Figlio dell’architetto Leopoldo Mastrella (Anzio 1920-2005), noto per aver dapprima collaborato con Michele Busiri Vici nella progettazione di alberghi, ville e gli interni della Turbonave Raffaello e poi autonomamente in lavori di respiro internazionale come la sede della VARIG Airlines di New York, l’albergo Cote d’Azur a Beirut, Villa Shanty ad Anversa, Jubiee Palace ad Addis Abeba, per Romano Mastrella la grafica è stata la prima “compagna” di vita professionale. Anche quando per qualche momento l’ha persa è stato sempre in grado di ritrovarla nei suoi lavori di architetto e interior design.

Si veda ad esempio il poster del 1980 Affoghiamo dove secondo l’autore l’eccessiva comunicazione “uccide”, le troppe parole ci affogano e confondono; oppure il logo del 1989 per le “Agavi Hotel di Positano” ispirato dalla pianta di un’agave perché per l’architetto in natura esistono svariate forme geometriche a cui ispirarsi; o ancora la grafica I pastori d’Abruzzo e la loro transumanza eseguita come illustrazione per il volume Sogni di terre lontane del 2002, inoltre il disegno per mattonelle decorative realizzate dalla Ceramica Isla-Tiles nel 1985.

Nel lavoro di designer per Mastrella è importante capire il ritmo delle proporzioni che sono capaci di comunicare chiarezza e bellezza, mentre le linee, curve o rette, i punti e i segni a loro volta diventano tridimensionali acquistando volume che dialoga con l’esistente, la natura, le persone. Il progetto sul pentagramma grafico è un continuo scambio, come nel lavoro del 2008 ad Abu Dhabi La Città della Musica, dove linee curve, sinuose come le dune del deserto si fondono con geometrie funzionali, oppure nell’edificio realizzato ad Ahmedabad nel 2021 o negli arredamenti di lussuosi appartamenti a Roma dove i segni seguono un ritmo quasi musicale.

Musei e mostre

Estremamente interessanti sono gli allestimenti di mostre e realizzazioni museografiche di Mastrella. Tra queste il Museo Preistorico Blanc, Comune di Viareggio, 1995; la Mostra La fanciulla d'Anzio, Museo Civico Archeologico, Anzio, 2003; la Mostra I Marmi colorati della Roma Imperiale, Mercati di Traiano, Roma, 2004; la Mostra La Venere di Anzio, Museo Civico Archeologico Anzio, 2004; la Mostra Magna Grecia archeologia di un sapere, Catanzaro, 2005; la Mostra Capolavori ritrovati, Museo Civico Archeologico, Anzio, 2006; la Mostra L'archeologia ad Anzio, Museo Civico Archeologico, Anzio, 2007; la Mostra Anzio e le marine della costa laziale, Museo Civico Archeologico, Anzio, 2007; il Parco archeologico “Valle Volsco”, Anzio, 2007; il Museo della “Seconda legione Partica”, Albano, 2008.

“Come spesso accade i musei archeologici vengono allestiti in strutture preesistenti, ville o palazzi d’epoca, di cui bisogna tenere conto soprattutto per le sezioni e la planimetria. Sappiamo come gli oggetti (soprattutto antichi) nel momento in cui diventano "oggetti da esporre" si trasformano in icone il cui significato muta in relazione alla serie in cui sono inserite, al modo in cui vengono collocate, al contesto di comunicazione in cui vengono presentate. Tutti gli arredi espositivi, con altezze, larghezze, proporzioni, legati agli oggetti da esporre, sono in qualche modo partecipi e “felici” di dialogare tra loro ed il visitatore, ma anche con l’edificio che li ospita” (Romano Mastrella, Dialogare con l’archeologia, un’esperienza di comunicazione, 2008).

L’allestimento del Museo Civico Archeologico di Anzio

Tuttavia è nel progetto dell’allestimento, nel design delle vetrine, nel mobilio del nuovo Museo Civico Archeologico della “sua” Anzio dove l’architetto nel 2002 si esprime con assoluta dedizione e straordinaria forza creativa. Qui il maestro si è avvalso di specifici laboratori artigianali di falegnameria, posizionando una pavimentazione in cotto realizzato a mano e in mosaico. Le vetrine sono eseguite in legno e cristallo, all’interno posseggono piani mobili in legno di colore rosso, lo stesso colore è applicato alle pareti verticali.

