La carica dei 101. Il numero 101 fa venire in mente il famoso film di Walt Disney. Realizzare questo Pitti Uomo ha richiesto una carica di grande vitalità, con speranza e fiducia che i settori collegati alla moda ripartano. E le collezioni di moda maschile hanno risposto in ben 548.

La fiera ha mostrato, come sempre, non solo le tendenze moda, ma anche le novità negli accessori, le storie dei produttori, le politiche di conduzione delle aziende, le idee geniali. Basta chiedere. Se non si è in presenza è molto più difficile scoprire dettagli che meglio possono indirizzare la scelta.

Poco prima dell’inizio dell’11 gennaio una quarantina soltanto degli iscritti hanno optato per Pitti Connect, la piattaforma digitale che la fiera offre a chi vuole partecipare da remoto. Molti gli italiani, ma anche un 30% dall’estero, sono venuti alla tre giorni di Firenze e circa 4900 sono stati i compratori, con 60 Paesi esteri rappresentati.

Tre sono le tendenze con cui erano etichettati abiti ed accessori uomo in mostra: Fantastic Classic, classico contemporaneo; Dynamic attitude, capi sportivi mixati con streetwear; Superstyling, ricerca applicata per rinnovare. In più, il progetto Sustainable Style, che sfata il luogo comune che sostenibile sia brutto e, al contempo, mette in guardia sulla difficoltà di raggiungere una completa sostenibilità, essendo ancora troppo presto pretendere rigore in tutta la filiera produttiva.

Fantastic Classic indaga le evoluzioni del classico, oggi interpretato nelle sue versioni più innovative e contemporanee. Partendo dai codici tradizionali della sartoria maschile, i brand che fanno parte di questa sezione offrono soluzioni inedite, spesso sperimentali, interpretando la tradizione, col risultato di un nuovo tipo di guardaroba. Ne è esempio Mey dall’Austria, che propone t-shirt di un tessuto regolatore di umidità (coolmax), con inserti sotto le ascelle che neutralizzano il sudore e l’odore, proteggendo il pullover. Le stesse accortezze sono usate nella linea Business class, l’underwear per chi vuole apparire impeccabile, senza che la maglia sulla pelle si veda tenendo slacciati due bottoni della camicia, e colorata nei toni della pelle, in modo da essere invisibile. Più lunga dietro per evitare che fuoriesca dai pantaloni.

Piquadro, altro esempio di Fantastic Classic, presenta ogni sorta di invenzioni nel mondo degli zaini, parallelamente ai nuovi strumenti tecnologici che ci portiamo dietro, curando come sempre il design, che è di grande appeal per lo sport, i viaggi e il quotidiano lavorativo.

Dynamic Attitude è la seconda sezione di Pitti Uomo, un luogo dove i confini tra outdoor, sportswear e streetwear diventano sempre più labili. Tecnologia, vintage e hype sono gli elementi cardine che contraddistinguono i brand in gioco, evidenziando la loro natura innovativa. Tooco, ad esempio, è passato dai disegni di culture Maya e Azteca per il beachwear della scorsa edizione di Pitti SS a un’ispirazione ai nomadi per ornare pesanti giacche della collezione Autunno-Inverno 2022. I viaggi del creativo, essendo i responsabili di queste contaminazioni, aspettiamo grandi novità da questo brand al prossimo Pitti.

La ricerca di progetti sperimentali è ciò che lega i brand di Superstyling le cui scelte estetiche, l’immaginazione visionaria e la creatività senza limiti creano una sana competitività nella progettazione di moda internazionale. In questa sezione troviamo Sustainable Style, progetto espositivo curato dalla giornalista di moda e creativa Giorgia Cantarini che presenta una selezione di brand emergenti, guidati dalla nuova generazione di talenti responsabili che progettano seguendo una linea sostenibile.

Futuro Maschile al Piano Attico del Padiglione Centrale meritava una visita accurata e una descrizione dettagliata. Espositori quali Tela Genova raccontano, col loro operare caparbiamente artigianale, la storia degli antenati del denim derivati dalle tute da lavoro, e li adoperano tutti nel loro campionario, composto di capi fatti con i forti e originali tessuti che oggi sono molto richiesti, essendo prodotti unicamente da questa manifattura.

