove sensibilità e nuove prospettive.

Conoscere l’ispirazione e le collaborazioni delle singole artiste è molto impegnativo. Ma l’approfondimento fa apparire tutta la valenza del premio e mette in luce quanta importanza possa avere un sostegno economico per lo sviluppo dell’Arte.