I reperti di marmo e bronzo di grande dimensione (sculture, capitelli, colonne, ancore, ecc.) sono collocati a terra, gli altri su tavoli con piano orizzontale in legno; le anfore di grandi dimensioni sono a terra, le altre su tavoli con piani in plexiglas forati allo scopo di inserirvi le anfore. L’architettura del Ninfeo di Ercole è stata ricostruita come l’originale, sulle pareti è stata applicata l’originaria decorazione in mosaico, pasta vitrea e conchiglie. Gli affreschi staccati dalla Villa imperiale sono collocati sulle pareti dell’ultima sala di visita.

L’architetto Mastrella nel 2000 interviene anche nella Villa Imperiale di Anzio (comunemente chiamata Villa di Nerone). In occasione del Grande Giubileo del 2000 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha elargito un cospicuo stanziamento straordinario di fondi che si è rilevato essenziale per incrementare l’attività di restauro e tutela del nostro patrimonio artistico. Sono state emanate due leggi, la 270/1997 (Giubileo Fuori Lazio) e la 651/1996 (Giubileo Lazio). Quest’ultima legge ha finanziato in particolare l’intervento “Anzio (RM), Area della Villa Neroniana, Restauro archeologico, allestimento del percorso espositivo e dei relativi servizi”, progettato dello Studio Mastrella Snc di Anzio.

L'intervento ha attuato la riqualificazione dell'antico giardino della villa romana, dello spazio riservato agli spettacoli e dell'area a prato, caratterizzata dalla presenza variegata di tipologie arboree. L'ingresso al parco della villa è stato enfatizzato con la creazione di una struttura in mattoncini, assimilabile, per forma, ad una barca, che contiene la biglietteria ed i servizi e un piccolo museo.

Nelle aiuole, motivo di attrazione per i visitatori, sono state impiantate alcune nuove essenze, tradizionalmente utilizzate dai Romani nei loro giardini: ogni specie è corredata di un cartellino identificativo, che riporta il nome scientifico ed il nome comune della pianta. I parametri che hanno caratterizzano la scelta delle tipologie sono la diversità biologica (arbusti, rampicanti, striscianti, ecc.) e di impiego (ornamentale, alimentare, ecc.), oltre alla possibilità di poter affrontare un modesto impegno manutentivo. L'obiettivo è stato quello di proporre al visitatore un quadro d'insieme che riproducesse gli schemi architettonici del giardino più rappresentativi della civiltà romana, facendo comprendere la molteplicità di forme utilizzate e la raffinata organizzazione degli spazi.

Per l'alloggiamento degli impianti tecnologici è stata allestita un'architettura effimera, con colonne, rivestite in rame, che fungono da lampade ed un frontale in tubi di acciaio, sui quali è stato possibile montare i cavi necessari alla collocazione di tende di protezione.

Un settore arredato con sedili consente piacevoli soste per gli otia tanto celebrati, ma anche l'allestimento di mostre all'aperto, attraverso un sistema molto semplice di tiranti, costituito da corde fissate a ganci sul pavimento, eventuale sostegno per i pannelli.

Il percorso dedicato alla visita della villa vera e propria, che è stata restaurata, è delimitato verso il mare da una siepe, alta circa un metro, e pavimentato in ciottoli. L'itinerario inizia con una serie di totem esplicativi, che forniscono informazioni storiche riguardanti la villa; al centro del percorso, con funzione di belvedere, è stata allestita una pensilina sopraelevata, dalla quale si gode di un'ampia prospettiva.

Da grande volevo fare il graphic designer

Da grande volevo fare il graphic designer, di Romano Mastrella, con note inedite di Bruno Munari, Giancarlo Illiprandi, Heinz Waibl è stato presentato presso ADI Design Museum di Milano e pubblicato da Fausto Lupetti Editore.

Nel volume si racconta l'avventura e l'esperienza giovanile e mai completamente abbandonata del maestro di Anzio nel mondo del graphic design portando alla luce numerosi suoi lavori di design grafico. Un libro di formazione e viaggio che esplora l'importanza che nella vita professionale dell’autore ha avuto questa disciplina permettendogli di affrontare le molteplici declinazioni di interior design e di architettura. Sono pagine in cui si presentano molti lavori grafici, curiosità, cultura, visioni e la gioia di fare sono i venti che gonfiano le vele della sua barca.

Romano Mastrella racconta una personale avventura narrando attraverso immagini e brevi testi della sua esperienza nel mondo del graphic design. Un viaggio che esplora l’importanza che questa disciplina ha avuto nel permettergli di affrontare le multiformi declinazioni del design e dell’architettura. Forse potrà risultare utile a qualche lettore per orientarsi, navigando tra le rotte tracciate da altri per scoprire le proprie.