Nell'articolo dello scorso mese ho sottolineato che l'amore si vive nel corpo, con il corpo che ci è stato donato come tempio che custodisce l'amore, il Sacro Femminino o il maschile Sacro. Che va sperimentato attraverso il corpo per poterlo sentire vibrare, toccare, assaporare, respirare.

Sovente, per gli schemi autolimitanti che ci sono stati inculcati, vediamo il corpo come qualcosa che dobbiamo nascondere, da non toccare nemmeno noi stessi. Se inizia a vibrare e va verso l'eccitazione dei sensi deve essere fermato perché farlo sussultare per qualcuno che lo fa fremere potrebbe essere peccato, qualcosa che non si deve fare, che è meglio limitare.

Allora non ci lasciamo andare completamente, non siamo disposti a spogliarci delle credenze autolimitanti tantomeno dei vestiti per rimanere vestiti di solo cielo.

Questo non lasciarsi andare totalmente riguarda anche il non farlo con chi abbiamo scelto come compagno di vita.

Siamo troppo spesso dentro schemi inconsci che ci impediscono di vivere l'amore attraverso il corpo.

Eppure, il corpo, quando lo lasci fluire, trasudare, risuonare, vibrare dell'amore che ha dentro, diventa la Preghiera a Dio.

Bisogna riappropriarci del dono prezioso che ci è stato fatto per essere Amore con il corpo. Essere il Tempio dell'Amore dove l'altro viene invitato ad entrare e divenire, con il suo corpo, la preghiera che insieme a te unisce e porta oltre i confini del terreno.

Il corpo va concepito per quello che è.

Energia che si è fatta materia, anima che vibra che si può toccare. Diventa, allo stesso tempo, lo strumento per sentire l'amore di sé stessi, percepire l'amore per l'altro ed il Tempio dove l'altro può sentirci in tutto il nostro amore. Bisogna però agire lasciandosi andare alla scoperta di sé stessi e dell'altro, del “noi” che ci fa vibrare ad una frequenza così alta con cui insieme si raggiunge l'orgasmo spirituale.

Non esiste un modo prestabilito per fare l'amore con il corpo che diventa preghiera mentre si fonde con l'altro.

Bisogna scambiarsi sguardi silenziosi che parlano attraverso il cuore che tra un battito e l'altro contiene lo spazio dove esiste il “ti amo di più”. Che infiammano il sentire e sussurrare con le labbra che si schiudono la bellezza che Dio ha creato nell'altro per mostrarsi a te.

Accarezzarsi con lo sguardo, con il respiro, con le mani, con il corpo e lasciare che nel nostro essere divini splenda in quella luce che avvolge, protegge, esalta e coinvolge. Dove esplode la bellezza che eleva fino a raggiungere il cielo infinito per scoprire che le nostre anime già da tempo facevano l'amore.

È attraverso il percepire l'amore con il corpo che si giunge alla conoscenza dell'Unione Divina.

È lì che comprenderemo che il corpo non è solo la materia che ci hanno detto di vedere ma è un corpo spirituale dove dentro risiede Dio.

Davanti al Sacro Femminino l'uomo incontra la parte sacra di sé stesso ed è lì che, scivolando ai piedi di loto dell'amata trova la porta del tempio, depone i baci della devozione e risalendo lungo le colonne dell'amore si avvia ad assaporare il nettare di loto e raggiunge l'infinito.

Il Sacro Femminino lo innalza e riconosce in lui il Maschile Sacro. Entrambi iniziano l'ascesa verso la via imperiale dell'amore.

Le mani si fermano sul chakra del cuore per ascoltare i palpiti di quel cuore che conosce le ragioni che la mente non sa comprendere. I corpi si parlano senza bisogno delle parole. Scivolano verso la percezione dei fremiti dell'altro per sentire lo spirito, la forza dell'amore, la vita dentro la vibrazione dell'amore.

I respiri della materia lasciano spazio al respiro dell'anima che si fa densa. I sussurri dell'anima vengono percepiti attraverso le parole che contemplano la bellezza dell'altro. Il corpo stesso diventa parola.

Ci si appartiene e si diventa uno per slanciarsi verso Dio che assume le sembianze dell'altro. Sarà indicibile sentire l'altro dentro di sé venerare con l'ardente passione che diventa preghiera.

È impossibile? È possibile?

“È un amore impossibile” – mi dici.
“È un amore impossibile” – ti dico.
Ma scopri che sorridi se mi guardi,
e scopro che sorrido se ti vedo.
“Di notte” – tu confessi – “io ti penso… Ti penso giorno e notte, e mi domando se stai pensando a me, mentre ti penso.
… La società, le regole, i doveri… ma tremi quando stringo le tue mani.”
“Meglio felici o meglio allineati?”
– Ti chiedo.
E il tuo sorriso accende il giorno, cambiando veste ad ogni mio pensiero.
“Questo amore è possibile” – ti dico.
“Questo amore è possibile” – mi dici.

(Sesto Aurelio Properzio, Assisi, circa 47 a.C. – Roma, 14 a.C.)

È possibile fare l'amore con il corpo che diventa preghiera. Il mio corpo è preghiera, anzi, di più… ssshhh…!