Soffia il vento dell’autunno
e da quel giorno
sul monte Otowa
le cime degli alberi
sono toccate dal colore

(Ki No Tsurayuki, 872-945)

Tutto oggi contribuisce a staccarci dalla realtà naturale, a incasellarci in meccanismi preordinati spesso costruiti negli anni da sistemi complessi e burocratici che appesantiscono la vita quotidiana, rendendoci succubi e proni al sistema contemporaneo e alle sue inevitabili disposizioni. Su questi argomenti così stringenti si legge oggi molta letteratura che a volte semplifica e per dare risposte a questioni complesse che coinvolgono non solo i pochi detentori della macchina tecnocratica ma l’intera comunità che rischia di indossare un “abito” un modus vivendi standardizzato per poter sopravvivere, senza dover lottare quotidianamente con gran fatica e dispendio di energie. Il controllo di tutto il sistema naturale è la risposta del paradigma dominante, difficilmente contrastabile appunto con approcci semplicistici basati sulla ricerca e la colpevolizzazione di pochi “burattinai” che governano questo programma sovranazionale che si basa sulla “Separazione: io da te, l’uomo dalla natura, la materia dallo spirito”1.

Poco tempo fa mi è capitato di leggere un articolo in cui un uomo racconta come, cambiando radicalmente la sua vita, aveva scelto di trasferirsi dalla città in una proprietà isolata sull’Appennino dell’Italia centrale.

Qui aveva una piccola dimora forse non proprio perfetta e confortevole ma con buona volontà era riuscito ad adattarla e a viverci utilizzando la legna e una fonte pur non servito dalla rete (del gas e dell’acqua). In una sorta di paradiso, isolato da tutti aveva trovato il suo Eden, probabilmente, posso supporre, ispirandosi alla nota esperienza di vita solitaria che il filosofo ed ecologista Henry Thoreau trascorse fra il 1845 e il 1847 nella campagna del Massachusetts raccontata da lui stesso con dovizia di particolari di vita quotidiana, semplice, sobria e straordinaria nel libro, che tutti gli amanti della natura dovrebbero possedere, Walden. Vita nel bosco.

Come Thoreau nell’Ottocento, questo personaggio aveva rifiutato quella modernità che oggi sta stritolando ogni forma di vita spontanea e generosa. Ebbene racconta in un articolo come è stato oggetto di interesse da parte di varie istituzioni ed Enti locali che sono stati molto celeri nel fare controlli sullo stato di abitabilità della casa, sulle condizioni standard minime di spazio per poter risultare residente in quella sua proprietà (ad esempio il bagno secondo le verifiche era sottodimensionato !) che hanno veramente limitato la sua libertà nonostante si trovasse in una sua proprietà. Questo per dirvi che se non facciamo ogni giorno uno sforzo per apprezzare quello che di natura possiamo ancora osservare ne subiremo senza accorgerci delle conseguenze che potrebbero essere l’inizio di una vero e proprio processo di “alienazione”. Allora ecco che cosa può aiutarci tra le tante cose possibili: diventare consapevoli dei cambiamenti e dedicandoci ad osservare e manipolare materialmente piante, frutti e semi sia se possediamo un piccolo spazio all’aperto di nostra pertinenza o comune ad altri abitanti (se siamo in un condominio) o anche lo stesso terrazzo, o addirittura non avendo terra ritagliandoci più possibile tempo per andare a fare escursioni all’aperto. L’agenda dell’autunno ci sprona a non impigrirci con l’arrivo della stagione più fredda andando in cerca di quelle piante che anche nelle campagne di pianura o di collina tentano di rifiorire e vegetare sentendo ancora le temperature tiepide.

