Il Museo di Palazzo Pretorio a Prato è uno scrigno che conserva settecento anni di storia e raccoglie una mirabile collezione di capolavori. Il complessivo restauro del palazzo che si è concluso nel 2013 lo ha definito nel suo ruolo di custode di grandi opere d’arte e forziere delle memorie storiche della città. E il curatore di rilievo internazionale Francesco Bonami è stato incaricato di concepire un’esposizione in questo spazio che unisse antico e contemporaneo.

“Non sono un esperto di arte antica e non so esattamente le opere che ci sono a Palazzo Pretorio ma sono rimasto impressionato dalla ricchezza della collezione quando l’ho visitata con Fabrizio Moretti, (antiquario e collezionista pratese, noto nel mondo per la sua competenza e cultura di Old Masters). Il Palazzo è la dimostrazione che l’Italia è fatta di tanti di questi tesori e, in uno spazio anche limitato, hanno un peso specifico enorme”.

Da qui è partita l’idea di Hi Woman! che richiama l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele a Maria Vergine. “Che uno creda o non creda, poco importa. L’annunciazione a Maria dell’Arcangelo Gabriele della sua gravidanza rimane, reale o meno che sia, un’immagine cardine dell’iconografia di una buona parte del genere umano. Maria si trova depositaria del futuro del mondo”, chiarisce Bonami.

Sono nove i dipinti esposti nel Museo di Palazzo Pretorio che hanno per soggetto l’Annunciazione e sono opere che esaltano le emozioni della narrazione e datano dalla metà del Trecento alla fine dell’Ottocento. Dalla raffinata Annunciazione, dipinta intorno alla metà del Trecento da Giovanni da Milano alla pittura murale realizzata verso il 1420 dai Fratelli Miniati al primo piano del Palazzo dove l’annuncio del futuro è consegnato dall’Angelo all’interno delle mura di una camera. Dal piccolo e raffinato dipinto di Filippo Lippi e bottega alle opere firmate da Giovanni Bilivert e Giovan Domenico Ferretti, fino al sublime cartone tardo ottocentesco di Alessandro Franchi.

“Questa mostra si guarda bene dal voler essere una mostra sulla donna, sul femminismo o politicamente corretta” spiega il curatore “È semplicemente una mostra con 22 artiste che anagraficamente sono nate donne. Condividono quindi soltanto un destino”.

Così Hi Woman! La notizia del futuro, il saluto che Gabriele rivolge alla Madonna, forma il titolo della mostra organizzata a Palazzo Pretorio e unisce virtualmente le meravigliose Annunciazioni dipinte nell’arco dei secoli con le opere di tante artiste del presente.

“È la trasformazione Pop del saluto dell’Arcangelo a Maria proiettato nella contemporaneità. Non è una mancanza di rispetto, d’altronde lo stesso Gesù nel Vangelo non chiama sua madre mai Madre, Mamma o Maria ma Donna e su questo si può fare una riflessione più approfondita sul tema della donna a cui viene data la notizia che sarà la creatrice, la portatrice, non di un bambino ma del Salvatore del Mondo. La donna diventa questa figura portante di tutta la storia dell’umanità. Le 22 artiste, in questo caso, di varie parti del mondo, sono presenti con dei lavori che possono entrare in forma anche autonoma e indipendente, in dialogo con altre opere, con il luogo e con la sede ospitata”.

Attraverso la pittura, la scultura, i video e il suono le opere in mostra annunciano messaggi diversi, misteri lontani e realtà vicine, ogni autrice con un lavoro potente e significativo capace di sostenere il confronto e il dialogo con i maestri dell’antichità. Da Paola Pivi alla polacca Alexandra Mir, dall’austriaca Maria Lassing, alle tedesche Jutta Koether e Isa Genzken alla sudafricana Marlene Dumas o alla pachistana Huma Bhabha. Precisa Francesco Bonami “Le loro vedute sono tutte di natura diversa, la loro arte tutta coniugata in modi diversi e non necessariamente femminili. Essere artista è esattamente la condizione opposta a quella della Madonna. È una scelta, non un’imposizione. Non arriva un angelo che senza convenevoli dice Hey tu, da domani sarai un artista. Le opere del museo sono gli abitanti di un villaggio, radicati nei loro contesti e nelle loro abitudini. Le opere della mostra sono viandanti che arrivano e ripartono. Ma in questo arrivo, in questo soggiorno e in questa loro ripartenza trovano l’occasione di aggiungere qualcosa al villaggio e portarsi via qualcosa per il viaggio che continueranno a fare”.