Rachel Carson è una figura di importanza cruciale nel Novecento: biologa e zoologa statunitense, è stata una scienziata appassionata, una divulgatrice scientifica precisa e rigorosa e una scrittrice elegante e colta. È universalmente riconosciuta come la madre del movimento ambientalista americano, e al suo lavoro scientifico e al suo pensiero si sono ispirate tutte le associazioni ecologiste.

Ma andiamo con ordine… Rachel Carson nasce nel 1907 in Pennsylvania e cresce nella fattoria dei genitori, sviluppando fin da piccola un forte amore e rispetto per la natura, oltre che una propensione naturale per la lettura e la scrittura. Consegue una doppia laurea in Zoologia e in Biologia e in seguito viene assunta come biologa marina nel “Dipartimento governativo per la gestione e la salvaguardia della flora ittica”, continuando in parallelo l’attività di scrittrice e di divulgatrice scientifica.

Il suo amore per il mare la porta a scrivere tre libri di argomento scientifico ad esso dedicati, la famosa “trilogia sul mare”: il primo, Under the sea-wind (Al vento del mare) esce nel 1941, un anno non certo propizio per pubblicare qualsiasi cosa che non riguardi l’attualità politica (è in corso la Seconda guerra mondiale e gli Stati Uniti si accingono a prendervi parte attivamente). Probabilmente, il libro ha scarso successo commerciale proprio per questo, anche se le recensioni sono ottime. Ben più successo ottiene il secondo libro della trilogia uscito nel 1951, The sea around us (Il mare intorno a noi), in cui illustra, in modo scientificamente accurato, la meravigliosa vita degli oceani. Nel terzo volume, The edge of the sea (La riva del mare), uscito nel 1955, tratta invece la vita negli ecosistemi presenti lungo le coste dell’Atlantico del Nord. Anche questo testo riscuote un grande successo, sia commerciale che nell’ambiente scientifico contemporaneo.

È importante soffermarsi su questa “trilogia marina” perché, senza questo lavoro, molto probabilmente la Carson non avrebbe sviluppato gli strumenti che le consentono poi di effettuare la sua indagine sugli effetti dei pesticidi, indagine che si traduce nella sua opera più famosa, Silent spring (Primavera silenziosa). E, possiamo aggiungere, senza la fama e la credibilità che le ha portato la “trilogia sul mare”, nessuno avrebbe mai preso sul serio il suo grido di allarme sull’uso dei pesticidi.

La spinta a scrivere questo libro le viene data da una sua amica che, nel 1958, le parla della morte di una gran quantità di volatili in prossimità della sua abitazione, avvenuta in seguito all’irrorazione abituale per via aerea del DDT, un insetticida molto potente e all’epoca usatissimo in agricoltura.

La Carson decide di approfondire l’argomento attraverso un’intensa ricerca sugli effetti devastanti sull’uomo e sull’ambiente arrecati dal DDT e da altre sostanze chimiche, con degli esperimenti e con il supporto di numerosi scienziati e ricercatori. Le è infatti subito chiaro che la divulgazione di una ricerca di questo tipo le avrebbe portato non poche critiche, soprattutto da parte del mondo industriale, e che quindi tutte le sue affermazioni dovevano essere scientificamente provate. Eppure, non si spaventa e continua imperterrita nel suo lavoro, consapevole di quanto fosse importante per il mondo intero: “Mi sono accorta di aver camminato tutta la vita, inconsapevolmente, verso questa battaglia”, dirà in seguito.

In conseguenza delle sue ricerche, le è infatti evidente che l’inquinamento del suolo e delle acque, sia superficiali che sotterranee, come anche la morte di molte specie di animali, dipenda dai pesticidi adoperati su ampia scala ed in maniera ripetuta. Per la Carson è altrettanto chiaro che tali sostanze tossiche, restando nelle acque e nel terreno, vengono assorbite dalle piante ed agli animali ed infine giungono all’uomo che di essi si nutre, con una concentrazione crescente man mano che si sale nella catena alimentare, con effetti cancerogeni.

Primavera silenziosa vede la luce nel 1962, e fa subito parlare di sé. Il titolo dell’opera viene dalla constatazione che, citando testualmente dal libro, “su zone sempre più vaste del suolo statunitense, la primavera non è più preannunciata dagli uccelli, e le ore del primo mattino, risonanti una volta del loro bellissimo canto, appaiono stranamente silenziose”.

Il libro ottiene un successo immediato, scatenando però reazioni molto divergenti. Da una parte Silent spring contribuisce a far sviluppare, sia tra le persone comuni che in una parte del mondo scientifico contemporaneo, una coscienza ambientalista; dall’altra, però, è avversato dagli ambienti governativi e viene contrastato violentemente dalle industrie chimiche, e da quanti lo vedono come un pericolo e un limite allo sviluppo della scienza.

E sono proprio questi soggetti che cercano di screditare il libro deridendo pubblicamente la sua autrice, visto che il contenuto, di alto livello scientifico, è inattaccabile. E ovviamente la Carson non viene criticata come scienziata, ma per il suo essere donna e per la sua vita privata: viene così accusata di essere “allarmista”, “isterica”, “una sacerdotessa della natura” e “una probabile comunista”. Viene anche criticata perché nubile, per cui non si capisce “come mai una zitella senza figli sia così interessata alla genetica”.

Il presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, istituisce un comitato di esperti per esaminare le questioni denunciate nel libro. La Carson non si fa certo intimorire, anche se nel frattempo si era ammalata di cancro. Eppure, indebolita dalla chemioterapia ma sempre a testa alta, testimonia davanti alla Commissione del Congresso e al Comitato di esperti convocato dal presidente Kennedy, per accertare la validità delle sue affermazioni. Il rapporto degli esperti esce nel maggio del 1963 e le dà ragione, contenendo anche la raccomandazione di abbandonare gradualmente i pesticidi tossici. Nasce così il movimento per mettere al bando il DDT e le altre sostanze chimiche delle quali si cominciano a conoscere gli effetti cancerogeni.

Il 14 aprile del 1964 Rachel Carson muore dopo una lunga battaglia contro il cancro. In quello stesso mese Silent spring arriva al milione di copie vendute. Nel 1972, sotto la presidenza di Richard Nixon, il direttore dell’EPA (“Environmental Protection Agency”) stabilisce di cessare la produzione di DDT ed il suo impiego in agricoltura negli Stati Uniti. Faticosamente, in maniera sofferta, ma la Carson ha vinto.

Nel 1994, viene pubblicata una nuova edizione di Silent spring con l’introduzione curata da Al Gore in cui l’allora vicepresidente degli Stati Uniti (e successivamente Premio Nobel per la Pace) afferma che “la lettura di Rachel Carson fu una delle ragioni della mia consapevolezza dell’ambiente e del mio impegno ambientalista”.

Abbiamo iniziato dicendo che Rachel Carson è una figura cruciale del Novecento: e lo è proprio perché prima della pubblicazione di Silent spring la gente pensava in un modo, e dopo di esso si ritrovò a pensarla in maniera del tutto diversa. Abbiamo tutti un enorme debito di riconoscenza nei suoi confronti e, se come specie continuiamo a vivere in questo mondo, lo dobbiamo molto a lei, al suo coraggio e alla sua determinazione.