Ad esempio facendo una piccola escursione potremo trovare una speciale pianta erbacea ubiquitaria in Italia dalle tante proprietà: Diplotaxis tenuifolia (L.) DC. la rucola selvatica che è facilmente riconoscibile non solo per le sue foglioline verdi lucenti e ampiamente lobate e steli di 30-40 cm con un fiore giallo intenso a forma di croce (da cui la famiglia Cruciferae, anche se oggi è passata alle Brassicaceae, Carl von Linné, il più grande botanico della tassonomia avrebbe da dire a questo proposito2), ma per il profumo appena così pungente ed erbaceo. Potrete farvene una bella scorta, portandovi un sacchetto di carta nello zaino, e gustarvela come insalata scoprendo che non è indigesta come quella che purtroppo si trova confezionata nei supermercati (e a carissimo prezzo)in quanto contenente sostanze azotate per migliorare la produzione.

Tante le sue proprietà soprattutto se mangiata cruda o usata in tisana, è diuretica, stimolante digestiva, ricca di calcio, acido folico (vitamina B9) e vitamine A, C ed E. La curiosità è che nell’antichità i medici come Dioscoride e Plinio la assicuravano come pianta afrodisiaca, per cui era addirittura proibito coltivarla nei monasteri. E ancora all’occhio attento non può sfuggire altra pianta che sta ripopolando (dopo la calura estiva e prima di sparire in inverno) boschetti ombrosi e freschi: è la favolosa Melissa officinalis L., erbacea spontanea dal bacino mediterraneo fino all’Asia nei climi temperati, di un verde chiaro brillante con foglie crenate con forte profumo di limone. Oltre a essere buona in insalata è utilizzata sia nei fitoterapici ma anche in infuso come potente sedativo, calmante dell’ansia e delle alterazioni del battito cardiaco e della tosse. Antibatterica e antivirale può risolvere stati influenzali. Per i frutti non dimentichiamoci che nelle zone di mare o dell’entroterra, magari in giardini abbandonati o in aree comunali come pianta ornamentale, è facile trovare sia il melograno che il corbezzolo.

Questi due arbusti, piccoli alberi mediterranei sono un concentrato di sostanze utili proprio per prepararci all’inverno e preservarci dalle influenze. Il primo Punica granatum L., che in latino significa mela con semi, simbolo di eterna fertilità, originario della Turchia fino al Pakistan, oltre ad essere facilmente conservabile in cassette esposte al sole per mesi, ci regala un succo prelibato ricco di vitamina C e di antiossidanti. Adatto a risolvere i problemi del sistema circolatorio il suo frutto, la melagrana, è una vera cura autunnale in quanto contenente polifenoli previene le patologie a carico dell’apparato cardio-vascolare, è un conclamato antitumorale oltre a proteggere da malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.

E per chi ha problemi di colesterolo è un buon compagno per ridurne il tasso nel sangue. Il Corbezzolo, Arbutus unedo L. (unum edo, ne mangio uno tanta la forza nutrizionale del frutto , ricordano i latini) sebbene più difficile da trovare è stranamente poco utilizzato nei giardini quindi consiglio di piantarne uno nel giardino ora che in tutta Italia, anche in pianura a nord, resiste molto bene se protetto dai venti in un muro a sud. Di questa pianta ne parlai già diffusamente ma voglio dirvi che il suo frutto è anch’esso un concentrato di acido ascorbico e ci protegge dai malanni invernali. Il bello è che questa bacca rossa vermiglio con polpa color giallo oro la troviamo matura tra settembre e dicembre, contemporaneamente alla sua fioritura. Ma le sue proprietà terapeutiche sono racchiuse soprattutto nelle foglie, ricche di tannini che agiscono come astringenti e anti-infiammatori, oltre ai fenoli, sostanze dall’azione antiossidante, cioè che riduce l’invecchiamento della cellula.

