Per i cento anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, la Galleria d’arte Moderna di Roma offre al pubblico una visione complessiva e inedita della profonda cultura dell’artista, da scoprire nelle sue tante sfaccettature. Se il titolo dell’esposizione recita Pasolini Pittore, di fatto, il nuovo progetto inedito e articolato, presenta più di 150 opere (a oltre quarant’anni dall’ultima antologica completa su Pasolini pittore, datata 1978 e presentata a Palazzo Braschi), selezionate dal corpus della collezione del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux di Firenze, depositario della maggiore raccolta di opere dello scrittore e regista, ma anche dalla Fondazione Cineteca di Bologna, dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa, per la prima volta in mostra fuori dalla locale Casa Colussi, dall’Archivio Giuseppe Zigaina e da collezionisti privati.

La mostra parte dagli inizi pittorici di Pasolini che vanno di pari passo con le prime prove poetiche in friulano. Ritratti e raffigurazioni di corpi, maschili e femminili, che ricreano una sorta di mappatura visiva della famiglia e delle amicizie di Pasolini. Presenti anche nature morte e paesaggi rurali friulani dal sapore fortemente intimista che, da altro punto di vista, quello tecnico, documentano l’eccezionale abilità artistica e la sperimentazione del pigmento messa in atto da parte del giovane Pasolini. Il suo corpo, il volto, metafora e “corpo” stesso della sua arte, tanto che Davanti al mio corpo, un disegno del 1942, diventa l’incipit della mostra stessa.

In Poeta delle Ceneri Pasolini scrive “(…) vorrei soltanto vivere / pur essendo poeta / perché la vita si esprime anche solo con sé stessa. / Vorrei esprimermi con gli esempi. / Gettare il mio corpo nella lotta”. E il Gettare il mio corpo nella lotta di Pasolini si è mutuato in una sperimentazione continua di tutti i possibili linguaggi artistici e visivi a sua disposizione, dalla poesia al cinema alla pittura, ponendo così, nel primo piano della sua creazione delle scelte creative, sempre tutto sé stesso.

Un’importante sezione è dedicata all’autoritratto e al ritratto, generi pittorici molto amati da Pasolini, in modo particolare il secondo con in esposizione quelli che potremmo considerare come i “ritratti dell’anima”. Quelli familiari, la serie legata ai protagonisti del mondo artistico di Pasolini, da Giovanna Bemporad a Giuseppe Zigaina, oltre a quelli del mondo cinematografico romano, come Laura Betti, Ninetto Davoli, con un’attenzione particolare ai ritratti dell’amico poeta Andrea Zanzotto.

La sua pittura si focalizza anche sui ritratti a Ezra Pound, Roberto Longhi e Maria Callas. Pasolini racconta e scrive a Luciano Serra, suo amico fin dagli anni del liceo a Bologna (fine anni Trenta) “Io leggo poco, dipingo molto in compenso: 6 quadri finora, di vario valore, di cui almeno due mi sembrano buoni: i miei migliori. Ho raggiunto una tavolozza mia, ed anche una mia maniera. Spero di continuare in questa maniera, senza stupidi mutamenti da dilettante” (Casarsa, agosto 1941). Una minimale prova documentale, fra le tante, che ci aiuta a capire come già dall’inizio degli anni Quaranta Pasolini dipinge.

Casarsa della Delizia, in Friuli, è un altro capitolo che s’incontra nel percorso espositivo. È il paese della famiglia materna di Pasolini, i Colussi, da lui considerato come un luogo dell’anima. Grazie alla collaborazione con il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia e con la Regione Autonoma Friuli Venezia-Giulia, per la prima volta al di fuori del contesto friulano, è inserito in mostra un nucleo composto di opere di Pasolini degli anni Quaranta. Opere restaurate di recente ed esposte in maniera permanente a Casa Colussi, oggi sede stessa del Centro Studi.

Una delle sale è dedicata al rapporto artistico e di amicizia fra Pasolini e Fabio Mauri, con una serie di disegni bolognesi degli anni Quaranta-Cinquanta, di cui alcuni per la prima volta esposti, mentre, esaustiva e illuminante, è la parte del percorso riservata al rapporto fra Pasolini e l’arte italiana del Novecento, attraverso l’esposizione di opere delle collezioni d’arte contemporanea della Sovrintendenza Capitolina (Galleria d’Arte Moderna, Museo Carlo Bilotti Aranciera Villa Borghese, Casa Museo Alberto Moravia, MACRO), con artisti di cui Pasolini ha fortemente apprezzato lo stile. Da Carlo Carrà a Filippo de Pisis da Giorgio Morandi a Mario Mafai, Scipione e Antonietta Raphäel e altri artisti considerati per la loro novità estetica nel panorama italiano della metà del Novecento.

Per la prima volta anche un’accurata selezione di opere d’arte contemporanea di proprietà di Pier Paolo Pasolini, con l’intento di sottolineare come certe passioni artistiche e stilistiche abbiano attraversato la vita e la pittura di Pasolini, così come i suoi scritti d’arte e le stanze delle sue diverse case romane, con opere di Massimo Campigli, Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Carlo Levi, Alberto Savinio, Andy Warhol e altri. A chiusura della mostra un minimo omaggio al volto di Pasolini, tramite una serie di ritratti storici realizzati, con vari stili e in tempi diversi, da Ennio Calabria, Renato Guttuso, Carlo Levi, Milo Manara, Mario Schifano e altri. A contrappunto mediale una serie di fotografie di Sandro Becchetti, Mimmo Cattarinich, Vittorugo Contino, Aldo Durazzi, Ezio Vitale, oltre a documentari e film concessi dalla Fondazione Cineteca di Bologna, RAI Teche, RAI Cinema e Palomar.

Fino al 16 aprile saranno organizzati incontri culturali, readings e proiezioni come approfondimento delle tematiche già sviluppate nelle tante opere allestite alla Galleria d’Arte Moderna.