Lo stand di Stefan Brandt, proprio di fronte a Tela Genova, produce t-shirt, polo, camicie di jersey di cotone peruviano Pima. Uno dei migliori cotoni al mondo, cui Stefan applica la lavorazione Prefit, di sua invenzione, che conduce a tre diverse carature di tessuto, la più sottile delle quali, di aspetto quasi setoso, è destinata al pubblico femminile. Il trattamento permette di lavare i capi in lavatrice a 60 gradi, senza timore di vederli restringere.

Un cashmere con lavorazioni a punti speciali, anche fatti a mano, caratterizza 7 fili che produce originali giacche tricot che vanno guardate una ad una per apprezzarne la novità dello stile e del colore. Un altro stand del piano attico, Avant Toi, ha creato nuovi modi di colorare le maglie, costruite seguendo i dettami di una fabbrica artigianale genovese della generazione precedente all’attuale direttore. I risultati sono straordinari. Sembra che le tecniche di colorazione adottate siano spesso copiate, senza tuttavia raggiungere gli effetti che gli inventori aggiornano e perfezionano.

Due debutti nel campo dei profumi, sempre nello spazio Attico, sono Legendar, creato ad Amburgo, definito Artigianato liquido. È unisex, molto deciso, dai componenti che spaziano dall’iris (cuore) al legno (top) al vetiver (base).

Per l’Italia abbiamo Acqua delle Langhe, nome spiritoso che ci ricorda i famosi vini della stessa località. È una serie di profumi unisex, con i nomi delle uve coltivate nelle Langhe. L’appassionato ideatore della linea descrive come, non essendo un naso, crea il profumo indirizzando con le parole l’olfatto dell’altro a raggiungere il risultato che lui si prefigge. Cannubi è stato creato per primo, e resta uno dei maggiori successi.

Definita la prima sfilata al mondo del 2022, il primo giorno della fiera si è svolta all’Atelier Paszkowski, “La Petite Robe” di Chiara Boni. Lo storico Caffè si è trasformato in un atelier di haute couture per l'Autunno-Inverno 2022-2023. La stilista ha deciso di sfilare a Firenze, sua città natale che ha tanto sofferto durante la pandemia. Il pubblico le ha decretato lunghi applausi, gradendo molto l’originalità dell’evento, luminoso e colorato, che richiamava le feste da poco finite. Gli abiti essenziali, di jersey avvolgente, con un minimo di cuciture, questa volta si sono permessi una serie di motivi, che vanno da micro check e disegni spina di pesce dal gusto più maschile, a pattern damascati floccati. Il jersey è diventato super prezioso e glamour grazie a spalmature metallizzate, tocchi lurex e una cascata di paillettes sullo stampato a fiori. Incantevoli i guanti trasparenti disseminati di paillettes. Colori molto vari, autunnali, olive, juniper e terracotta, note più scure e notturne di barolo e forest, ma anche tonalità vibranti di Catalina blue, persimmon e curry, oltre a delicate sfumature powder rose. Non poteva mancare il nero, audace o luccicante. Alcuni modelli hanno tagli asimmetrici che concorrono a definire silhouette avvolgenti, nello spirito femminile del brand.

Il Ceo Raffaello Napoleone, nelle conclusioni rilasciate a fine fiera, dopo essersi soffermato sull’importanza di avere voluto e realizzato l’apertura di Pitti Uomo in tempi così incerti, in cui comunque il fatturato del settore è cresciuto, ha riportato le impressioni degli espositori. Uno fra tutti citiamo Nicolas Bargi, di Save the Duck:

Sicuramente quest’edizione è stata una ripartenza. Sono state ridotte per ovvie ragioni le presenze estere, ma abbiamo avuto una bella affluenza, di quasi tutti i nostri clienti italiani. I visitatori erano business-oriented e ne siamo stati decisamente contenti. Vogliamo un pubblico selezionato e di lavoro, quindi noi siamo molto soddisfatti. Pitti è una bella piattaforma anche a livello di visibilità, e sicuramente dà la possibilità alle aziende di far vedere la loro evoluzione, e di indirizzarsi verso un futuro prossimo speriamo un po’ migliore.