Basterà farne un buon infuso di foglie essiccate. Ecco quindi altra esortazione per non perdere il senso e la consapevolezza della stagione: dedicarsi a raccogliere più possibile, rosmarino, salvia, timo, origano, alloro, coriandolo, erba cedrina, ginepro (le bacche sono un prezioso condimento in cucina, e utili negli infusi contro la caduta dei capelli e la vitalità della pelle) e tutte le erbe che possiamo trovare durante le nostre passeggiate o nel giardino e terrazzo, così da essiccarle su un panno appena ricoperto da un leggero telo in lino all’ombra in una stanza non umida, per conservare delle buone tisane per l’inverno, prima che arrivi l’umidità e le piogge che ci impedirebbero una giusta essiccazione naturale. Se abbiamo un essiccatoio saremo meno legati al tempo.

Non trascuriamo che anche le sementi vanno controllate proprio in questo periodo, quindi un lavoro molto rilassante è proprio raccogliere i semi delle zucche, zucchine, dei pomodori, del basilico (va fatto fiorire proprio per questa ragione) e anche del prezzemolo, coriandolo, cerfoglio, ben puliti da insetti e altre impurità e riposti in bustine, anche fai da te, in cui scriveremo il nome comune, la provenienza e la data di raccolta. Questo lavoro oltre ad essere riposante ci collega alle epoche di fruttificazione delle piante ed è un buon lavoro di memoria per non dimenticare le stagioni di fioritura e fruttificazione delle nostre specie preferite. Lo faremo anche con i semi delle ornamentali che più ci fanno compagnia nelle primavere e nell’estati prossime, come le ipomee dai tanti colori, la perilla (una sorta di basilico rosso anche se basilico non è), le belle di notte (bianche puro le uniche profumatissime), le zinnie, le dalie ed i cosmos oltre ai tagete che mai dovrebbero mancare nell’orto !

Ecco l’autunno non è solo la contemplazione del cadere delle foglie e dell’ingiallire degli aceri e delle querce non è solo il piacere di camminare in un letto di foglie e vedere i primi ricci di castagne lungo il nostro cammino aperti da qualche abitante del bosco, non restiamo solo osservatori3, torniamo a essere raccoglitori, conserviamo i nostri prodotti, essicchiamoli, separiamoli, trasformiamoli in marmellate, mettiamo le olive sotto salamoia, auto produciamo in casa quanto più possibile togliendo tempo a tanti diversivi digitali e social e ricostruiremo un buon rapporto con il tempo, che gradevolmente scorre tra una stagione e l’altra senza perdere neanche un ora di questo preziosa opportunità che la natura riesce a donarci generosamente !

Note

1 Charles Eistensein è uno scrittore che da anni si occupa di sviscerare temi importanti come la storia e lo sviluppo delle civiltà, attivismo ed ecologia, economia alternativa, con un taglio e una visione lodevole da molti punti di vista anche se ottimisticamente benevola verso la possibilità di un risveglio generale delle coscienze collettive che saranno in grado di: sostituire il paesaggio costruito e ghettizzato nelle metropoli con fattorie basate sul ciclo produttivo indipendente da apporti ed energie esterne, di arrivare alla decentralizzazione, alle economie locali, orientate a tante piccole comunità diffuse, forse anche a quel neoruralismo di cui ho parlato più volte in queste pagine. Sta per uscire un suo nuovo libro dal titolo Oltre il denaro.
2 Carl von Linné (1707-1778) , il botanico svedese autore del primo grande lavoro di classificazione sistematica binomiale (genere e specie) delle piante e degli animali. si raccomandava sempre con i suoi allievi di non cambiare il nome delle piante … ma poi non fu più così. La indicò Augustin Pyramus de Candolle in Regni Vegetabilis Systema Naturale, sive Ordines, Genera et Species Plantarum Secundum Methodi Naturalis Normas Digestarum et Descriptarum. Paris, 2: 634 (1821).
3 In Giappone l’incedere nella foresta e nel bosco fuori delle città e osservare con tutti i sensi fa parte della tradizione del pensiero di questo paese e si chiama Shinrin-yoku detto anche bagno nella foresta una antica pratica che testimonia il fermo credo nel potere e nella sacralità della natura, la foresta come luogo ove regna la divinità.